Il tre aprile si ricorda il miracolo della resurrezione di Lazzaro; ma dove si trova la sua celebre tomba? Dove viene ricordato?
Dove si trova la tomba di Lazzaro? Siamo in Palestina, a Betania: piccola cittadina palestinese sulle pendici est del Monte degli Ulivi, a metà strada tra Betlemme, Gerico e il Mar Morto; il suo nome in arabo è “Al-Azariya”, che significa proprio “città di Lazzaro”. Se vi chiedete come arrivarci da Gerusalemme, invece, è necessario imbarcarsi in un viaggio in macchina di circa mezz’ora.
Questa è una prima stranezza, in quanto le due città sono separate da soli 3 km. In teoria ci si potrebbe arrivare a piedi, in nemmeno 40 minuti: e allora perché il percorso si allunga così tanto?
La risposta è nel muro: il muro di separazione, eretto nel 2002, ha posto tra Gerusalemme e Betania un limite invalicabile. Le due città sono una di fronte all’altra, potrebbero guardarsi; lo sguardo però è bloccato dal muro, che deve essere circumnavigato fino al passaggio più vicino. In questo modo Betania è rimasta isolata: vicinissima a Gerusalemme, eppure distante più di trenta minuti di automobile, su strade sterrate.
Questo ha complicato molto l’accessibilità al luogo, e di conseguenza il turismo, che è una delle fonti di sostentamento principali per gli abitanti di Betania: la tomba di Lazzaro e gli edifici circostanti, infatti, sono da sempre uno dei luoghi più visitati della Palestina, soprattutto prima del muro e, poi, prima dell’inizio della nuova, tragica fase del conflitto israelo-palestinese.
La tomba di Lazzaro
Il miracolo della resurrezione di Lazzaro infatti è uno degli episodi più conosciuti nei Vangeli, che di conseguenza attira moltissimi turisti e pellegrini. La tomba dove Lazzaro si alzò e camminò è visitabile tutt’oggi: scavata nel masso roccioso, rappresenta il fulcro di una lunga tradizione di culto e rinnovamenti archeologici. Originariamente concepita con un vestibolo e una camera sepolcrale, essa divenne un importante luogo di pellegrinaggio già nel IV secolo, come attestano antichi scritti e testimonianze di viaggiatori.
Nel corso dei secoli il sito ha subito numerose trasformazioni: dalla prima chiesa, eretta alla fine del IV secolo e decorata con mosaici, fino alle successive ricostruzioni dovute a distruzioni sismiche e interventi di ristrutturazione durante l’epoca crociata. Nel XII secolo, ad esempio, i crociati restaurarono il complesso, e nel 1138 la regina Melisenda acquisì il sito, favorendo una nuova fase costruttiva che portò alla nascita di ulteriori chiese.
La resurrezione: una speranza scavata nella pietra
Con la conquista ottomana la chiesa viene trasformata in moschea e l’accesso alla tomba di Lazzaro viene murato, nel XVI secolo: ai francescani viene permesso però di aprirne un altro, quello che si usa ancora oggi: la ripida scalinata di 24 gradini scavata nella roccia, che conduce direttamente alla tomba.
Prima del varco che conduce alla tomba si trova un’iscrizione:
«Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?» (Corinzi 15, 54-55)
La sconfitta della morte attraverso la rinascita, la possibilità tangibile di una nuova vita: la tomba di Lazzaro in Palestina rappresenta un simbolo fatto materia, una speranza scavata nella pietra, raggiungibile in ventiquattro passi su altrettanti antichi gradini.

Gli scavi archeologici nella tomba di Lazzaro
Le recenti attività di restauro e studio, condotte in un periodo di ridotto flusso turistico, hanno messo in luce importanti reperti archeologici, tra cui due ossari romani rinvenuti nella camera sepolcrale. Queste scoperte stanno contribuendo a una migliore comprensione della storia millenaria del sito, evidenziandone il valore sia dal punto di vista storico che religioso: in quest’ottica, la mancanza di turisti è stata provvidenziale, in quanto ha permesso un lavoro che sarebbe stato impensabile in condizioni normali.
Grazie a questa attenzione artistica e archeologica la tomba nel tempo è stata oggetto di numerosi interventi, che ne hanno aumentato il valore storico e culturale: oggi la tomba di Lazzaro ci parla di secoli che si sono succeduti l’un l’altro, di stratificazioni di popoli e culture, di guerre e rinascite, di conquiste e di speranza. Gli interventi sul sito hanno inoltre resto nuovamente agibili diverse zone di Betania, portando benefici importanti alla comunità locale.
Il Santuario dell’Amicizia
La storia di Lazzaro è celebrata nella vicina chiesa, edificata sui resti di ben tre chiese precedenti: una prima, risalente al IV secolo, di cui restano visibili alcuni resti mosaicali; questa chiesa fu distrutta due secoli dopo, probabilmente da un terremoto, e sulle sue rovine venne costruita una nuova chiesa. Questa resistette fino all’arrivo dei crociati; fu poi la regina Melisenda a ricostruire gli edifici del luogo, acquistando la tomba di Lazzaro e tutta la zona circostante.
Una nuova chiesa si stagliò poi accanto a quella antica: questa nuova venne dedicata a san Lazzaro, e la precedente fu così nuovamente attribuita alla memoria delle due sorelle Marta e Maria: memoria femminile, in un villaggio profondamente legato ai valori dell’amicizia e dell’ospitalità.
Nel 1954 là dove sorgevano un tempo le prime tre chiese, in particolare sui resti della basilica del IV secolo, fu edificata l'attuale chiesa di San Lazzaro per mano dell’architetto Antonio Barluzzi, chiamata il "Santuario dell'Amicizia" per le memorie evangeliche che riporta alla luce. L’interno della chiesa è decorato con mosaici che ricordano episodi di Gesù a Betania: Gesù nella dimora dei tre fratelli, la resurrezione di Lazzaro, il gesto di gratitudine e devozione di Marta che, ospitando Gesù dopo il miracolo, gli unse i piedi con il rarissimo olio di nardo, prezioso e profumato.
