A Cafarnao, sulle rive del Lago di Tiberiade, alcuni nuovi pannelli informativi guideranno da adesso in poi le visite di turisti e pellegrini su uno dei più importanti siti archeologici della Terra Santa. Finalmente, viene da dire. Lo conferma padre Luca Panza, francescano, che è stato a Cafarnao quasi nove anni, seguendo il progetto dal suo inizio: “Ci sono voluti cinque anni per installare i cartelli a Cafarnao”, dice ridendo. “Però il risultato è buono, almeno da quello che posso vedere io dalle foto” (padre Luca è oggi tornato in Italia).
Gli inizi, nel 2017
Cinque anni fa, quindi, nel lontano 2017, prima di pandemia e crisi delle materie prime, era nata l’esigenza di installare nuovi cartelli informativi per i visitatori che giungevano sul sito di Cafarnao. Fra Luca spiega perché: “I pellegrini che erano stati a Cafarnao, spesso e volentieri nell’uscire dal sito, chiedevano a noi frati dove erano stati. Chiedevano dei posti che avevano visitato, che luoghi fossero... Specialmente i pellegrini provenienti dall’Asia”.
Le visite sul sito di Cafarnao “sono spesso molto veloci, un po’ alla spicciolata, tante volte da parte di turisti singoli. Ecco perché”, prosegue padre Luca, “ho pensato di installare sul sito dei cartelli che potessero aiutare i visitatori”. Era, appunto, novembre 2017.
La proposta è stata subito inoltrata all’attenzione di padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, il quale ha subito garantito l’autorizzazione. “Francesco ha dato il placet”, dice con forte accento bresciano padre Luca. Il padre Custode ha anche fornito alla comunità di Cafarnao indicazioni pratiche sulla realizzazione dei pannelli: questi avrebbero dovuto essere simili, per forma, colore, scritte… a quelli allora già presenti sul sito della chiesa della Flagellazione, nella Città Vecchia di Gerusalemme.
Gli esperti per i testi
Padre Luca, confortato dal parere favorevole del Custode, ha contattato nel corso dell’anno successivo, 2018, un comitato di esperti che potessero stendere i testi per i pannelli. Si trattava di un lavoro non semplicissimo: quello di Cafarnao è un sito complicato, che è stato studiato a lungo in varie direzioni e di cui sono stati esplorati tanti aspetti. Insomma, il materiale è abbondante, e per orientarsi occorre esperienza. “Abbiamo contattato subito fra Alessandro Coniglio, che ha fatto una prima bozza di quella che poteva essere la spiegazione del sito, e poi abbiamo chiesto più volte il parere di fra Eugenio Alliata”, racconta padre Luca.
Padre Alessandro Coniglio e padre Eugenio Alliata, entrambi francescani, sono due autorità nel campo dell’archeologia biblica. Padre Coniglio, professore di Ebraico Biblico presso lo Studium biblicum franciscanum, è il segretario generale di questo ente di formazione dell’ordine assisano, con importanti responsabilità scientifiche. Padre Eugenio Alliata, ormai professore emerito, è considerato un’autorità indiscussa nel campo dell’esegesi biblica e della contestualizzazione storica dei testi sacri.
Pronti a partire
Insomma, raccolto il parere delle autorità competenti e stesi i testi per i pannelli, è cominciata la fase dell’implementazione tecnica. “Ci siamo trovati, dietro consiglio di Francesco, il Custode, con Sara Cibin, che è la responsabile del Terra Sancta Museum di Gerusalemme. Con lei e con Vincenzo Zuppardo, che è anche lui coinvolto a livello tecnico nei progetti di conservazione in Terra Santa, abbiamo dato inizio alla parte operativa. Abbiamo verificato i materiali, la collocazione, la grandezza delle scritte…”.
Dopo aver messo a punto tutto anche sotto il profilo tecnico, mancava solo l’approvazione definitiva da parte della Custodia, con la copertura finanziaria. Padre Luca si è rivolto al Discretorio, l’organo competente all’interno della struttura di Gerusalemme. Non si sono incontrate obiezioni, e anzi, si è pensato che quello di Cafarnao potesse diventare un utile esperimento per tutti i conventi della Custodia. Così si è data autorizzazione.
Lo stop pandemico e la fine dei lavori
Ma, è noto, tutti i passaggi organizzativi richiedono soprattutto tempo. E si era nel frattempo giunti alle soglie del 2020. Con l’inizio di quell’anno, il progetto era pronto. “Ma poi è arrivato il Covid”, dice padre Luca. E lì, i lavori si sono arenati. A seguire, con la timida riapertura dei commerci, si è verificata la crisi delle materie prime, che ancora oggi fa sentire i suoi effetti: “E il materiale c’era, poi il materiale non c’era”, commenta ironico padre Luca, “poi abbiamo dovuto fare i sopralluoghi: e dove li mettiamo, e dove non li mettiamo…”. Insomma… La faticosa ripresa post-pandemia ha rallentato anche questo progetto.
Ma alla fine, tutto è andato bene, e oggi i pannelli informativi, di colore bruno scritti in ocra e panna, campeggiano sul sito di Cafarnao. “Spero che restino nel tempo, per dare una mano ai turisti e ai pellegrini che entrano su questo sito archeologico. Spero servano soprattutto a quei turisti che arrivano da noi un po’ da soli, che per lo meno qui troveranno un po’ di spiegazioni fatte bene”. Commenta così, ancora sorridendo, padre Luca.
Veniteci a trovare sul sito di Cafarnao, in Galilea!