La Guesthouse: letteralmente ‘la casa dell’ospite’. È un modello di accoglienza e di turismo che si sta sviluppando molto, negli ultimi tempi, in tutto il mondo. Si tratta di un’offerta ‘leggera’, notte e colazione, con la possibilità di abitare gli spazi della Guesthouse in maniera flessibile, come se fossero davvero quelli della propria casa.
In Terra Santa, il modello delle Guesthouse, grazie alle loro dimensioni agili e alla semplicità della loro accoglienza, sta prendendo molto piede. Pro Terra Sancta gestisce alcune strutture in città e luoghi bellissimi e significativi per questo angolo di mondo.
La Guesthouse di Dar Mamilla
A Gerusalemme si trova la Guesthouse di Dar Mamilla, il “luogo di Mamilla”, dal nome di una santa cui è dedicata una chiesa importante nei dintorni. La Guesthouse sorge all’interno del convento delle suore di San Vincenzo de’ Paoli, in un’ala caduta in disuso. Proprio l’inattività di questi spazi, divenuti ormai un peso morto per le casse del convento, ha stimolato la creatività, ed ecco che, quattro anni fa, è nata la Guesthouse di Pro Terra Sancta all’interno di questo settore dell’edificio.
Ma l’integrazione della Guesthouse e del convento va ben al di là della condivisione degli spazi. I proventi di Dar Mamilla, infatti, sono in parte destinati alle suore stesse, non solo come affitto, ma come finanziamento diretto ai progetti sociali che le sorelle gestiscono a Gerusalemme. Nel mezzo del lusso, dove 150 miliardi di dollari sono stati spesi per la realizzazione di un centro commerciale di ultima generazione, bambini e disabili rischiavano di vedersi perdere la loro voce nel flusso di turisti e di visitatori.
Ecco che le suore di San Vincenzo de’ Paoli hanno deciso di aprire alcuni progetti in loro soccorso, ospitando all’interno del loro convento una clinica destinata proprio al trattamento delle disabilità croniche. È all’assistenza a queste attività che sono diretti i fondi di Pro Terra Sancta, ricavati dalla Guesthouse di Dar Mamilla.
Betlemme: sulla strada dei Magi
Un modello simile è riproposto a Betlemme, la cittadina palestinese che ospita, notoriamente, la Basilica della Natività. A due passi da questo edificio, che svetta candido nel cielo terso della Palestina, si trova la Guesthouse di Dar al-Majus, annessa al grande complesso di ufficio e centro culturale appena aperto da Pro Terra Sancta.
Il nome, da solo, è molto suggestivo: letteralmente significa “il luogo dei magi”. E non si tratta di una trovata commerciale; a Betlemme, il quartiere che ospita la Guesthouse e il nuovo ufficio di Pro Terra Sancta ha nome proprio di “Dar al-Majus”. E, non per caso, questo quartiere è collocato al termine di Star street, la “Strada della stella”, che riproporrebbe sui ripidi pendii della cittadina il tracciato percorso dai magi d’Oriente nel loro inseguimento della stella cometa.
È qui, in questo luogo denso di fede e di storia, che si trova la Guesthouse di Dar al-Majus. Un bel cortile incorniciato di verde conduce alle camere che, in un modo o nell’altro, si legano alla storia evangelica di Betlemme: troviamo così la camera dei pastori, la camera dei magi, la camera della mangiatoia…
La finalità sociale delle Guesthouse
All’interno di Dar al-Majus sono molti gli impiegati che sono stati assunti a seguito di vicende lavorative o personali piuttosto burrascose. La cittadina palestinese, tenuta letteralmente in vita dal turismo, ha assistito a un tracollo economico insopportabile durante i mesi della pandemia. E il contesto betlemita, rannicchiato a forza al di là del muro di separazione, soffre da tempo per la mancanza di mobilità e la conseguente anossia delle sue forze più giovani.
Per far fronte a questo genere di problematiche, Pro Terra Sancta ha creato, con la sua Guesthouse, nuovi posti di lavoro. I casi personali e professionali di ciascuno degli impiegati sono stati attentamente valutati da un team di esperti del mondo dei servizi sociali e si è giunti a numerose assunzioni. Un modo per creare speranza proprio lì, dove la speranza stessa del mondo si è fatta carne.
Guesthouse in Samaria
E in Palestina, Pro Terra Sancta non si è limitata a Betlemme. Più a Nord, nella regione collinosa e verde dell’antica Samaria, ha aperto due Guesthouse, insieme al Mosaic Centre. Le si può trovare a Sebastyia e a Nisf Jubeil, un piccolo villaggio di muretti a secco e piccole casupole abbarbicate su pendii di terra e d’erba. Qui, nella pace e nel ventoso silenzio di terre quasi disabitate, si può ammirare un vero e proprio paradiso naturalistico: le colline di Samaria digradano dolcemente verso ovest, e, lontano, al tramonto, scintillano le onde del mare.
Ma Sebastyia è anche un paradiso per gli archeologi. Qui era impiantata un’antica colonia di età ellenistica, divenuta poi un’importante cittadina romana. Fanno fede per questa storia antichissima del centro le grandi colonne che campeggiano nella sua piazza principale, e il bel teatro visibile appena pochi passi più indietro.
Il ruolo delle donne
Anche qui, i proventi delle Guesthouse sono investiti con una finalità sociale. Si trova infatti a Nisf Jubeil il Ceramic Centre, un gruppo di quattro donne che da anni dipingono a mano oggetti di ceramica, da loro stesse prodotti. Si tratta, ancora, di un’offerta di lavoro e di professionalizzazione importantissima in un contesto in cui la figura della donna rischia, come sempre, di scomparire. E si tratta, poi, di una strada preziosa lungo la quale mantenere in vita l’antica tradizione della manifattura ceramica, importante da secoli in queste aree.
Insomma, con l’estate che si avvicina è tempo di pensare ad una vacanza in Terra Santa. Se ancora siete indecisi, guardate queste immagini e veniteci a trovare!