“Spesso i turisti ma soprattutto la gente locale rimane sorpresa che ci sia un museo legato alla storia della cristianità nel bel mezzo del quartiere musulmano.” Così Maryam, venticinque anni originaria di Gerusalemme, racconta del Terra Sancta Museum in cui lavora da più di un anno.
Nel cuore di Gerusalemme, a pochi passi dalla chiesa della Flagellazione e vicino alla porta dei Leoni, si trova il Terra Sancta Museum. La missione con cui nasce è unire i popoli e le culture attraverso il dialogo, l’arte e lo studio dell’archeologia.
Pro Terra Sancta è uno dei partner che da anni collabora per la realizzazione, la gestione ed il mantenimento del museo. Principalmente attraverso progetti di valorizzazione del patrimonio culturale presente in Terra Santa e anche con progetti di promozione e inclusione delle comunità locali.
Abbiamo chiesto a Mariam di raccontarci la realtà del Terra Sancta Museum.
Che tipo di progetti realizza il museo?
Tutte le attività che facciamo sono relative alle opere esposte in museo. Cerchiamo di utilizzare quelle che sono collegate ai percorsi scolastici o che riguardano la vita quotidiana. Le attività organizzate dal museo sono rivolte a tutte le fasce di età. Spesso quelle pensate per i bambini sono interattive e prevedono giochi in cui possono riprodurre le opere viste al museo. Visto che si tratta di un museo archeologico, ci teniamo a trasmettere ai nostri giovani visitatori la passione per questa disciplina, attraverso laboratori di scavo in cui i bambini in prima persona possono immedesimarsi nella professione dell’archeologo.
Inoltre, il museo organizza attività anche pe le donne locali. Per esempio il 18 maggio, nella giornata internazionale dei musei, avevamo organizzato una attività per le donne che prevedeva momenti di confronto e condivisone delle proprie emozioni uniti a sessioni di workshop in cui veniva insegnato come lavorare l’argilla. Il prossimo progetto in programma, dedicato alle donne, prevede una visita guidata al museo al cui termine le partecipanti potranno realizzare con le loro mani dei veri e propri gioielli come quelli in esposizione al museo.
Qual è lo scopo del museo?
La missione principale del museo è rendere le persone, che sia la comunità locale o i turisti, consapevoli della storia di Gerusalemme e dei Luoghi Santi. Prima di queste divisioni a cui siamo purtroppo abituati oggi, cristiani, musulmani ed ebrei vivevano tutti insieme. Spesso i turisti, ma soprattutto chi a Gerusalemme ci è nato, rimane sorpreso dal fatto che ci sia un museo legato alla storia della cristianità nel bel mezzo del quartiere musulmano. Quello che colpisce chi visita il Terra Sancta Museum è l’eccezionalità di questo luogo. Un posto in cui vi è l’opportunità di mettersi in gioco attraverso attività pratiche e allo stesso tempo scoprire la storia di questi luoghi. È un museo veramente unico, costruito dentro una antica casa palestinese che porta ancora la struttura classica tipica delle case di Gerusalemme. I reperti archeologici, presenti al suo interno, coprono una fascia temporale molto ampia che va dai tempi di Gesù fino all’impero ottomano. Tutte le opere sono state raccolte e conservate dai frati francescani e provengono da tutta la Terra Santa.”
C’è un progetto in particolare che ci vuoi raccontare?
Ad agosto è andato in scena uno spettacolo teatrale itinerante per le vie di Gerusalemme. Con questo progetto volevamo fare qualcosa di diverso dalle solite visite guidate, uscire un po’ dagli schemi. Lo spettacolo era strutturato facendo in modo che lo spettatore potesse camminare con gli attori lungo la Via Dolorosa. Ad ogni stazione della Via Crucis veniva messo in scena un pezzo dello spettacolo, nel quale le vicende dei vari personaggi si intrecciavano con il racconto della storia del quartiere e del museo. Si può dire che l’obiettivo era quello di attrarre più persone verso il museo, ma in un modo completamente nuovo ed interattivo. Abbiamo riscosso un certo successo ed abbiamo fatto anche delle repliche.
Maryam sei felice di essere parte di questa realtà del Terra Sancta Museum?
Sono molto contenta! Ho iniziato come tirocinante ed oggi sono una museum educator. Ho fatto un periodo di studio e lavoro ai Musei Vaticani che mi ha cambiato la vita. Ho scoperto un nuovo modo di pensare e organizzare il lavoro e ho imparato moltissimo. Mi piace lavorare al Terra Sancta Museum perché è uno spazio dove non si vive la divisione. Lavoriamo tutti insieme musulmani e cristiani e ogni giorno scopro cose nuove.