“Cerchiamo di creare ponti di pace attraverso la cultura per ricordare che la memoria e l’eredità culturale appartengono a tutti senza distinzione di appartenenza religiosa.” Con queste parole Osama Hamdan, architetto collaboratore di ATS pro Terra Sancta ha introdotto, in occasione della IV giornata per le associazioni di Terra Santa svoltasi a Roma il 22 ottobre, il progetto “Mosaici di Terra Santa – un ponte di tessere attraverso il Mediterraneo”, presentando un esempio pratico di come anche iniziative culturali possano contribuire alla costruzione di relazioni per affrontare la via della pace.
“Viviamo in un periodo molto difficile, nel quale il fossato tra Occidente e Oriente, il cristianesimo e l’Islam, si sta sempre più allargando - ha spiegato l’architetto palestinese che da diversi anni collabora con i francescani di Terra Santa - e questa mostra vuole in qualche modo rappresentare un ponte che permetta di superare le differenze”. L’iniziativa, sostenuta da ATS pro Terra Sancta e realizzata grazie a un contributo dell’Unione Europea, ha visto giovani palestinesi e italiani lavorare fianco a fianco nella riscoperta di un’arte del passato, i mosaici, e nella creazione di vere e proprie opere d’arte, rappresentazioni di mosaici originali della Terra Santa.
L’incipit del progetto risale, in realtà, al 1997, anno in cui padre Michele Piccirillo, noto archeologo francescano, iniziò a formare giovani palestinesi. Tante le difficoltà superate nel corso degli anni, ma tante anche le soddisfazioni e i risultati: nel corso degli ultimi mesi la mostra, che include riproduzioni di mosaici di Gerusalemme, Nablus, Betlemme e Gaza, è stata esposta presso l’Al-Quds University di Gerusalemme, a Hebron (Cisgiordania) e a Mazara del Vallo (Sicilia), e sarà presto portata anche a Milano. “Rifare nascere l’arte del mosaico in Terra Santa è stato un grande merito dei francescani”, ha dichiarato Hamdan, spiegando l’importanza dell’arte come strumento di pace e di sviluppo culturale.