“Spesso i nostri ragazzi si mettono addosso magliette che veicolano messaggi di cinismo, duri e talvolta violenti. Questo è stato un lavoro che ha permesso di realizzare un abbigliamento come piace a loro, con stili toni e colori che gli piacciono, che però porta in giro la speranza.”
Le gocce di rugiada non fanno clamore e non ne fa il filo d’erba che cresce sul terreno scuro. Nemmeno quando cresce tra le crepe lo si nota, ma questo, silenzioso, copre di verde tutto. E verde è il colore scelto da Sara che ha disegnato una collina con un sole formato dalle tessere di mosaico, che compongono la frase Peace begins with a smile: “La pace inizia con un sorriso”. Il verde di speranza sotto un sole di pace. La stessa speranza che Cecilia ha scelto di rappresentare con una fenice che rinasce dalle ceneri e si erge vittoriosa sul muro di separazione tra Israele e Palestina; la stessa pace che Isabella rappresenta con una gabbia aperta circondata di fiori, da cui si librano in volo due splendide colombe e tra le sbarre la scritta Peace Please, “Pace per favore”.
Non sono immagini complicate, sono messaggi semplici che si colgono al volo, eppure non scontati, elaborati con grande impegno dagli studenti delle classi di grafica dei Licei Manfredini di Varese, a partire dall’incontro con alcuni collaboratori di associazione Pro Terra Sancta, in occasione di momenti di sensibilizzazione sulla situazione in Medio Oriente. Le grafiche sono state pensate per la stampa su magliette per gli studenti della scuola con lo scopo da un lato di trasmettere un messaggio e dall’altro per contribuire al sostegno dei progetti di Pro Terra Sancta. Parte del ricavato verrà infatti devoluto all’associazione.
“L’iniziativa – spiega la coordinatrice didattica, Lorena Volontà – parte dall’incontro con la vostra realtà [Pro Terra Sancta n.d.r] e da una preoccupazione educativa: quanto più i ragazzi sono capaci di interessarsi al mondo e a preoccuparsi dell’altro, tanto più imparano o, meglio, tanto più imparano con intelligenza. Oggi statisticamente i ragazzi sono poco in nesso realmente con il mondo, hanno moltissimi strumenti e informazioni, ma è come se fosse tutto sempre molto virtuale, distante, mediato dal supporto digitale, per cui entra poco nel cuore”.
Per questo in occasione dell'intensificarsi del terribile conflitto tra Israele e Palestina, a partire dal 7 ottobre 2023, la direttrice e i professori hanno invitato un collaboratore di Pro Terra Sancta per aiutare i ragazzi della scuola a comprendere meglio la realtà del Medio Oriente. “Non solo – continua la prof. Lorena – per comprendere la storia e il contesto geopolitico che comunque sono fondamentali per capire, ma soprattutto per incontrare una persona fisica, e scoprire le storie e i volti delle persone con cui lavorate, cioè la carne e il sangue, perché questo sì entra nel cuore”.
L'iniziativa delle magliette per la pace
In seguito a questi incontri, a più riprese gli studenti hanno pensato ad iniziative di solidarietà a favore di Pro Terra Sancta nel corso di tutto l’anno. Poi l’idea di una collaborazione con le classi di grafica: “la sfida -racconta il prof. Riccardo Viganò – era creare un prodotto che potesse servire all’associazione per raccontare le sue attività e allo stesso tempo sensibilizzare un pubblico giovane”. Una sfida, quella di poter raggiungere e coinvolgere, che anche Pro Terra Sancta si trova ad affrontare.
“Ai ragazzi – continua Riccardo – proponiamo spesso progetti curricolari legati ad aziende che possano già introdurli alla pratica di quello che studiano; questo progetto inizialmente sembrava meno sfidante dal punto di vista professionale, ma poi si è rivelato essere importantissimo anche dal punto di vista curricolare. È venuto qualcuno dell’associazione e ha spiegato un’esigenza reale e sfidante, come potrebbe essere quella di un’azienda, ma con uno scopo ancora più importante”.
Le magliette, infatti, sono state realizzate a partire da indicazioni di colori e elementi grafici dell’associazione, sviluppati e arricchiti dal design dei ragazzi. Per la coordinatrice didattica Lorena Volontà l’iniziativa è stata un successo: “per i ragazzi – spiega – e per i genitori”. Un lavoro sicuramente da portare avanti e da declinare in altre attività grafiche. “Perché – ripete il prof. Viganò – oltre a essere sfidante dal punto di vista curricolare è un modo esclusivo per i ragazzi di creare qualcosa con le loro mani, che può davvero dare un contributo utile in Paesi devastati. Questo ci ha dato una carica incredibile”.
E per la prof. Volontà non ci sono dubbi: è già l’inizio di un nuovo cambiamento culturale per i ragazzi che “spesso – conclude – si mettono addosso magliette che veicolano messaggi di cinismo, duri e talvolta violenti. Questo è stato un lavoro che ha permesso di realizzare un abbigliamento come piace a loro, con stili toni e colori che gli piacciono, però che porta in giro la speranza”. Nuovi fili d’erba, nuovi fili di speranza su un terreno scuro.
