Quando mettiamo piede in casa di Michel, capiamo immediatamente che la situazione è decisamente più grave del previsto.
Io e il mio collega di Pro Terra Sancta in Libano stentiamo a nascondere il dolore per le condizioni in cui l’anziano Michel Rassam è costretto a vivere.
Sporco e disordine regnano sovrano nelle piccole stanze di questo appartamento a Beirut. E pensare che solo settant’anni fa la capitale del Libano era considerata dal mondo come “la Parigi del Medi Oriente”.
Il nostro lavoro ci porta all’interno di case sempre più fatiscenti e inospitali, curate da famiglie spesso sole, che negli ultimi anni hanno abbandonato ogni speranza.
Sulle pareti della casa di Michel solo immagini della Sacra Famiglia e di San Charbel, il santo libanese.
Michel Rassam ci accoglie con un sorriso stanco, ma pieno di gratitudine per la nostra visita. Il divano su cui è seduto si affaccia sulla piccola cucina che raggiunge appoggiandosi al suo vecchio girello da cui non si separa mai.
Ci offre un tè caldo alla menta e, dopo i convenevoli, inizia a raccontarci con voce flebile, ma seria, la sua storia. È una storia che, purtroppo, accomuna molti anziani del Paese dei cedri.
Michel ha 91 anni, è un uomo solo, caparbio, e nella vita non ha mai voluto chiedere aiuto a nessuno per andare avanti, nonostante mille difficoltà. Pur di non fare l’elemosina, passa tutto il giorno a vendere biglietti della lotteria lungo le affollate e inquinate strade di Beirut.
Ma arrivato a questa età, il fisico non regge più, le energie sono esaurite e stare in piedi tutto il giorno è ormai impossibile. Nella cultura araba sono i figli che si prendono cura dei genitori anziani. Ma cosa possono fare gli uomini e le donne che di figli non ne hanno o che si trovano lontano da casa? Ci sono dei quartieri libanesi, in cui si vedono ormai solo donne, bambini e anziani lasciati a loro stessi. Sono tanti anni che il governo del Libano non garantisce più i diritti elementari ai suoi cittadini. Uno di questi è il diritto all’invecchiamento. Non vi sono pensioni, le banche non erogano più soldi, il crollo della lira ha reso difficile comprare il pane quotidiano.
Non poter più lavorare oggi in Libano è una triste condanna. Anche quando hai 91 anni.
Michel Rassam rappresenta la sofferenza di tutti gli anziani lasciati soli e abbandonati alla negligenza del loro Stato. “Zio Michel”, come viene chiamato dalla gente del quartiere, è un uomo destinato a invecchiare in solitudine, senza nessuno che si preoccupi di lui, della sua pessima salute o che lo aiuti ad affrontare le difficoltà della vita. Noi di Pro Terra Sancta in Libano conosciamo bene le realtà delle persone più bisognose a Beirut e Tripoli. La nostra missione è quella di essere una luce di speranza nell’oscurità.
L’altra mattina in ufficio, appena siamo venuti a conoscenza della storia di Michel, siamo corsi a trovarlo, preoccupati che le condizioni malsane della sua abitazione potessero nuocere alla sua salute. E, purtroppo, non ci sbagliavamo. Come accennato in precedenza, appena l’anziano signore si è presentato, ci siamo immediatamente accorti che Michel aveva bisogno di un intervento medico urgente.
Ci era stato detto che quest’uomo non stava bene, ma la verità era molto più grave ed era evidente. L’anziano signore stava per morire. Lo abbiamo portato d’urgenza in ospedale, dove ha trascorso un mese in terapia intensiva.
I medici ci hanno consigliato di non avere grandi speranze: le sue condizioni erano davvero critiche. Grave trombosi venosa ai piedi, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, polmoni che funzionano a malapena.
Dio sa se siamo arrivati in tempo.
Dopo un mese, succede il miracolo. Ci chiamano dall’ospedale dicendo che zio Michel ce l’ha fatta, sta bene e può ritornare a casa. Lo andiamo a prendere con gioia e ogni mese gli procuriamo la ricetta medica, che oggi costa tre milioni di lire libanesi (che corrispondono a 1.900€).
Abbiamo fatto del nostro meglio per assicurargli un letto in una casa di cura, ma è praticamente impossibile, perché quelle private o sono troppo costose o sono piene e il governo non offre alternative.
Questo Santo Natale vogliamo che la casa di Michel brilli della luce di Betlemme e gli dia la forza di affrontare le difficoltà con fede e speranza. Gli abbiamo promesso di prenderci cura di lui per tutto il tempo che gli resta, convinti che il desiderio di mandare avanti la nostra missione e di aiutare quante più persone possibile è più grande di qualsiasi sfida.
Abbiamo salvato con orgoglio la vita dello zio Michel e continueremo a fare luce, a diffondere umanità e a seminare speranza finché ce ne sarà bisogno.