La Settimana Santa vissuta nei luoghi della Passione, morte e Risurrezione di Cristo è un momento davvero particolare. È a Gerusalemme, infatti, che si trovano i luoghi della fede cristiana e non sorprende che ogni anno migliaia di fedeli e pellegrini si ritrovino qui a seguire le numerose celebrazioni che dal monte degli Ulivi portano al Santo Sepolcro.
La Domenica delle Palme
La mattina della Domenica delle Palme, si respira a Gerusalemme un’aria di festa. Dalle porte della Basilica del Santo Sepolcro escono solenni canti in latino. All’interno, mons. Pierbattista Pizzaballa è seduto di fronte all’Edicola del Santo Sepolcro, distribuisce le palme ai fedeli e introduce la messa. La penombra della Basilica si colora improvvisamente del rosso delle tuniche sacerdotali, dell’azzurro del velo delle suore e del verde delle palme. I religiosi e le religiose girano per tre volte intorno all’Edicola sorreggendo il ramo di palma in una mano e il Vangelo nell’altra.
Nel primo pomeriggio, le strade di Gerusalemme accolgono una seconda processione delle palme, questa volta a cielo aperto. Sono migliaia i fedeli e i pellegrini che si muniscono di palme e dal santuario di Betfage, il luogo in cui i discepoli trovarono l’asina utilizzata da Gesù per l’ingresso a Gerusalemme, si dirigono verso la Città Vecchia. Tutta la gente canta e i più giovani ballano al ritmo di chitarre, trombe e tamburi che accompagnano la processione. A metà strada, ecco che un gruppetto di ragazzi intona canti con la cornamusa. In quel giorno i cristiani non passano inosservati. Durante la salita, alcuni pellegrini si fermano per ammirare la Città Vecchia dall’alto, fare qualche selfie e indicare al compagno di viaggio i luoghi conosciuti. Al canto di «Hosanna in excelsis Deo», l’allegro corteo riprende il cammino fino alla Porta dei Leoni.
La sera del giorno dopo, ci si ritrova a Betania per la celebrazione eucaristica. Fra Francesco Patton benedice oli, aromi e nardo che porrà sulle mani dei sacerdoti il Giovedì Santo.
I giorni successivi sono caratterizzati da numerose messe e processioni solenni.
L'eccezione del Giovedì Santo
Mercoledì, l’appuntamento per i fedeli è al Santo Sepolcro perché la tradizione stabilisce che in questo giorno venga esposta e venerata la colonna a cui fu legato Gesù mentre veniva flagellato.
Il Giovedì Santo, la Chiesa di Gerusalemme entra assieme a quella di tutto il mondo nel Triduo Pasquale. La mattina presto, fedeli e pellegrini possono assistere alla peculiare benedizione degli oli sacri per i catecumeni, i sacerdoti e gli infermi davanti all’Edicola del Santo Sepolcro. La liturgia del giorno è presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, che, al termine della liturgia, lava i piedi a 12 parrocchiani. È in questo giorno, infatti, che si ricorda l’episodio evangelico dell’Ultima Cena e della Lavanda dei piedi. La tradizione colloca questi fatti nella sala del Cenacolo, situata sul monte Sion a Gerusalemme. Nel pomeriggio si aprono in via eccezionale le porte alla liturgia nella sala dove Gesù cenò l’ultima volta con i suoi discepoli. Al Cenacolo infatti, proprietà dello Stato di Israele dal 1948 (una tradizione vuole che sotto vi sia sepolto il re Davide), non è permesso celebrare la messa e la liturgia a cui si assiste è semplice ed essenziale, ma molto intensa al tempo stesso. Dopo aver recitato delle letture e circondato dai fedeli, fra Francesco Patton benedice l’acqua delle caraffe che utilizzerà per lavare i piedi ad altri dodici frati.
Alle 21:00, il corteo si ritrova al Getsemani e celebra l’Ora Santa nella nell’Orto degli Ulivi per meditare sull’agonia di Gesù. Due ore dopo, si assiste alla processione fino al palazzo di Caifa, che ricorda l’arresto di Gesù.
La particolarità del Sabato Santo
Il Venerdì Santo, il corteo si ritrova sulla via dolorosa per compiere la Via crucis. Fedeli e religiosi toccano tutte le stazioni fino ad arrivare al Santo Sepolcro.
La sera, presso la Basilica del Santo Sepolcro, sul luogo in cui Cristo morì in croce, si assiste alla processione funebre. Questo è un momento davvero unico, perché in nessun altro paese al mondo si svolge ancora un rito simile: due frati tolgono la corona di spine e i chiodi dalla statua che raffigura Cristo sulla croce per poi deporlo nel sudario. Successivamente, il Custode di Terra Santa lo cosparge di oli e incenso e guida la processione verso il Sepolcro, dove viene posta la raffigurazione di Cristo.
Il Sabato mattina, nella Basilica del Santo Sepolcro, accade un evento unico al mondo: alle prime luci del giorno, Gerusalemme celebra la Risurrezione di Cristo. Questo è il privilegio che ha ogni anno la Chiesa in Terra Santa per motivi legati allo Status Quo. Tutti i sacerdoti sono vestiti di bianco e mons. Pizzaballa celebra la liturgia. Dopo la lettura di sette letture e sette salmi del Vecchio Testamento, i frati della Custodia di Terra Santa suonano le campane a festa. Il Vangelo della Pasqua viene proclamato davanti all’ingresso del sepolcro vuoto. Come il giorno successivo, la mattina di domenica, quando una nube di incenso accoglie il Patriarca di Gerusalemme dei Latini che celebra la Messa pontificale e dirige la processione solenne attorno all’edicola.
Emmaus al-Qubeibeh
Il villaggio di Emmaus è il luogo di una delle prima apparizioni di Cristo dopo la Resurrezione. In Terra Santa, i francescani celebrano l’apparizione a due discepoli il Lunedì dell’Angelo ad Emmaus al-Qubeibeh, presso il Santuario della Manifestazione. Fra Francesco Patton ripete il gesto del pane spezzato da Gesù in memoria della sua manifestazione a Simeone e Cleofa.