La situazione in Siria rimane estremamente complessa e in continua evoluzione.
Nelle ultime settimane, il Paese ha assistito a una significativa escalation di violenza, in particolare nelle province costiere di Latakia e Tartus, dove risiede la minoranza alawita. Questi scontri hanno provocato oltre 1.300 morti, con testimonianze di atrocità commesse contro civili, inclusi bambini.
Con le tue mani, papà
Kamal è un ingegnere meccanico di Aleppo: da quando è molto giovane lavora insieme al padre in un'officina che produce pezzi di ricambio in ferro per vari tipi di macchinari industriali.
Questo lavoro fatto di precisione e di competenze specifiche tramandate di maestro in allievo - nel suo caso anche di padre in figlio - lo ha sempre affascinato: costituisce per lui un legame profondo con le sue origini e quindi con il suo Paese, la Siria.
Oggi anche Kamal ha un figlio: Aymad. E per Aymad desidera le stesse possibilità che ha avuto lui: un lavoro sicuro e soddisfacente all'interno del loro Paese. Per questo ha aderito al programma WIP - Work In Progress, progetto che sostiene i piccoli imprenditori locali nel tentativo di avviare e tenere in piedi un'attività senza lasciare la propria terra: pensare al presente per pensare al futuro, costruire oggi una stabilità futura per il Medio Oriente.
"Quando non è a scuola sono felice di condividere la mia passione e il mio lavoro con mio figlio; e chissà, magari un giorno continuerà questa tradizione di famiglia..." La speranza di Kamal è che Aymad possa scegliere: scegliere di partire o di restare, di continuare l'impresa di famiglia o di prendere una strada diversa. In ogni caso, suo papà lo guarderà crescere con orgoglio, sapendo che tutta la propria fatica e il proprio impegno saranno valsi a qualcosa di importante.
Il ritorno dalle prigioni
"Quando hanno liberato il Paese hanno aperto le prigioni". Jean-François Thiry, nostro project manager ad Aleppo, ci racconta un fenomeno di cui quasi nessuno parla, ma che ha profonde conseguenze psicosociali. "Da quella di Sednaya (30 chilometri a nord di Damasco) sono uscite 30mila persone, per lo più prigionieri politici, alcuni lì da 40 anni, torturati, in condizioni disumane. Ora molti sono tornati, sono ex militari che han fatto la guerra per dieci anni e sanno fare solo questo. Il loro stato psicologico è devastato. Due settimane fa abbiamo aperto un centro per la riabilitazione psicologica. Tra di loro c’è chi preferirebbe tornare in prigione perché non riesce a riadattarsi. Un bisogno enorme da incontrare e guardare."
"Le donne che sosteniamo non sapevano dove fossero i loro mariti", spiega Jean-François. "Stiamo cercando di dare un’educazione sia ai bambini che non vanno a scuola ma a lavorare, sia alle mamme, una formazione professionale che permetta loro di guadagnare di che vivere, perché io penso che la diseducazione porti violenza."
Latakia
Ascolta qui la testimonianza di padre Fadi sulle violenze sanguinose che hanno avuto luogo nel Paese negli ultimi giorni!
Aleppo
La situazione in Siria rimane estremamente complessa: dopo il cambio di potere avvenuto l'8 dicembre, il Paese non è più amministrato esclusivamente da un'autorità centrale. Nonostante la leadership di Ahmad al-Shara, noto come Jawlani, il controllo del territorio è distribuito tra varie realtà locali; in questo contesto di forte instabilità, è fondamentale continuare a sostenere le comunità locali attraverso aiuti umanitari, iniziative di sviluppo e progetti di ricostruzione, affinché la popolazione possa affrontare le difficoltà quotidiane e ricostruire un futuro più stabile e sicuro.
E' ancora emergenza in Siria dove da mercoledì 27 novembre sono riprese le tensioni. Aleppo è occupata dai jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham e altri gruppi di opposizione al governo di Damasco. Ci sono difficoltà a fare arrivare rifornimenti di beni e l'acqua arriva a singhiozzi.
"Purtroppo, il Terra Santa College è stato colpito da un attacco aereo: un missile che ha distrutto una delle sezioni del monastero, ovvero il magazzino. Per fortuna, i frati stanno bene, e il processo di produzione emergenziale del pane sta continuando. E' veramente importante continuare, soprattutto dopo il blocco delle strade per portare la farina dentro e fuori Aleppo. Al momento, stiamo affrontando interruzioni dell’elettricità, mancanza di acqua, e ci sono numerose voci sui social media riguardo anche alla possibilità di un’interruzione delle comunicazioni. Grazie per il vostro aiuto!".
Di cosa c'è bisogno?
Abbiamo bisogno di sostegno per:
- Produzione e distribuzione pane ad Aleppo per le famiglie rimaste, sia a ovest che a est.
- Cucina e aiuto per cibo e medicine per le famiglie rimaste ad Aleppo. Si teme un aumento dei prezzi a causa del blocco delle strade.
- Fornire supporto alle famiglie sfollate di Aleppo e Hama, in arrivo verso le città di Latakia e Damasco, con aiuto per sistemazione nei conventi, centri di accoglienza e case affittate.
- Aiuto a queste famiglie sfollate con cibo e coperte per il prossimo mese, e medicine per i casi più sensibili.