Il calendario liturgico ricorda oggi la Visitazione di Maria, cioè il viaggio della Vergine presso la casa della sua parente Elisabetta. L’episodio, narrato nel capitolo primo del Vangelo di Luca, è famoso. Maria, allora incinta di Gesù, si reca presso la casa dell’anziana Elisabetta, anche lei in gravidanza (ne sarebbe nato Giovanni Battista) e ormai al sesto mese, per aiutarla nelle faccende domestiche.
Magnificat ánima mea Dóminum
Il Vangelo restituisce un quadro delicatissimo dell’incontro tra le donne: Elisabetta, che nella sua vecchiaia disperava della possibilità di avere figli, saluta con commozione e gioia Maria, che recava in grembo Gesù. È, questo, il momento in cui la Vergine intona il canto del Magnificat, che ancora oggi si prega durante l’ora vespertina.
Il luogo in cui si colloca quest’episodio non ci è tramandato nella narrazione del Vangelo. Luca non dice altro che accadde presso una “regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1, 39). La città non doveva essere molto lontana da Gerusalemme, dove fu annunciata a Zaccaria la nascita del figlio suo e di Elisabetta, Giovanni. E non doveva essere un centro molto grande, visto che Luca ci dice che per i primi cinque mesi Elisabetta “si tenne nascosta” (Lc 1, 23). Ma, per i primi secoli dell’epoca cristiana, non possediamo nessuna ulteriore informazione sulla località.
Solo nel VI secolo un pellegrino di nome Teodosio, in visita in Terra Santa, afferma di aver trovato il luogo dove viveva Elisabetta a cinque miglia da Gerusalemme. La distanza corrisponde a quel villaggio di Ain Karim (o Ein Karem) che in un calendario di VII-VIII secolo è detto essere il villaggio della “giusta Elisabetta”.
L'opera di Barluzzi presso Ain Karim
Si affermava così, molto tardi, la tradizione per cui fu qui ad Ain Karim che Elisabetta visse con il marito Zaccaria e il loro figlio Giovanni. E qui, a pochi chilometri a ovest di Gerusalemme, oggi, si può vedere la chiesa che ricorda proprio l’episodio della Visitazione. L’edificio che si può ammirare oggi risale al 1939 ed è opera dell’architetto italiano Antonio Barluzzi.
Il complesso odierno si compone di una chiesa e della cripta dove, secondo la tradizione, si sarebbe effettivamente trovata la casa di Zaccaria e di Elisabetta. L’edificio superiore, la chiesa, si sviluppa bruscamente verso l’alto: un’idea brillante per sottolineare lo slancio che trasmettono le parole del Magnificat. Notevole è il mosaico sulla facciata, che rappresenta la Vergine in cammino verso la “regione montuosa” di cui parla Luca, mentre alcuni angeli l’accompagnano.
La cripta, collocata al piano inferiore, proietta immediatamente il pellegrino in uno spazio domestico. Un pozzo centrale rimanda alle necessità quotidiane, mentre lo spazio raccolto invita a immaginare la quiete e la pace in cui vivevano le due parenti, custodendo i doni che il Signore aveva portato loro.
Tre gradevoli affreschi, di stile italiano, ricordano gli episodi connessi alla nascita di Giovanni Battista: l’apparizione dell’angelo Gabriele a Zaccaria presso Gerusalemme; la Visitazione vera e propria; la strage degli innocenti a cui Elisabetta ha premurosamente sottratto il piccolo Giovanni. Si tramanda, infatti, che una roccia all’interno della cripta sia il luogo in cui Giovanni fu posto dalla madre perché restasse nascosto alle truppe di Erode, che si aggiravano tra Betlemme e Gerusalemme.
Sosta presso il "pozzo di Maria"
Barluzzi recuperò il complesso architettonico che vede una chiesa sovrapposta alla cripta a partire, probabilmente, dalla struttura medievale. Anche allora alla cripta era sovrapposta una chiesa. Durante l’epoca crociata, accanto a questo insieme fu edificato anche il convento ancora oggi visibile attraverso l’ombreggiato cortile interno alla cinta. Ai tempi, possiamo essere certi che l’ala che ospitava il convento avesse anche funzioni difensive.
Con la cacciata dei crociati dalla Terra Santa, nel 1187, il santuario della Visitazione presso Ain Karim sprofondò nell’oblio, e, dopo una breve dominazione armena, passò in mani musulmane entro il XVI secolo. Solo in pieno XIX secolo i francescani poterono tornare a celebrare presso la cripta.
Si può sostare anche, non lontano dalla chiesa della Visitazione, presso il cosiddetto “pozzo di Maria”. Si tratta di una sorgente naturale, posta ai piedi del rilievo su cui sorge il santuario, a cui si dice Maria attingesse acqua per portarla ad Elisabetta. Poco più su, ormai verso la strada che piega verso il complesso cristiano, svetta un minareto. Anche i musulmani, infatti, ritengono che la nascita di Giovanni Battista abbia qualcosa di miracoloso, e ne fanno memoria sul sito dove nacque il bambino.
Venite anche voi a visitare la chiesa della Visitazione a Gerusalemme!