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Un anno di Servizio civile in Terra Santa: intervista a due volontarie

23 Giugno 2023
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Un anno di Servizio civile in Terra Santa: intervista a due volontarie
<strong>Un anno di Servizio civile in Terra Santa: intervista a due volontarie</strong>

Domani sera, le sette volontarie del Servizio Civile Universale a Gerusalemme e Betlemme torneranno in Italia dopo undici mesi di servizio in Terra Santa. Una volta terminati gli studi universitari, le ragazze sono state selezionate per svolgere il Servizio Civile con Pro Terra Sancta e, terminata l’esperienza, abbiamo posto alcune domande a due di loro: Caterina da Betlemme e Giulia da Gerusalemme.

Di seguito l’intervista.

Caterina e Giulia, raccontateci brevemente cosa avete fatto durante quest’anno di Servizio civile universale.

Caterina: “Durante quest’anno di Servizio Civile a Betlemme mi sono occupata dell’insegnamento dell’italiano ai frati francescani della Custodia di Terra Santa. Il corso aveva una durata di 12 ore settimanali e la mia classe era formata da 8 studenti, quattro di origine africana, tre latino-americani e uno slovacco. Lo studio di questa lingua per loro è propedeutico allo studio della teologia.

Un’altra attività di cui mi sono occupata è stato l’affiancamento alla responsabile delle attività culturali. Quest’anno, oltre all’organizzazione di vari eventi come cultural talks, concerti, spettacoli per adulti e bambini, abbiamo valorizzato al meglio l’edificio in cui sono collocati gli uffici di Pro Terra Sancta, il Dar Al Majus Community Home e le opere o istallazioni presenti al suo interno.

Per quanto riguarda la parte progettuale, invece, mi sono occupata del costante aggiornamento di un file che descriveva le principali caratteristiche dei progetti in corso, di quelli terminati e delle proposte progettuali presentate ai vari enti donatori dall’ufficio di Pro Terra Sancta di Betlemme.

Ho inoltre realizzato delle ricerche in ambito culturale, riguardo alla Basilica e alla realtà dei cristiani a Betlemme.

SCU
Caterina con alcuni suoi studenti

Giulia: Durante questi undici mesi di Servizio Civile nella Città Santa ho lavorato per l’Ufficio dei Beni culturali della Custodia di Terra Santa, che tra le tante cose, progetta la realizzazione della sezione storica del Terra Sancta Museum.

Per i Beni culturali ho gestito diversi compiti. In primis, ho preparato numerosi inventari presso i conventi francescani e questo grande lavoro lo continuerò quest’estate prima a Rodi e poi a Rom. Lo scopo è quello di inserire in un unico database tutti i beni culturali dei francescani, dalle opere d’arte agli oggetti per le cerimonie. Poi ho digitalizzato e trascritto alcuni manoscritti dell’archivio della Custodia che poi andranno esposti nel museo [il Terra Sancta Museum n.d.r], la cui apertura è prevista nel 2026. Infine, o seguito diversi progetti soprattutto sul restauro di documenti e libri antichi in collaborazione con il patriarcato armeno, che ha un incredibile laboratorio di restauro.

Giulia negli uffici della Custodia

Dopo undici mesi sul campo, quali professionalità avete raggiunto?

Caterina: In questi mesi sul campo penso di aver sviluppato una buona capacità di insegnamento della lingua italiana agli stranieri: più di 300 ore in aula, infatti, mi hanno permesso di imparare a organizzare il lavoro, gestire la classe, apprendere modalità nuove di didattica attiva e sperimentare cosa significa valutare l’apprendimento.

Sia grazie all’insegnamento sia lavorando in un contesto così profondamente diverso dal mio, ho inoltre migliorato la mia capacità di relazione con persone appartenenti a culture diverse dalla mia.

Un aspetto che non credevo avrei sperimentato ma che mi ha inaspettatamente molto appassionata è l’organizzazione e la gestione degli eventi culturali. Quest’attività mi ha permesso di relazionarmi con diverse realtà e persone ed è stata un’occasione per riscoprire la bellezza e la ricchezza del luogo in cui ho lavorato tutti questi mesi.

Giulia: Il livello di inglese professionale è migliorato tanto e questo era un obiettivo che avevo prima di partire.  Scrivo spesso contratti per i prestiti di oggetti dei francescani destinati alle mostre temporanee in altri musei. Mi ha colpita fin da subito scoprire il mondo degli archivi di biblioteche e musei. È impressionante tutto il lavoro che c’è negli anni prima dell’apertura di un museo; era un mondo che non conoscevo e mi ha fatto aprire gli occhi su un mondo davvero affascinante.

Formazione a Sebastia
Staff di PTS in Dar al-Majus

Pensate che il Servizio Civile all’estero vi abbia aiutato a capire quale lavoro vorrete fare in futuro?

Caterina: Quest’anno di servizio all’estero è stato un’occasione di crescita professionale per due ragioni. La prima motivazione è che inaspettatamente – ci tengo a sottolinearlo perché le cose inaspettate e che non desideri spesso sono quelle più utili e di cui hai bisogno – mi è stato chiesto di occuparmi dell’insegnamento, che poi è diventata la mia mansione principale. Pian piano, investendo energie e tempo mi sono appassionata molto a questo lavoro tanto da capire che in un prossimo futuro mi piacerebbe moltissimo conseguire una certificazione che mi permetta di poter insegnare italiano agli stranieri. Questo tipo di insegnamento pone sempre di fronte a nuove sfide ma allo stesso tempo richiede tanta passione e creatività, connubio perfetto di ciò che cerco a livello professionale.

Dall’altro lato questi mesi sono stati la conferma di quello che desideravo prima di partire e che vorrei diventasse il mio lavoro nei prossimi mesi, ovvero occuparmi della formazione e dell’orientamento dei giovani o degli adulti per aiutarli a entrare con più consapevolezza nel mondo del lavoro, sviluppando e sfruttando al meglio le loro capacità. Assistendo all’implementazione di progetti simili da parte dell’associazione si è confermato il desiderio di perseguire questa strada professionale anche in Italia.

Giulia: Non so precisamente quale lavoro vorrò fare nella vita. Quest’anno di servizio mi ha aperto a un mondo che non sapevo esistesse e che ora è incluso nelle mie opzioni lavorative. Penso sia importante anche aggiungere che, come tante esperienze nella vita, anche questa mi ha aiutato a capire cosa non voglio fare tra le tante attività che ho svolto e le responsabilità che ho avuto.

Volontarie SCU
Le volontarie a Gerusalemme e nel deserto di Giuda
Volontarie SCU

Il lavoro dei volontari per noi è fondamentale per portare avanti le tante opere e attività in Terra Santa. Per questo ringraziamo ognuno di loro e siamo pronti ad accogliere i nuovi volontari che raggiungeranno le nostre sedi tra luglio e agosto.  

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