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Un anno di Servizio Civile in Terra Santa: le storie dei nostri volontari

21 Giugno 2024
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Un anno di Servizio Civile in Terra Santa: le storie dei nostri volontari
Un anno di Servizio Civile in Terra Santa: le storie dei nostri volontari

Tra qualche giorno, i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Universale faranno rientro in Italia dopo undici mesi di servizio presso le sedi di Pro Terra Sancta a Gerusalemme e Betlemme.

Un anno intenso, ma che sembra essere volato per l’importanza dei momenti vissuti in un periodo storico tanto drammatico quanto significativo.

Questa esperienza, segnata in particolar modo dallo scoppio della guerra su Gaza il 7 ottobre scorso, è stata per molti un’occasione di crescita personale e umana. Tredici volontari, ragazzi e ragazze con alle spalle background di studi diversi, sono stati selezionati per contribuire alle diverse attività svolte da Pro Terra Sancta in loco. Oggi, condividiamo alcune delle loro testimonianze sull’anno trascorso.

I I ragazzi del servizio civile di Betlemme.
I volontari di Betlemme.

Giulia che ha svolto il suo servizio a Betlemme, racconta: “In questo anno spesso mi sono ritrovata e sentita impotente davanti a tutto quello che succedeva attorno a noi. Quello che il servizio civile mi ha insegnato è che il nostro contributo è prezioso anche se piccolo. Lavorare sui progetti a favore della comunità di Betlemme e di alcune famiglie di Gaza per me ha dato un senso al nostro essere qui.”

Massimiliano, anche lui volontario a Betlemme, aggiunge: “La mia esperienza del Servizio Civile è stata estremamente formativa. Sono stato catapultato in un contesto lavorativo a me estraneo, dovendo interagire quotidianamente con bambini con disabilità mentali e motorie gravi. Nonostante le molte difficoltà iniziali, sono riuscito ad oltrepassare i miei 'limiti' e apprezzare e integrarmi perfettamente in una realtà nuova e difficile. Dal punto di vista sociale, ho fatto tantissime nuove conoscenze interessanti, allargando i miei orizzonti e abbracciando una cultura a me precedentemente estranea."

Massimiliano all'Hogar Nino Dios.
Massimiliano all'Hogar Niño Dios.

"Ovviamente," continua, "le difficoltà derivanti dalla situazione politica hanno lasciato forti strascichi e non hanno consentito di vivere spensieratamente e nella sua interezza la bellissima realtà palestinese. Tuttavia, mi hanno illuminato ulteriormente sulla complessità insita in questo contesto e su come continuative ingiustizie perpetrate nei decenni abbiano fatto della resistenza e della resilienza, nelle più varie accezioni, due tratti dominanti di questo popolo che, nonostante le difficoltà quotidiane, decide di non arrendersi. Questo secondo me può rappresentare un esempio per tutti quanti, sia se applicate a una dimensione individuale che più amplificata.”

L’esperienza di servizio a Betlemme è stata, come raccontano Giulia e Massimiliano, un’occasione unica per scoprire che anche un piccolo contributo può essere molto significativo, e che situazioni che inizialmente sembrano spaventose spesso riservano grandi scoperte.

I I ragazzi del servizio civile di Gerusalemme, foto di gruppo.
I volontari di Gerusalemme.

Anche da Gerusalemme i nostri volontari raccontano di come questo anno sia stato molto importante e significativo per loro sotto molti punti di vista.

Racconta Diletta: “Durante il mio servizio civile universale in Palestina, ho avuto l'opportunità di vivere esperienze indimenticabili a contatto con la comunità locale. Ho conosciuto persone straordinarie, accoglienti e resilienti, che mi hanno insegnato tanto sulla forza e la solidarietà. Ogni giorno era stimolante, ricco di incontri e scambi culturali che mi hanno arricchito profondamente. Tuttavia, la realtà attuale in Palestina mi ha fatto riflettere profondamente sui privilegi che spesso diamo per scontati. Vivere in un contesto di ingiustizia e conflitto mi ha aperto gli occhi sulla tristezza e la difficoltà che molte persone affrontano quotidianamente. Questa esperienza mi ha reso più consapevole dell'importanza della giustizia e della pace, e del nostro dovere di non rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze altrui.”

Continua Margherita: “Ritengo che il Servizio Civile rappresenti un'ottima opportunità per chiunque desideri affacciarsi al mondo del lavoro e vivere un anno all'estero. Sono grata di aver passato un anno della mia vita a Gerusalemme poiché è una città unica al mondo che mi ha permesso di incontrare e conoscere persone straordinarie.”

Maryam, raccontando del lavoro svolto, afferma: “Quest’anno è volato, eppure allo stesso tempo è sembrato non passare mai. Essere operatore volontario del servizio civile a Gerusalemme nell’anno in cui gli equilibri geopolitici mondiali, per come li conoscevamo, sono cambiati per sempre, significa imparare ad ascoltare e osservare. Mi sento di dire che è stato un anno ricco di scoperte. Il mio lavoro all’ufficio dei beni culturali del Terra Sancta Museum è stata un’esperienza molto positiva. Una delle attività più interessanti è stato muoversi nel dietro le quinte delle mostre. Ho imparato a redigere le liste e le condizioni dei contratti per il prestito di oggetti appartenenti al museo e destinati alle mostre temporanee all’estero."

Giorgia e Maryam nel laboratorio di restauro.
Giorgia e Maryam nel laboratorio di restauro.

"Non sempre è stato facile sia a livello logistico che psicologico," aggiunge, "perché a causa della situazione in corso i lavori sono andati molto a rilento, e alcuni progetti sono stati addirittura rinviati. Non abbandonarci a un sentimento negativo di frustrazione è stata una grandissima sfida, ma innegabilmente ci ha portato a crescere a livello umano e sociale. Su questo punto ci siamo aiutati a vicenda tra noi volontari, e aggiungo che siamo stati veramente fortunati perché si è creata sin da subito una forte unione, che ci ha portato a creare un legame familiare e un sentimento di amicizia e supporto sincero. Non è stato un anno facile, ma crescere non è mai facile. Le persone che siamo adesso non sono le persone che eravamo un anno fa, ed è questo l’obiettivo principale che ci si pone quando si affronta un’esperienza del genere.”

Conclude Lucia: “E’ stato un anno complesso ma che ha riservato anche belle scoperte. Ho visitato molti posti e conosciuto persone diverse. L’inizio della guerra ad ottobre è stato lo spartiacque di questa esperienza. Vivere a Gerusalemme in questi mesi mi ha permesso di vedere con i miei occhi le conseguenze indirette del conflitto. I momenti di sconforto per la situazione non sono mancati, ma è stato bello vedere che non ero sola nell’ affrontarli”.

Festa di compleanno per i I ragazzi del servizio civile  di Gerusalemme.
Festa di compleanno per i volontari di Gerusalemme.

L'esperienza di servizio civile in Terra Santa ha rappresentato per questi giovani un'opportunità unica di crescita e apprendimento, sia a livello professionale che personale. Il loro impegno ha dato un forte contributo ai progetti che Pro Terra Sancta porta avanti a Gerusalemme e Betlemme. Nuove amicizie, incontro con nuove culture, scoperta di se e dei propri limiti ma anche dei punti di forza e potenzialità. Questa è stata l’esperienza del Servizio Civile per i tredici ragazzi che a breve rientreranno in Italia, non senza un po’ di nostalgia.

Ringraziamo di cuore i nostri volontari per il loro prezioso contributo e auguriamo loro tutto il meglio per il futuro. Siamo pronti ad accogliere i nuovi volontari non appena la situazione politica lo permetterà, con la speranza che anche loro possano vivere un’esperienza altrettanto arricchente e significativa.

I ragazzi del servizio civile nella piazza di Gerusalemme: "I love Jerusalem"!
Nella piazza di Gerusalemme: "I love Jerusalem"!
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