Da quattro anni ormai il convento francescano a Tripoli organizza dei campi estivi per i bambini di El-Mina, la zona portuale della città dotata di una sua propria municipalità, chiamati "Terra Santa Summer Camp".
L’iniziativa, che ha ottenuto un ampio successo, nasce per promuovere il dialogo interreligioso e favorire la crescita collettiva delle generazioni più giovani, a prescindere dalle differenze, che acquistano invece un valore positivo e fondamentale per la ricchezza della città. “Comunione” e “promozione della diversità” sono infatti le parole chiave scelte da padre Quirico, il responsabile del convento, per descrivere gli obiettivi della colonia estiva. Egli, continua il frate, si è ispirato allo spirito dell’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, pubblicata nel 2020 e subito accolta nel proprio intimo dal francescano insieme al suo profondo messaggio di fratellanza universale.
All’attenzione per la diversità s’aggiunge però una forte sensibilità sociale e un intento caritatevole. Con la crisi del 2019 e subito dopo il Covid i risparmi e gli stipendi delle famiglie libanesi furono improvvisamente polverizzati dalla chiusura delle banche e dall’enorme tasso d’inflazione. La classe media scomparve e la maggior parte della popolazione iniziò a conoscere la povertà. In questo contesto sempre più bambini dovettero rinunciare ai centri estivi così come alla scuola. Padre Quirico decise così di trovare una formula che potesse sostituire le colonie estive a pagamento, attraverso un sistema che prevedesse una quota minima di iscrizione (dai 30 ai 50$), necessaria al finanziamento delle attività, ma che allo stesso tempo risultasse molto flessibile, per venire incontro alle esigenze delle diverse famiglie, cosicché solo una minima parte delle famiglie si trovassero a pagare l’intera cifra e ad alcune altre, invece, il servizio fosse offerto gratuitamente.
Una giornata al Terra Santa Summer Camp
Ma come si svolge una giornata nel campo estivo? I bambini arrivano a partire dalle 8:30, fino alle 9:00, ora in cui inizia ufficialmente il servizio. Una volta arrivati tutti, essi si dividono tra quanti giocano a calcio e quanti a basket. Il custode della struttura sportiva del convento, Amer, affettuosamente chiamato coach dai bambini, insegna loro i fondamentali della pallacanestro: il palleggio, il tiro e il passaggio, mentre Ibrahim, un chimico siriano che padre Quirico ha accolto nel convento perché lo aiutasse con i lavori del giardino, gioca con loro a calcio, improvvisandosi ora arbitro, ora calciatore, ma solo per aiutare la squadra in svantaggio.
Il sostegno economico di Pro Terra Sancta è stato fondamentale per la realizzazione di questo centro sportivo che consta di una sala con un tavolo da ping pong, una palestra di judo climatizzata, un campo da basket all’esterno e un campo da calcio sintetico coperto da una struttura in materiale isolante, in modo che sia possibile utilizzarlo anche durante le giornate estive. Attraverso le donazioni raccolte, Pro Terra Sancta è stata infatti capace di finanziare il progetto di padre Quirico, avvantaggiando tutta la cittadinanza di El-Mina, dal momento che le strutture sono separate dal convento e prenotabili ad ogni ora del giorno.
Dopo un’ora di movimento i bambini tornano nel giardino del convento e fanno colazione con quanto si sono portati da casa attorno ad un grosso tavolo ombreggiato da un’ampia tettoia. Qui padre Quirico insegna loro canzoni e giochi con le mani oppure essi disegnano sotto l’occhio vigile di Therese, una professoressa della facoltà di Belle Arti dell’Università Libanese (UL), legata al francescano da un senso di profonda stima e amicizia. Altri giochi si svolgono dentro una piccola sala in cui la musica scandisce i movimenti e i balli dei bambini, salvo poi, di colpo, fermarsi insieme ad essi. Questa attività è diretta da Samar, la governante del convento. Infine, momento conclusivo della giornata, i bambini tornano nel centro sportivo per la lezione di judo che termina con l’arrivo dei genitori alle 13:00.
Uno spazio di espressione e socialità
I genitori sono alquanto entusiasti del servizio organizzato da padre Quirico e l’unica lamentela riguarda la durata, troppo breve, del centro estivo: un mese soltanto, dal 17 giugno al 17 luglio. Essi ne sono venuti a conoscenza grazie a Facebook, i siti web delle diverse scuole cui sono iscritti i loro figli, ma anche grazie al più banale cartello pubblicitario appeso all’ingresso del convento. Per loro la questione economica è sicuramente importante, ma ciò che rende davvero indimenticabile l’esperienza presso il Terra Santa Summer Camp è la presenza di figure professionali esperte, adulte e con piena responsabilità, che organizzano e gestiscono le diverse attività per i bambini. Particolarmente preziose, poi, sono le differenze religiose, che riflettono la complessità confessionale della terra dei cedri e che trovano nel convento francescano un perfetto spazio di espressione e socialità.
In conclusione si può affermare come il Terra Santa Summer Camp sia stato un’iniziativa di successo, sia per la Custodia, sia, soprattutto, per i bambini di Tripoli e le loro famiglie. Padre Quirico si è già mostrato interessato ad allungare la durata del centro estivo a 6/7 settimane per adeguarsi alle altre colonie del territorio e per esaudire i desideri dei genitori e, soprattutto, dei loro figli.
Articolo di Pietro Marchesani
Fotografie di Giovanni Dinatolo