Si torna a parlare di Siria negli incontri online organizzati da Pro Terra Santa. Nell’appuntamento di giovedì 18 giugno “Siria: la speranza che costruisce”, insieme a padre Ibrahim Alsabagh da Aleppo, è intervenuto un ospite d’eccezione: sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco. Il cardinale, che possiamo certamente definire un grande amico della Siria, con la sua presenza, ha voluto sottolineare ancora una volta sua vicinanza al popolo siriano. Sua eminenza, presidente dei vescovi europei, lo scorso settembre è stato Siria insieme a noi per incontrare la gente di Aleppo. A loro si era rivolto con queste parole: “Voi siete la prova che Dio è amore, perché Dio non distrugge, ma costruisce”.
Il cardinal Bagnasco vuole far sentire viva la sua solidarietà in un momento di grande crisi: “Rinnovo la mia gratitudine e ammirazione verso il popolo siriano”. Riprendendo l’esperienza del viaggio ad Aleppo, ricorda: “Ho incontrato un popolo con una grande dignità che in mezzo a grandi difficoltà, sofferenze, macerie, paure vivissime, incertezze sociopolitiche e culturali, non si piangeva addosso, ma reagiva”. Una forza d’animo e una forte unione tra le famiglie che il cardinale continua a testimoniare portando ad esempio “la speranza tenace verso il futuro del popolo siriano” alla sua comunità parrocchiale di Genova e durante i suoi innumerevoli incontri pastorali.
La speranza di costruire è ciò che Pro Terra Santa vuole continuare a tener viva supportando il popolo siriano in uno dei momenti più drammatici dall’inizio della guerra. Dopo nove anni di guerra, il 2020 sta mettendo a dura prova la Siria, e oltre alla crisi da Covid-19 si aggiungono le sanzioni economiche da parte gli Stati Uniti e l’Unione Europea che stanno portando il paese al collasso economico.
Dalle parole di padre Ibrahim emerge tutta la preoccupazione per il momento. “La situazione sta precipitando verso il basso, ci sono tanti problemi che continuano a diventare più grandi: il problema del virus non è risolto. Le persone hanno perso il lavoro, l’economia è ferma. Siamo dovuti passare alla fase due per non morire di fame, ma i contagi stanno continuando. C’è tanta paura e confusione. “Lo stop per il virus sommato alle sanzioni ha portato ad un crollo impressionante della lira siriana: “Il mio stipendio non basta per comprare 3 kg di carne!” mi ha detto un padre di famiglia – continua Abuna Ibrahim – non ci sono i soldi per la carne; il formaggio e le uova stanno diventando beni di lusso”. Anche la situazione sanitaria è fuori controllo: “Abbiamo 250 persone che sosteniamo per il pagamento dei medicinali, ma con il blocco, le farmacie sono chiuse e siamo senza medicine”.
“La gente è impaurita perché non sa dove sta andando il paese. L’incertezza è peggio della fame stessa” – continua il suo racconto il frate di Aleppo - Il nostro servizio è prezioso e necessario, non possiamo sottrarci ad aiutare queste persone sul piano economico e psicologico”.
“Stiamo assistendo alla perdita di speranza, che diventa un problema anche spirituale”. I frati sono chiamati ancora una volta a rispondere: “Ci stiamo impegnando per trasmettere la messa quotidiana su Facebook, per far arrivare la Parola di Dio nelle case. Questo incoraggia e risana le ferite”. Grazie alle tecnologie i francescani stanno cercando di mantenere un contatto quotidiano con i parrocchiani, inviando letture e preghiere per non lasciare che la disperazione prenda il sopravvento: “Questo virus ha tolto qualcosa della nostra vita della chiesa, ma cerchiamo di spingere la gente alla partecipazione viva anche da lontano”.
Per sostenere il popolo siriano Pro Terra Sancta ha lanciato un nuovo appello per raccogliere fondi. La raccolta andrà ad un progetto particolare dedicato ai bambini di Aleppo, coloro che più di tutti hanno bisogno di aiuto psicologico e nuove speranze.