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Note di pace: l’Organ and Music festival di Rodi

16 Ottobre 2024
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Note di pace: l’Organ and Music festival di Rodi
Note di pace: l’Organ and Music festival di Rodi

Nei primi giorni di ottobre a Rodi il clima è ancora mite – l’autunno indugia – e l’isola risuona di note solenni, che dolci si propagano intorno alla chiesa di San Francesco.

Dall’1 al 5 ottobre, infatti, la chiesa di San Francesco di Rodi ha ospitato la dodicesima edizione dell’Organ and Music Festival Rhodes, organizzato dalla Chiesa Cattolica di Rodi e dal Terra Sancta Organ Festival con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene e dell’ambasciata ungherese di Atene, oltre che di Pro Terra Sancta. Ideatore di questo momento è da anni fra Riccardo Ceriani. In un momento in cui, nel mondo e in Terra Santa, dilagano l’orrore e la tragedia della guerra, questo festival – tenutosi a Rodi, ma organizzato annualmente anche nella città di Gerusalemme – rappresenta un’occasione per riflettere sulla possibilità che ha l’arte di diventare un ponte tra i popoli, tra noi e l’altro-da-noi.

L’evento ha ospitato musicisti provenienti da tutto il mondo, riunitisi a Rodi in occasione dei festeggiamenti per San Francesco: a inaugurare il festival è stato l’organista ungherese Robert Kovács, e a seguire Gianluca Cagnani, celebre organista italiano che con la sua esibizione ha portato tutti indietro nel tempo. Cagnani ha infatti improvvisato accompagnando dal vivo la proiezione di Frate Sole, film muto italiano del 1918 che racconta la vita di San Francesco. Questa modalità di fruizione del film ha rievocato le atmosfere di inizio Novecento, quando ancora non esistevano le colonne sonore dei film, e questi ultimi venivano accompagnati dal vivo da suonatori di organo e pianoforte.

Organ festival di Rodi: Gianluca Cagnani improvvisa sul film Frate Sole.
Gianluca Cagnani improvvisa sul film Frate Sole.

Indietro nel tempo, al cinema muto e alla tradizione dell’organo, strumento legato alla Chiesa cristiana giunto in Terra Santa grazie a questo legame: già dal Medioevo i pellegrini provenienti dall’Europa portarono con sé, insieme ad altre usanze, la musica sacra per organo, e lo stanziarsi dei frati francescani ha radicato la presenza di questa arte. Lo sguardo proposto e ricercato dal festival di Rodi non guarda però solo indietro; anzi, una grande attenzione è riposta nel presente, nella creazione di un ponte tra la musica sacra e la comunità locale, di un solido legame tra la Grecia, la Terra Santa e la cultura musicale internazionale. A questo scopo sono stati coinvolti diversi artisti greci, che hanno portato sulla scena bouzouki e altri strumenti della tradizione locale.

Robert Kovács e Gianluca Cagnani insieme ai solisti di Beirut.
Robert Kovács e Gianluca Cagnani insieme ai solisti di Beirut.

Rivolgere lo sguardo verso il presente richiede anche, però, di non distoglierlo dall’attualità, nemmeno quando è dolorosa e difficile; scegliere di considerare l’arte un modo per unirsi e per comprendersi impone di non trascurare chi ha bisogno di essere ascoltato, pena lo scadere nella superficialità e nella disonestà. L’attualità ha così fatto il suo ingresso nelle battute finali della manifestazione: il festival si è chiuso sulle ultime note dell’esibizione di un gruppo libanese, chiamato Les Solistes de Beyrouth. I musicisti, tra brani classici e musiche composte dal libanese Khalil Rahme, hanno raccontato un Libano che non si esaurisce nell’emergenza umanitaria, nelle macerie che restano in strada dopo le bombe cadute dal cielo. In un momento tanto drammatico per il Libano e per tutto il Medio Oriente, la loro arte è stata un segno di speranza e resistenza attraverso la musica.

Il festival di Rodi ha riunito sulle sponde del Mediterraneo artisti provenienti da diverse nazioni, che hanno cantato diverse note, diverse storie, componendo però un’unica musica. In un mondo lacerato dai conflitti c’è stata, a Rodi, un’occasione tangibile di dimostrare come la musica e l’arte possano mettere insieme ciò che a volte sembra inconciliabile, individuando e mettendo in risalto ciò che, sotto le differenze, unisce i popoli e li fa risuonare insieme.

Esibizione dei solisti di Beirut.

Copyright fotografie: Custodia Terrae Sanctae

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