Un forte sparo di cannone nel cuore della notte annuncia l’inizio del mese sacro per i musulmani di tutto il mondo: il Ramadan. Secondo il calendario lunare di quest’anno, il mese di digiuno e carità è iniziato all’alba del 23 marzo e si concluderà venerdì 21 aprile. Lo sparo del cannone, che in realtà è una granata stordente, è una tradizione ininterrotta da più di 120 anni. Ogni giorno di Ramadan, alle quattro del mattino e alle sette di sera circa, il musulmano Rajai Sandouka ha il compito di annunciare l’inizio e la fine del digiuno a Gerusalemme.
Il Ramadan dei musulmani
Una volta rotto il digiuno, la Città Santa si anima di uomini, donne e bambini in festa accompagnati da musica, balli, decorazioni e tanto cibo che condividono a ogni angolo della strada. Ma questo mese di aprile 2023 non è santo solo per i fedeli dell’Islam. La particolarità di quest’anno, infatti, è che combaciano i giorni della Pasqua cristiana, la Pasqua ebraica e il Ramadan dei musulmani.
Muezzin e campane si alternano in una danza che scandisce il ritmo della città e dei suoi abitanti. Tutti i quartieri di Gerusalemme sono decorati a festa, nonostante, come purtroppo si era ampiamente previsto, un’escalation di tensione e violenza è tornata a ferire la città proprio durante la coincidenza delle celebrazioni.
Mercoledì scorso, quando i frati francescani erano in processione dalla Basilica dell’Agonia a quella del Santo Sepolcro, gli ebrei hanno dato il via alla Pesach, mentre soldati israeliani picchiavano e arrestavano centinaia di musulmani in preghiera nella moschea di al-Aqsa a metà del Ramadan.
La Pesach ebraica
«Osservate la festa degli Azzimi, perché proprio in questo giorno io ho fatto uscire le vostre schiere dalla terra d'Egitto; osserverete tale giorno di generazione in generazione come rito perenne» (Es 12, 17).
Pesach è la “settimana del pane azzimo”, una delle principali feste ebraiche. In questi giorni gli ebrei celebrano la liberazione dalla schiavitù d’Egitto, come narrato nel libro dell’Esodo e seguono norme speciali. Una di queste è il divieto di mangiare qualsiasi cosa di lievitato. Si consuma dunque il mazzot, il pane azzimo sia nelle case che nei ristoranti. Anche i negozi devono rimanere kasher le-Pessach, “puro per la Pasqua” e nascondono o rimuovono dagli scaffali ogni tipo di lievito, anche quello di birra. Mercoledì sera, dopo il tramonto, le famiglie ebree consumano la cena rituale, il Seder a base di pane azzimo e maror, un’erba amara e per i primi due giorni di Pesach nessun fedele lavora.
Durante i giorni della festa di Pesach, che terminerà giovedì 13 aprile, gli ebrei aumentano le loro preghiere soprattutto al Muro del Pianto.
Le Pasque cristiane
Come narrato nei Vangeli, anche Cristo ha partecipato alla Pasqua e consumato la cena con i suoi amici a Gerusalemme. Ma ne ha conferito un significato nuovo, che abbiamo rivissuto proprio nel Cenacolo giovedì mattina e che avrà il suo culmine la domenica di Pasqua.
Le celebrazioni per i cristiani cattolici hanno avuto inizio domenica scorsa, la Domenica delle Palme, che ha visto la partecipazione festosa di decine di migliaia di pellegrini e fedeli provenienti da ogni parte del mondo.
Sette giorni dopo la Pasqua celebrata dai cattolici, le festività cristiane non sono ancora finite. Gli occhi tornano fissi sul Santo Sepolcro per la Pasqua dei tanti ortodossi che seguono il calendario giuliano. Il momento più atteso è il loro Sabato Santo, quando migliaia di cristiani greci, armeni, copti e tanti altri attendono il compimento del miracolo del Fuoco Santo di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Nella ricca varietà di confessioni, riti e tradizioni di questi giorni, durante la processione della Domenica delle Palme S.B. mons. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei latini, ci ha ricordato che «Siamo qui riuniti senza nazionalità, o cittadinanza: siamo semplicemente uniti nel nome di Gesù Cristo». La Resurrezione del Salvatore è cuore e pilastro dei cristiani di tutto il mondo e qui a Gerusalemme il quartiere cristiano risuona in questi giorni il grido arabo “Al-Masih qam”, che significa “Cristo è risorto” e a cui grandi e piccoli rispondono “Haqqan qam”, “Davvero è risorto!”