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Il Servizio Civile con Pro Terra Sancta

20 Gennaio 2023
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Il Servizio Civile con Pro Terra Sancta
Il Servizio Civile con Pro Terra Sancta

Il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale hanno pubblicato il bando per la selezione di 71.550 operatori volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile Universale.

Sono numerosi i giovani che negli anni si sono messi in gioco per vivere un anno alla scoperta della realtà di Pro Terra Sancta e del territorio in cui si trovano i suoi uffici in Palestina e Israele.

L’aiuto che ogni anno i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile offrono a Pro Terra Sancta è prezioso per la creatività, la voglia di fare e la novità che ognuno di loro porta con sé.  

L’Associazione offre quest’anno la possibilità ai giovani tra i 18 e i 29 anni di vivere un anno a Gerusalemme e a Betlemme grazie alla collaborazione con FOCSIV e l’Università di Bari.

Il bando per Gerusalemme si intitola “Caschi Bianchi per l’educazione e la formazione in Terra Santa-2023”, mentre “Caschi Bianchi per l’inclusione delle persone fragili in Palestina - 2023” è il nome del bando per Betlemme. A questo link trovate tutte le informazioni utili e come fare domanda.

Interno ufficio Betlemme
Interno di Dar al-Majus, l'ufficio di Betlemme
Ufficio Gerusalemme
Esterno dell'ufficio di PTS a Gerusalemme

Le volontarie Yara e Maria

Per capire meglio cosa propone il Servizio Civile abbiamo chiesto a due ragazze di raccontarci la loro esperienza in Terra Santa come volontarie del SCU. Yara e Maria hanno ricevuto una formazione per tre settimane in Italia nel mese di giugno e sono arrivate rispettivamente a Betlemme e a Gerusalemme il 27 luglio 2022; vi rimarranno fino al 26 giugno 2023.

Yara e Maria SCU
Maria e Yara a Dar al-Majus, la sede di PTS a Betlemme

Yara, raccontaci del tuo percorso di studi e di come mai hai scelto di applicare per il Servizio Civile Universale con Pro Terra Sancta a Betlemme.

Mi chiamo Yara, ho 29 anni, mia mamma è italiana e mio papà palestinese. A casa parlavo solo italiano e ho deciso di studiare la lingua araba in Università a Bergamo. Terminata la triennale mi sono iscritta alla laurea specialistica in Lingue per la cooperazione internazionale presso l’Università di Milano, dove mi sono laureata ad aprile del 2020.

Sono legata alla Palestina fin da piccola e il Servizio Civile che ho iniziato a luglio dell’anno scorso ha rappresentato per me un’ottima opportunità per riscoprire sul campo l’altra metà delle mie origini, da Palestinese della diaspora e figlia di un rifugiato palestinese, mettendomi a servizio di questa terra. In particolare, Pro Terra Sancta a Betlemme mi permette di immergermi nelle sfide quotidiane che i palestinesi affrontano, sotto tutti i punti di vista: non solo le sfide dell’occupazione militare israeliana, ma anche le difficoltà di un popolo che non ha nè uno stato nè solide istituzioni in sua rappresentanza.
Sotto questa prospettiva, Pro Terra Sancta a Betlemme lavora con la comunità palestinese cristiana, spesso dimenticata, eppure immersi nella stessa sofferenza della comunità palestinese musulmana, derivante da una situazione geo-politica drastica e sempre peggiore.
Infine, scrivere progetti per la comunità palestinese era il mio sogno e il SCU è un ottimo trampolino di lancio per intraprendere una carriera professionale nell’ambito della cooperazione internazionale.

Yara SCU
Molti volontari del SCU a Betlemme lavorano nell'ufficio "Co-working Area"
Yara SCU
Yara mentre lavora sui progetti di PTS

Quali sono state le scoperte più importanti in questi mesi sia da un punto di vista personale che professionale?

Molto spesso, noi di doppie origini, affrontiamo dei momenti in cui non sappiamo davvero chi siamo. Dal punto di vista personale quest’esperienza mi ha fatto rendere orgogliosa di chi sono oggi.  
Ho avuto anche la fortuna di condividere questa mia esperienza con le mie compagne di viaggio e colleghe, con la quale si è instaurato un solido rapporto di amicizia che ha reso tutto molto più semplice. Anche la conoscenza del nostro responsabile, Vincenzo Bellomo,
la sede in cui lavoriamo Dar al Majus, e lo staff, hanno spianato la strada e mi ha fatta sentire al sicuro e parte di un’ulteriore comunità.
Dal punto di vista professionale, i primi mesi sono stati di assestamento, in cui capire il proprio ruolo e dove meglio esprimere le proprie potenzialità. Ho iniziato a seguire progetti e le varie fasi di reportistica, in contemporanea alle attività della
bottega equo-solidale di Dar Al Majus, così come la start-up delle BetWomen. Sto così acquisendo competenze nella scrittura progetti, relativi budget, report finali, che spero di potenziare al massimo, per quanto possibile, durante questi ultimi sei mesi. L’arrivo del Natale ci ha visti tutti impegnati nel coinvolgimento delle attività natalizie e l’atmosfera magica di vivere il Natale qui a Betlemme è stata splendida.

Incontriamo anche Maria, di Milano, che lavora nei nostri uffici di Gerusalemme.

Maria, quando è uscito il bando per il Servizio Civile Universale con Pro Terra Sancta ti sei candidata per la posizione a Gerusalemme. Raccontaci perché tra tutte hai scelto questa.

Il primo semestre del terzo anno di Università a Milano, sono partita per studiare arabo ad Amman, in Giordania. Lì ho notato che tutti i miei amici giordani avevano almeno un parente palestinese in famiglia. Mi sono dunque chiesta come mai ci fossero così tanti palestinesi. Mi sono interessata e poi appassionata alla questione arabo-israeliana durante i miei studi specialistici finché non vengo a conoscenza in Università del MECP, promosso da Pro Terra Sancta.  Si tratta di un programma rivolto agli universitari di conoscenza della realtà palestinese. Ho deciso di applicare l’estate stessa e grazie a quelle tre settimane sul territorio ho conosciuto i progetti sociali dell’Associazione. Ricordo che mi sono detta: io prima o poi in questa terra ci voglio tornare per lavorare.

Poi in Italia e nel mondo scoppia la pandemia da Covid-19 ed è impossibile tornare in Palestina. Ero già a conoscenza dell’opportunità del Sevizio civile e nel 2021 decido di visitare il sito delle Politiche Giovanili. Non ho avuto nessun dubbio nello scegliere Pro Terra Sancta, dato che i progetti da loro promossi mi avevano subito interessata e affascinata.

Maria SCU
Maria all'opera nel laboratorio di ceramiche e mosaici a Nisf Jubeil durante una giornata di formazione sul campo. Il laboratorio è gestito dal Mosaic Center e da Pro Terra Sancta.

Di cosa ti stai occupando qui a Gerusalemme? Da un punto di vista personale e professionale cosa senti di aver imparato?

In questi sei mesi mi sono occupata di diverse cose. Sono stanziata a Gerusalemme, ma alcuni giorni alla settimana vado a Betlemme per aiutare il progetto del Mosaic Center. Conoscere le realtà di Pro Terra Sancta in entrambe le città mi permette di tenere uniti i lavori dei due uffici e al Mosaic Center sono in contatto 24h su 24 con i ragazzi palestinesi che lavorano nel progetto: Adham e due ragazze sordomute, Yasmeen e Samah. Qui ho conosciuto la realtà dei mosaici e l’importanza della cultural heritage del territorio; inoltre, con Adham parlo solo arabo!

A Gerusalemme lavoro nell’ufficio di Pro Terra Sancta e organizzo le visite. Molte volte porto le persone a conoscere la Terra Santa e questo mi sta insegnando molto: a entrare sempre più in contatto con la cultura locale e a conoscere ogni strada e luogo. Tutto questo mi ha portata a conoscere di più anche i nostri progetti e la storia politica, culturale e archeologica. Ciò che più mi piace di questo lavoro è che quello che mi ha colpito lo posso trasmettere anche alle persone che vengono in visita. E questo è bellissimo perché porto la mia esperienza personale e spero che anche i pellegrini rimangano colpiti come me da tutto quello che fa Pro Terra Sancta e dal contesto religioso, politico e territoriale.

Dal punto di vista personale mi sono messa alla prova ogni giorno, sia a Betlemme, sia a Gerusalemme. Il lavoro non è mai uguale, cambia quotidianamente e ogni giorno imparo sempre di più a rapportarmi con tutto e tutti e anche a capire in cosa sono brava e in cosa sono meno brava. Per esempio, sto notando quanto mi piaccia il contatto umano nel lavoro o quanto sia incline a trovare soluzioni alle sfide dell’ultimo momento.

Tutto questo non è sempre stato facile, ci sono stati anche momenti di difficoltà, soprattutto all’inizio in cui mi sono ritrovata a stare davanti alle cose da sola o a prendere iniziative senza linee guida. Ma anche questo mi è servito per muovermi ancora di più e chiedere dritte e consigli ai miei responsabili. 

Scopri come partecipare al Servizio Civile

Se desideri vivere un’esperienza formativa in un contesto unico come la Terra Santa non perdere l’occasione di lavorare un anno con noi!

La raccolta delle domande per il Servizio Civile Universale termina venerdì 10 febbraio alle 14:00.

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