Da un mese a questa parte sono finalmente ripresi i viaggi verso la Terra Santa, e con loro i pellegrinaggi in questa regione. Ormai i turisti arrivano numerosi ogni giorno e possono visitare i Luoghi Santi e pregare sui siti che hanno ospitato episodi della vita del Signore Gesù.
I viaggi in Terra Santa
È lunga la storia alle spalle degli itinerari – turistici o meno – verso la Terra Santa. Numerose sono state le provenienze di uomini e donne che si sono recati sui Luoghi Santi, numerosi i loro scopi. Pellegrini, uomini d’arme, santi, nobili… lungo il corso dell’età cristiana sono stati tanti a voler visitare queste terre elette dal Dio d’Israele.
Si tratta di una risalente tradizione di attenzione, affetto, amore e passione, anche distruttiva, che attraverso i secoli ha unito uomini e donne di ogni estrazione.
Il Covid-19
Con la diffusione del Sars-Cov-2 e della pandemia da Covid-19, Israele ha sigillato i propri confini, ed è stato impossibile operare viaggi in Terra Santa per un lungo periodo di tempo. Da marzo 2020 fino agli ultimi giorni di ottobre 2021, infatti, i turisti non hanno più potuto fare ingresso nello Stato Ebraico per ragioni connesse alla situazione sanitaria.
Con l’inizio di novembre 2021, Israele ha operato qualche timida riapertura, grazie alla copertura vaccinale, che si era abbondantemente diffusa dentro il Paese e nel mondo. Questa situazione, però, era destinata a durare poco; con il propagarsi della variante Omicron del virus, le autorità sanitarie dello Stato Ebraico hanno nuovamente alzato il livello d’allerta, rendendo molto problematici i viaggi in Terra Santa e chiudendo, di fatto, una seconda volta, al turismo.
Questo, come abbiamo riferito più volte, si è tradotto in una catastrofe per alcune zone della regione, che vivono di turismo, Betlemme soprattutto. Famiglie intere hanno visto crollare i propri redditi, e per due anni consecutivi la prima fonte del loro guadagno è stata ridotta a nulla.
I viaggi in Terra Santa oggi
Il 9 gennaio, il governo israeliano ha provato una seconda volta a riaprire al turismo, e fino ad oggi la situazione sanitaria non ha mutato questa decisione. I viaggi in Terra Santa hanno ripreso, e con loro un buon numero di turisti ha potuto tornare a frequentare i Luoghi Santi.
Oggi, per entrare in Israele attraverso l’aeroporto di Tel Aviv sono necessari alcuni requisiti. Le informazioni complete (e aggiornate) possono sempre essere visionate sul sito del Ministero della Salute israeliano.
A seguire, quindi, i requisiti per l’ingresso in Israele.
I requisiti per i viaggi in Terra Santa
Lo Stato Ebraico di Israele richiede quattro fattori, per permettere l’ingresso:
1. I viaggiatori devono essere in possesso di un certificato di guarigione o di completamento del ciclo vaccinale rilasciato da meno di sei mesi.
2. I viaggiatori devono effettuare un tampone molecolare (PCR) per il Covid-19 nelle 72 ore precedenti la partenza, e devono aver ricevuto esito negativo. In alternativa, si può effettuare un test rapido antigenico nelle 24 ore precedenti. L’esito deve essere ovviamente negativo per permettere la partenza.
3. I viaggiatori devono compilare l’Entry Statement Form nelle 48 ore precedenti la partenza. Si consiglia vivamente di non compilarlo negli istanti immediatamente precedenti il viaggio, ma di procedere con qualche anticipo.
4. I viaggiatori devono sottoporsi all’arrivo a Tel Aviv a tampone molecolare per l’infezione da Covid-19 e sottoporsi a quarantena. Devono poi attendere l’esito negativo prima di poter uscire dall'isolamento. La quarantena deve essere svolta in una località che è dichiarata dal viaggiatore all’interno dell’Entry Form.
La nostra Guesthouse di Gerusalemme
Nella Città Santa di Gerusalemme, meta di numerosi viaggi in Terra Santa, la nostra Associazione gestisce una Guesthouse per l’ospitalità dei pellegrini e il turismo sostenibile, la Dar Mamilla Guesthouse. Sono promosse attività di conoscenza del territorio e delle attività di produzione locali e i proventi della Guesthouse sono destinati al sostegno di realtà assistenziali, come il convento delle Sorelle della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, in cui sono ospitate trenta persone con disabilità.
Clara Borio, che gestisce la Guesthouse di Dar Mamilla ci ha detto che, con la ripresa dei viaggi in Terra Santa, la struttura è pronta ad accogliere pellegrini e visitatori, e a trasportarli nei colori e nei sapori della Palestina. “Sarà come una boccata d’ossigeno”, ci ha detto, “sia per i turisti, che conosceranno un angolo di paradiso, sia per la comunità locale, soprattutto per i giovani. Dar Mamilla dà lavoro infatti a ventidue guide turistiche giovanissime e consente ai Palestinesi della Cisgiordania, spesso costretti all’immobilità, di conoscere persone provenienti da fuori”.
Vi aspettiamo!