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I francescani e la richiesta di aiuto per la Terra Santa

14 Ottobre 2010
Pro Terra Sancta
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I francescani e la richiesta di aiuto per la Terra Santa
I francescani e la richiesta di aiuto per la Terra Santa
Fare avvicinare la Terra Santa con i suoi bisogni ed il suo fascino alla comunità cristiana, ma anche al mondo laico, per comunicare questa realtà e richiedere anche sostegno ed aiuti: queste le parole del Custode di Terra Santa Pierbattista Pizzaballa in un’intervista esclusiva sulla raccolta fondi. Corrado Paolucci, volontario ATS pro Terra Sancta, ha incontrato il Custode in fase di preparazione finale della sua tesi di laurea dedicata, appunto, alla raccolta fondi. Per approfondire una tematica delicata ma importantissima per continuare a sostenere la presenza cristiana in Terra Santa e per permettere il mantenimento dei Luoghi Santi: la richiesta di aiuti. La Terra Santa è un patrimonio che tutti i cristiani sono chiamati a custodire e proteggere. Come si può comunicare al mondo cristiano questa esigenza? La prima cosa da evidenziare è che il cristianesimo non è una dottrina spirituale ma è rivelazione. È una rivelazione storica, è un’incarnazione nella storia dell’uomo, per cui è per prima cosa un fatto, non qualcosa di pensato o di immaginato. Un fatto che dunque ha un luogo ben preciso dove si è manifestato all’inizio, che è la Terra Santa. Per cui chi conosce il Mistero fatto carne, chi desidera approfondire la conoscenza della rivelazione di Gesù, vuole conoscere anche il luogo di tale rivelazione. Se vuoi conoscere una persona, vuoi sapere anche dove vive. Questo rende reale e tangibile questo patrimonio, questa grandezza custodita in Terra Santa. I francescani desiderano permettere a tutti di collaborare al compito che la Chiesa Universale ha affidato loro: conservare i Luoghi Santi e sostenere la presenza cristiana in Terra Santa.   Questa apertura della Custodia è una carità verso l’altro che ha così il privilegio di partecipare a questa grande missione. Come può essere comunicato tutto ciò? Quali strumenti possono essere utilizzati? È proprio dentro questa prospettiva che si cala l’aiuto; la richiesta di sostegno esiste perché c’è un contesto reale, c’è una presenza viva ed un desiderio di partecipazione ad essa. Per cui occorre utilizzare tutti i mezzi di comunicazione sociale a disposizione per farsi vedere, farsi conoscere. Oggi nel mondo vale ciò che si vede e ciò che non emerge non viene ascoltato. L’utilizzo dei media garantisce visibilità a livello globale ed è indispensabile per dare notizia dei fatti e dei bisogni di questi luoghi. Oltre ai mass media anche il gesto del pellegrinaggio è cosa fondamentale; la prima cosa a cui noi invitiamo è di provare l’esperienza di un pellegrinaggio in Terra Santa, non solo di vedere ma anche di “toccare con mano”, di fare esperienza di questi luoghi dove Gesù è vissuto. Una persona che è già stata qua ha uno sguardo diverso, un’attenzione più forte verso questa terra e in qualche modo ne rimane legata e desidera aiutarla anche dal proprio paese. Per quanto riguarda il mondo laico, invece, come si può comunicare il bisogno della Terra Santa? Qual è il nesso tra il bisogno dei cristiani in Terra Santa ed il conflitto politico? Questa terra oltre ad aver dato origine al cristianesimo, è anche un contesto di conflitti ed è giusto ricordarlo ma c’è modo e modo di farlo e dipende da chi lo fa. Certamente se lo fa un politico o una persona che ha nella propria richiesta un fine politico è un’altra cosa. Noi come Custodia ci poniamo come religiosi che non rinunciano al proprio stile, pur nel dialogo con il mondo laico.  Teniamo conto di chi abbiamo davanti per evitare un linguaggio troppo aulico o spiritualistico ma c’è da aggiungere che il vero laico non rifiuta l’atteggiamento religioso, anzi ne è interessato e desidera conoscerlo. Si può imparare dagli ebrei per quanto riguarda la loro capacità di aiutarsi uno con l’altro? Dalla loro capacità di fare memoria del loro ideale sia come popolo sia come terra di origine? Il popolo ebraico ha un forte senso di appartenenza alla propria terra di origine e al proprio popolo ovunque si trovi nel mondo e questo è un aspetto positivo che li rende unici e anche misteriosi. Considero la loro unità, un grande modello di appartenenza comune da guardare, da capire, perché qualunque cosa succeda questo legame non viene mai meno, anzi possiamo dire che si rinforza, si rinnova.  
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