L’azzurro luminoso del lago Tiberiade lambisce pigramente le rocce sulle quali sorge la chiesa del Primato di San Pietro; tutto intorno ci sono macchie di foglie verde scuro, punteggiate di piccoli fiori rosa. Il luogo è immerso in un pacato silenzio.
Vicino alla chiesetta si staglia una statua, scura contro il muro di luce del cielo. È una composizione di due figure: un uomo inginocchiato tende la mano aperta verso un altro uomo, in piedi, al quale rivolge uno sguardo implorante. La figura in piedi guarda fisso davanti a sé, e con un braccio teso in avanti porta la mano, sospesa, sul capo dell’uomo in ginocchio, in un gesto di benedizione.
I due uomini sono Gesù e San Pietro, quest’ultimo ritratto nell’atto di ricevere la propria investitura. Siamo infatti a Tabgha, nel luogo dove Pietro ricevette il ruolo di guida degli apostoli – il primato, appunto – in seguito al suo triplice tradimento.
Un atto di fiducia
La storia del perdono di Gesù e dell’investitura di San Pietro come pastore e capo della Chiesa è una storia di accoglienza e di fiducia: il discepolo che rinnega e si allontana da colui al quale giurò eterna fedeltà – più volte, dunque intenzionalmente – riceve una seconda possibilità. Di più: gli viene affidata la più grande responsabilità possibile, segno della profonda fiducia che Gesù ripone in lui.
Questa storia infuse molto coraggio nei primi cristiani, spiegando loro che, anche se avessero tradito la propria nuova fede in un momento difficile, sarebbero stati sempre accolti da Dio; è anche una storia che parla dell’uomo, di tutti gli uomini, della nostra paura di sbagliare e di come nulla, in realtà – neppure ciò che può sembrarci il peggiore tra gli errori – sia una condanna senza soluzione.
È Giovanni a raccontarci come Pietro, guardando Gesù compiere il miracolo e riempire di pesci le loro reti vuote, «si gettò in mare» per raggiungere il suo Signore, contrito nel proprio pentimento. È qui che si afferma il primato: per tre volte, come tre erano state le volte in cui Pietro tradì il suo Dio, Gesù chiede al discepolo se egli lo ama «più degli altri»; per tre volte Pietro risponde di sì. Pietro per primo riconosce e rivendica un proprio “primato”, come colui che ama Gesù più degli altri discepoli: l’investitura di pastore e capo della Chiesa conferma una verità che egli aveva già sentito nel suo cuore.
Un amore che ha bisogno di crescere
Nel 2020 il Custode di Terra Santa, Francesco Patton, durante la celebrazione della ricorrenza – che avviene ogni anno di fronte ad un altare a forma di barca, a ricordare l’apparizione di Gesù di fronte ai discepoli che stringono tra le mani le reti da pesca vuote – ha definito quello di Pietro come il «primato dell’amore»:
«Il primato dell'amore non è il primato dell'amore presuntuoso, ma dell'amore umile che è passato attraverso l'esperienza della propria fragilità. Infatti l'amore di cui noi esseri umani siamo capaci è un amore che ha bisogno di crescere».
La storia del primato è una bellissima legittimazione della fragilità e dell’errore che costituiscono la parte più umana e profonda dell’uomo: un errore senza giudizio, al quale viene sempre concessa un’altra possibilità. «Comprendiamo benissimo che dietro questa triplice richiesta,» continua infatti Patton, «c’è anche la seconda chance che Gesù offre a Pietro dopo il triplice rinnegamento; e quindi attraverso questa triplice professione di amore è come se in qualche modo venisse anche superato il triplice rinnegamento.”
Il primato dell’amore non concede spazio al rancore, ma si infonde di una pura compassione umana.
Sulle orme di Gesù
Oltre ad avere un profondo significato storico e religioso, Tabgha e Cafarnao sono due luoghi bellissimi da visitare. Molti dei Luoghi Santi condividono questo duplice aspetto: sono terre di fede e di bellezza, che riempiono gli occhi di chi li percorre.
Per questo Pro Terra Sancta, vicina alla sensibilità dei luoghi e della loro salvaguardia sin dall’inizio della sua attività, si impegna nell’organizzazione di itinerari e viaggi alla scoperta dei luoghi di Terra Santa, della loro storia e delle persone che li abitano. La compresenza di tutte queste dimensioni – geografica, naturale, artistica, storica, culinaria, culturale, umana – e la presenza di guide esperte nella storia e nella vita dei luoghi del Medio Oriente permette al viaggiatore di fondersi con i posti che vede, di ritrovare in essi un po’ di sé, e di portare poi in sé qualcosa di quel che ha visto e vissuto.
Il nostro itinerario Sulle orme di Gesù comprende Tabgha, la chiesetta, le acque del lago di Tiberiade, accanto a tutti gli altri luoghi dove Gesù ha vissuto e amato. Se sei curioso di toccare con mano queste realtà, visita la sezione dedicata del nostro sito e scopri tutti i modi possibili per visitare la Terra Santa insieme a noi!