È il momento più atteso della Pasqua dei cristiani ortodossi.
Sette giorni dopo la Pasqua di cattolici e protestanti, il Sabato Santo del variegato mosaico dei cristiani ortodossi annuncia l’imminente miracolo nel cuore del Santo Sepolcro.
Il giorno prima della Pasqua ortodossa, che secondo il calendario Giuliano quest’anno cade il 24 aprile, migliaia di greci, armeni, copti e altri fedeli si riversano nelle strade di Gerusalemme in attesa trepidante del Fuoco Santo.
Per quest'anno, la Corte suprema israeliana delle istituzioni ortodosse di Gerusalemme ha deciso di autorizzare l'ingresso al Santo Sepolcro a quattromila persone.
Il buio nella Basilica
Ma cos’è questo fuoco? Da dove ha origine? E perché è così acclamato?
Per capire l’importanza e la bellezza di questo giorno tanto amato dagli ortodossi, basta entrare, facendosi largo tra la calca, nella Basilica del Santo Sepolcro.
Fuori è pieno giorno. Dentro regna un’insolita oscurità e una fiduciosa attesa.
È il culmine del Triduo pasquale per i fedeli ortodossi del mondo intero. Tutte le luci della Basilica sono spente. Solo un fascio di luce del sole di mezzogiorno tocca l’Edicola che custodisce il sepolcro vuoto di Cristo. L’oscurità simboleggia la crocifissione e morte del Signore.
I fedeli più vigili riconoscono i passi del Patriarca greco-ortodosso Teofilo III avvicinarsi alla Basilica.
Gerusalemme è un mare di folla. Fedeli, pellegrini, giornalisti, comuni cittadini, fotografi, curiosi. Una moltitudine che attende il miracolo della luce.
I primi a entrare nella grande Basilica sono gli Armeni, a cui spetta il compito di bussare al pesante portone principale. I capi delle chiese ortodosse armena, siriaca e copta sfilano in solenne processione. Ognuno ha il proprio posto, tutti sanno dove andare. Per ultimi entrano i giovani cristiani accompagnati da gioiosi canti tradizionali e musica di festa.
Ogni fedele ha in mano un cero ancora spento. Giunto all’Edicola del Santo Sepolcro, il corteo compie tre giri intorno ad essa, invocando Dio affinché si manifesti anche quest’anno attraverso la luce santa.
L'attesa del miracolo
Terminata la processione solenne, ecco il momento tanto atteso. Sua BeatitudineTeofilo III si spoglia dei suoi paramenti liturgici e si accosta alla porta dell’Edicola sigillata con cera e miele. Regge in mano due fasci di 33 candele, ovviamente spente. Il Patriarca armeno Nurhan Manougian è l’unico testimone del miracolo e solo lui può entrare insieme al Patriarca greco-ortodosso.
L’ammasso di cera viene staccato. Il Patriarca armeno rimane nell’anticamera, la cappella dell’Angelo. La porta dell’Edicola si richiude alle spalle di Sua Beatitudine Teofilo III. Si inginocchia. Recita una preghiera per la venuta del miracolo. Nella Basilica, un mare di fedeli, molti piangono. I più forti riescono a spingersi fino alle piccole finestrelle al lato del Sepolcro, così da scorgere per primi il Fuoco Santo.
Dopo qualche istante, ecco il Patriarca greco uscire trionfante dal Luogo Sacro con i due fasci fiammanti. Il miracolo si è compiuto. Secondo la tradizione ortodossa, il Sabato Santo, proprio sulla pietra del Sepolcro appare una fiamma, come segno della Resurrezione di Cristo. È la vittoria del Figlio di Dio sulla morte. Un fragore di gioia e di lacrime inonda la Basilica. I fedeli spingono per ricevere il Fuoco Santo, un fuoco che, a detta di loro, per i primi 33 minuti non scotta. In un batter d’occhio, la luce miracolosa si riversa in tutta la Basilica, buia fino a pochi momenti prima. È la sconfitta delle tenebre e l’avvento della luce.
Il Fuoco Santo nel mondo
Le campane del Santo Sepolcro suonano a festa.
Quest’anno ci si aspetta una partecipazione molto vicina ai livelli pre-Covid. Nell’aprile del 2020, i fedeli del quartiere cristiano, armati di ceri, dovettero attendere l’arrivo del fuoco sulla porta di casa.
Oggi tornano cornamuse, canti, cembali, balli, tamburi: da secoli le strade della Città Vecchia si riempiono di musica e fiaccole, che passano di mano in mano a tutte le persone che quest’anno torneranno a riversarsi nelle vie in questo giorno di festa.
Ma non è solo la Gerusalemme ortodossa ad aspettare il Fuoco Santo. Aerei speciali decollano dall’aeroporto di Tel Aviv con lanterne contenenti la sacra luce. Direzione Russia, Grecia, Polonia, Ucraina, e altri paesi dell’Europa dell’Est. Tutte le chiese ortodosse dovranno attendere l’arrivo del Fuoco sacro da Gerusalemme prima di poter celebrare, la sera, la Veglia di Pasqua.