Fadia è una ragazza siriana di ventidue anni con un grande talento per lo studio. Assieme alla sua famiglia è arrivata a Latakia alcuni anni fa.
Ha dovuto lasciare Aleppo, la sua città, quando era presa da assedio e le bombe cadevano a grappoli sui palazzi nel quartiere dove abitava. Grazie all’aiuto di alcuni amici è riuscita a procurarsi i mezzi per fuggire e ritrovarsi salva, ma senza casa, a Latakia, una città sulla costa che ha subito gravi danni dopo il terremoto.
Con il supporto di Pro Terra Sancta che da anni segue diversi progetti di aiuto alla popolazione siriana, ha potuto trovare una casa per sé e la sua famiglia (il fratellino, la mamma e la nonna). Oggi studia marketing e management alla facoltà di economia.
Non sappiamo dove andare
Casa sua si trova in una zona colpita dal terremoto e, nonostante la paura, continuano a viverci dentro. “Non siamo sicuri che sia agibile, però non sappiamo dove andare. Gli aiuti internazionali qui non arrivano. C’è chi ha portato dei piccoli prefabbricati per fare qualche foto e dopo pochi giorni li hanno portati via”.
All’inizio della guerra in Siria aveva solo tredici anni. “Ricordo quei giorni con grande paura, temevamo di dover fuggire e quando gli scontri si avvicinavano ogni giorno di più al nostro quartiere, siamo scappati”. Si interrompe, c’è un rumore di sottofondo che dà un po’ di fastidio: “sono i topi che girano per le tubature. Stanno sbucando ovunque e abbiamo paura di nuove malattie”. Le farmacie stanno finendo le medicine e l’emergenza sanitaria sta diventando un pericolo concreto.
Riprende a raccontare. “Sogno di finire i miei studi universitari, per poter servire la gente e il mio paese”. Fadia è tra i pochi giovani a voler restare. “Non potrei mai lasciare la mia famiglia. Mia nonna ha diversi problemi mentali dopo quello che ha vissuto, e mia madre è da sola”. Fadia si commuove un po’ quando pensa al padre, che ha lasciato la famiglia ormai qualche mese fa. “Nessuno sa dove sia andato. Probabilmente è fuggito perché non riusciva più a sopportare la situazione. Non lo odio per questo, ma questa è la condizione che devo affrontare e cerco di farlo con la massima determinazione”.
Studiare, laurearsi e provare a cercare un’opportunità in questo disastro.
Il sostegno di Pro Terra Sancta
Grazie agli aiuti di Pro Terra Sancta può pagarsi gli studi e avere un pacco alimentare alla settimana. Anche il fratellino più piccolo che fa le scuole medie può continuare a studiare e a vivere. La nonna soffre di gravi problemi psicologici, e dopo il terremoto è peggiorata. “Quando abbiamo sentito il terremoto siamo scappati subito di casa. Con un po’ di fatica, perché dovevamo aiutare la nonna che non cammina più bene (e abitano al quarto piano ndr).
Siamo subito andati nel centro di accoglienza che era vicino al convento. Eravamo spaventati, ho preso mio fratello in braccio perché era troppo spaventato”. Fadia e la sua famiglia sono rimasti fuori qualche giorno. Anche se la paura di tornare era grande, non avevano molte alternative. “Qui non sono arrivati gli ingegneri per capire se le case sono tornate a essere agibili o meno. Stiamo qui, e aspettiamo che qualcuno ci ascolti”.
La situazione pian piano è tornata alla normalità. Se così possiamo chiamare normalità dentro una guerra che dura da dodici anni. Fadia non molla, e spera di continuare a studiare, di laurearsi e iniziare a lavorare per aiutare la sua famiglia. E di non lasciare il suo paese. Ma in queste condizioni è veramente difficile.