BETLEMME
Nel luogo in cui è nato Gesù,
un aiuto ai bambini più fragili.
Il giardino di Aida
"Alla fine cosa possiamo fare di più per questi bambini, se non amare tutto di loro con tutto noi stessi?”
Noi sfidiamo le leggi della scienza! Questa frase ci accoglie appena entrati a Hogar Niño Dios. A pronunciarla è stato Simone, un fisioterapista italiano in pensione, che ogni anno trascorre sei mesi a Betlemme per curare, per quanto possibile, i bambini di questa casa di accoglienza in Palestina. Entrando lo abbiamo incontrato mentre, grazie un complesso deambulatore legato al suo corpo, fa camminare la piccola Yasim, una bambina di 7 anni con pesanti malformazioni genetiche. Sul suo viso di bambina è stampata la gioia per ognuno di quei
piccoli impossibili passi che le cure e l’amore di Simone le stanno facendo fare. La nostra guida è una delle suore che gestiscono questa grande casa; è argentina di origine, ormai da molti anni la sua missione è a Betlemme. Il suo italiano è stentato, i suoi occhi sono fermi e dolci; traspare la fatica di ogni giorno, ma anche una serenità quasi inspiegabile. Ci mostra le sale di Hogar, dove i bambini giocano con i volontari di ogni nazionalità. Ci mostra le sale giochi, i deambulatori, uno diverso per ogni bambino come diversi sono i loro bisogni.