Per due intere settimane, le sale del Terra Sancta Museum sono state animate dagli schiamazzi entusiasti dei bambini della La Salle School di Gerusalemme. Il folto gruppo di studenti delle elementari dagli 8 ai 10 anni è stato infatti coinvolto nella prima edizione della Summer Camp del Museo.
L’iniziativa fa parte del progetto finanziato dall’Unione Europea e curato dall’Associazione Pro Terra Sancta che mira a coinvolgere la variegata comunità locale nelle attività del Museo con un percorso incentrato sull’identità culturale dei Gerosolimitani. I campi estivi sono stati invece capitanati da Monica Valley, responsabile della didattica e grande esperta di arte contemporanea.
È proprio a quest’ultima che Monica e lo staff di educatori si sono rifatti per creare un'installazione pensata specificatamente per essere esposta all’ingresso del Terra Sancta Museum che ha sede presso la Chiesa della Flagellazione, una delle tappe più significative e ricche di storia della Via Crucis.
Arte contemporanea e archeologia si incontrano
Le antiche mura Convento che ora ospita le sale del museo, sono ora arricchite con un ulteriore capolavoro intitolato “We are from here”, ossia “Noi veniamo da qui”. L’opera d’arte collettiva è ispirata al lavoro dello statunitense Mark Bradford.
L’artista di Los Angeles è attivo nei quartieri meridionali suburbani della città, dove collabora in particolare con la comunità di colore per creare grandi installazioni sui cartelli pubblicitari: ogni strato di poster promozionali rivelato dall’artista e dal vicinato con strappi e rimozioni ad hoc, racconta la storia del vicinato.
L’operazione creativa che Bradford applica per creare i suoi collage, sbarcati alla Biennale di Venezia nel 2016, è in realtà ispirata al processo scientifico e logico seguito dall’archeologia che, togliendo strato di terra dopo strato, documentando e studiando ciò che viene ritrovato, racconta la storia materiale di chi ha vissuto in quel determinato posto.
Apprendisti archeologi e artisti nati
Non a caso il focus del campo scuola estivo è stato proprio sull'archeologia e i reperti preservati ed esposti al Museo. L’apporto artistico e le attività fatte in lingua inglese hanno ulteriormente arricchito l’esperienza dei bambini.
Oltre alla tradizionale visita alle sale del Museo, infatti, le classi sono state coinvolte in laboratori creativi ispirati agli oggetti più significativi della collezione, cacce al tesoro emozionanti ed hanno avuto anche la possibilità di calarsi nei panni di un archeologo per un giorno.
In particolare, grazie al sacrificio di due nuovissimi vasi dalla forma simile a quella dei corrispettivi antichi, che sono finiti a pezzi dopo essere cerimoniosamente scaraventati a terra con grande divertimento dei giovani Indiana Jones, i bambini si sono potuti cimentare in alcuni compiti tipici degli studiosi: recuperare i pezzi di un artefatto e rimetterlo insieme per studiarlo.
L’abilità dei piccoli apprendisti archeologi, che sono riusciti a ricostruire i vasi i poco più di mezz’ora collaborando fra di loro, ha lasciato di stucco anche il Direttore del Museo. Padre Francesco Alliata, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum, è infatti arrivato in tempo per vedere i bimbi incastrare l’ultimo pezzo mancante: “aspettate un attimo! Questo è il mio lavoro!” ha esclamato. L’apprezzamento del Direttore non poteva essere espresso meglio!
Le attività svolte dai bambini durante i campi estivi per imparare a conoscere, comprendere e comunicare il patrimonio storico e culturale di Gerusalemme, un patrimonio che è tanto loro quanto universale, sono state poi integrate nell’installazione artistica.
“We are from here!”: il collage dei bambini di Gerusalemme
Fatta da un insieme di grandi fogli di carta piegati più volte e ritagliati agli angoli per poi svelare un pattern geometrico ispirato ai tradizionali ricami palestinesi, l’opera d’arte “We are from here” richiama, ancora una volta, all’archeologia e alla promozione dell’identità locale.
Durante la festa conclusiva del Summer Camp, gli allievi della La Salle School hanno infatti avuto la possibilità di arricchire il collage con ulteriori strati di plastica trasparente sopra i quali hanno aggiunto disegni colorati, parole chiave, decorazioni varie.
Colpiscono in particolare l’uso di carta dorata e glitter e i disegni di arcobaleni, bandiere palestinesi e luoghi iconici di Gerusalemme. Le classi della scuola, composta al 50% da allievi musulmani e al 50% da allievi cristiani, hanno scelto di rimarcare la loro presenza nella storia di questa città eclettica e complessa in modo coraggioso, quasi sensazionale.
Non stupisce, soprattutto dopo le recenti tensioni, che anche i più piccoli vogliano urlare al mondo che esistono e sono qui, che appartengono a questo posto tanto come Gerusalemme appartiene a loro.
L’installazione, che rimarrà esposta fino a Dicembre e poi passerà permanentemente alla nuova piccola collezione della scuola, continua ancor oggi a crescere. I visitatori del Terra Sancta Museum sono infatti invitati a lasciare una loro traccia sul collage e creare un dialogo che durerà nel tempo sulle tante identità di Gerusalemme e dei suoi abitanti.
Come i nostri piccoli archeologi, anche Pro Terra Sancta può fieramente dire che “io vengo da qui!”. Non vediamo l’ora lo possano affermare anche tutti i nostri benefattori e i pellegrini che passano per la città santa!