A conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani pubblichiamo un contributo sul Santo Sepolcro a Gerusalemme, che è la casa di tutti i cristiani del mondo. Lo facciamo in una prospettiva particolare.
Immaginatevi un condominio molto particolare, dove convivono insieme famiglie di diverse nazionalità. Ognuna ha le sue abitudini, i ritmi e i cibi diversi, ognuna ha un modo di educare i propri figli diverso dagli altri. In questo condominio capiterà sicuramente il vicino troppo rumoroso, chi tiene la musica a livello alto, il vicino che vuole a tutti i costi l’uso del cortile, o ancora quello con i figli che non stanno mai fermi e schiamazzano per le scale. Tutto questo, le differenze culturali e sociali e quelle dovute al carattere personale o alle esperienze passate creeranno sicuramente molti contrasti e certamente qualche lite più accesa.
Il Santo Sepolcro a Gerusalemme oggi è simile a quel condominio: anche qui convivono da molto tempo diverse confessioni cristiane e come in un condominio spesso si trovano a discutere più o meno animatamente, sugli orari della liturgia, sul diritto di occupare uno spazio piuttosto che un altro, oppure semplicemente perché questo o quel monaco di un’altra confessione, non rispetta lo Status Quo (il regolamento siglato nel 1852 che ordina la vita all’interno della basilica).
A un primo sguardo dunque qualcuno potrebbe pensare che la Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il luogo più caro ai cristiani di tutto il mondo, il luogo che custodisce al suo interno la tomba –vuota – del Cristo, sia proprio come un condominio con vicini che hanno perso di vista le cose importanti e pensano solo a farsi la guerra.
In realtà basterebbe cambiare la prospettiva con cui si guarda a questo luogo così importante. La basilica del Santo Sepolcro è veramente il luogo dove Gesù è morto e risorto ed è il motivo per cui tutte queste diverse confessioni si trovano a convivere insieme. Questo è ciò che lo rende unico e sicuramente totalmente diverso dal condominio che ci siamo immaginati. E’ davvero una casa per tutti i cristiani perché solo qui tutte queste comunità vivono insieme, come in nessun altro luogo.
Tutti si riuniscono proprio dove prende fisicità e senso la vita di ogni cristiano. Gli screzi, i litigi, le differenze sono spesso un retaggio della Storia, una storia fatta di ferite inferte reciprocamente, sanate da quel luogo, origine della Speranza, che mette insieme il greco e l’armeno, l’etiope e il cattolico, il copto e il maronita, e tutte le tredici confessioni che abitano la chiesa costantiniana.
Si sente parlare solo dei litigi, ma ci sono anche momenti di grande unità. Un esempio recente che ha visto le comunità lavorare fianco a fianco sono i lavori di restauro della basilica del Santo Sepolcro, iniziati nel 2016 con l’edicola della Risurrezione e oggi interessano la pavimentazione e la struttura della Basilica. Fa tutto parte del fascino contraddittorio che anima la storia di questo luogo, dove si intrecciano vite e destini di persone diverse, dove ciò che unisce è più grande di ciò che divide.