Dal 2016 Pro Terra Sancta, in collaborazione con il Mosaic Center, ha attivato degli scavi archeologici edegli interventi di conservazione e valorizzazione del sito. Scopo primario del progetto è che il turismo possa portare un beneficio alle comunità locali, contribuendo ad alleviare la povertà.
CONTESTO & OBIETTIVO
Il villaggio di Betania, conosciuto in arabo come al-Azariyeh («luogo di Lazzaro»), è raccontato nei Vangeli come il villaggio dell’amicizia e dell’ospitalità; viene identificato come il villaggio di Maria e Marta, dove Gesù resuscitò il loro fratello Lazzaro (Gv 11, 1-44) e dove fu unto da una donna nella casa di Simone il Lebbroso (Mt 26, 6-13) (Mc 14, 3-9), che Giovanni identifica con Maria (Gv 12, 1-8).
Oggi Betania è il teatro di un conflitto: dal 2002 la città è infatti divisa dalla vicina Gerusalemme dal muro di separazione israeliano. La lotta tra le due fazioni si è tradotta in un contesto di depressione economica e di deprivazione culturale che danneggia pesantemente la comunità locale.
Negli ultimi mesi ci siamo concentrati sulla formazione di personale specializzato, grazie al supporto della Cooperazione Italiana (AICS) e di tre università, di cui due italiane e una locale: l’Al Quds University, l’Università degli Studi di Palermo e l’Università di Torino; l’impegno è rivolto soprattutto ai giovani, che possono così mostrare ai visitatori l’importanza della conservazione e della valorizzazione del luogo. Il progetto supporta anche alcune attività micro-imprenditoriali delle associazioni femminili locali,con il supporto della Al Hana Women Association, sostenendo la produzione di prodotti artigianali legati al territorio; tra questi vengono particolarmente apprezzate le candele profumate agli oli essenziali, che si rifanno alla tradizione dell’unzione di Gesù da parte di Maria.
I lavori di scavo archeologico e di conservazione del territorio hanno reso accessibili numerose aree prima impraticabili: stiamo contribuendo a trasformare, insieme ai giovani locali e alle realtà che ci sostengono, un luogo degradato in una realtà ricca di storia e capace di raccontarla, terreno fertile per nuovi progetti di conservazione, di lavoro locale e di impegno civile. Molte realtà locali sono coinvolte nelle aree di lavoro: la Custodia francescana, il Patriarcato greco-ortodosso, la moschea di al-Uzeir, il municipio di Betania che gestisce la Tomba di Lazzaro e di alcune famiglie, oltre al Dipartimento di Antichità del Ministero del Turismo palestinese. Quello di Betania è un progetto dall’anima collettiva, che coinvolge diverse personalità – accademici, politici, religiosi, studenti, visitatori e abitanti del luogo – in un dialogo costante intorno all’incontro e al rispetto reciproco. La conservazione del patrimonio culturale garantisce la diversità e la ricchezza del territorio, lo valorizza e permette alle varie comunità di essere rappresentate, e non cancellate con la forza.
Nel 2023 sono stati coinvolti in attività educative e di archeologia sperimentale circa 1.000 bambini ebambine di Betania; 531 sono gli operai locali che hanno partecipato alle attività di restauro, e circa 100sono stati i visitatori del sito. Abbiamo realizzato ben 63 attività educative.