Riferimenti a Sebastia si trovano soprattutto nell’Antico Testamento, quando la città era chiamata Samaria, capitale del regno israelita del nord.
La prima menzione di Samaria nella Bibbia la leggiamo nel Primo Libro dei Re, che riporta di come la città fosse stata edificata da Omri, re del regno del nord (i brani sono ripresi dalla versione Nuova Riveduta della Bibbia):
Nell'anno trentunesimo di Asa re di Giuda, divenne re di Israele Omri. Regnò dodici anni, di cui sei in Tirza. Poi acquistò il monte Someron da Semer per due talenti d'argento. Costruì sul monte e chiamò la città che ivi edificò Samaria dal nome di Semer, proprietario del monte
(1 Re 16:23-25)
Lo stesso libro ci parla del figlio del re Omri, Acab, che divennè re, sposò la principessa fenicia Gezabele, e costruì a Samaria un tempio dedicato al dio fenicio Baal:
Omri si addormentò con i suoi padri e fu sepolto in Samaria. Al suo posto divenne re suo figlio Acab. Acab figlio di Omri divenne re su Israele nell'anno trentottesimo di Asa re di Giuda. Acab figlio di Omri regnò su Israele in Samaria ventidue anni. Acab figlio di Omri fece ciò che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. Non gli bastò imitare il peccato di Geroboamo figlio di Nebàt; ma prese anche in moglie Gezabele figlia di Et-Bàal, re di quelli di Sidone, e si mise a servire Baal e a prostrarsi davanti a lui. Eresse un altare a Baal nel tempio di Baal, che egli aveva costruito in Samaria. Acab eresse anche un palo sacro e compì ancora altre cose irritando il Signore Dio di Israele, più di tutti i re di Israele suoi predecessori
(1 Re 16:28-33)
Il primo riferimento al rapporto tra il profeta Elia e la città di Samaria, si trova in 1 Re 18:1-2:
Molto tempo dopo, nel corso del terzo anno, la parola del SIGNORE fu rivolta a Elia, in questi termini: «Va', presèntati ad Acab, e io manderò la pioggia sul paese». Elia andò a presentarsi ad Acab. La carestia era grave in Samaria.
L’assedio siro a Samaria è riportato in 1 Re 20:
Ben-Adad, re di Siria, radunò tutto il suo esercito; aveva con sé trentadue re, cavalli e carri; poi salì, cinse d'assedio Samaria, e l'attaccò
(1 Re 20:1)
L’intervento di un profeta permise ad Acab di vincere i siri, che fuggirono (1 Re 20:12-21) e di stabilire un patto con il nemico:
Ben-Adad gli disse: «Io ti restituirò le città che mio padre tolse a tuo padre; e tu ti stabilirai dei mercati a Damasco, come mio padre se ne era stabiliti a Samaria». «E io», riprese Acab, «con questo patto ti lascerò andare»; così Acab stabilì un patto con lui, e lo lasciò andare.
(1 Re 20:34)
Il re d’Israele e il re di Giuda si incontrano davanti alla porta di Samaria e consultano i profeti per concordare la lotta contro i siri:
Il re d'Israele e Giosafat, re di Giuda, sedevano ciascuno sul suo trono, vestiti dei loro abiti regali, nell'aia che è all'ingresso della porta di Samaria; e tutti i profeti profetizzavano davanti a loro. (1 Re 22:10)
La sconfitta e la morte del re è occasione per citare lo stagno di Samaria:
Così il re morì, fu portato a Samaria, e in Samaria fu sepolto. Quando si lavò il carro presso lo stagno di Samaria - in quell'acqua si lavavano le prostitute - i cani leccarono il sangue di Acab, secondo la parola che il SIGNORE aveva pronunciata.
(1 Re 22:37-38)
E infine la casa di avorio:
Il resto delle azioni di Acab, tutto quello che fece, la casa d'avorio che costruì e tutte le città che edificò, tutto questo sta scritto nel libro delle Cronache dei re d'Israele (1 Re 22:39)
La storia del nuovo re, il figlio di Acab, Acazia, è narrata nel primo e nel secondo libro dei Re. Torna di nuovo la figura del profeta Elia, che preannuncia la morte del re:
Acazia, figlio di Acab, cominciò a regnare sopra Israele a Samaria il diciassettesimo anno di Giosafat, re di Giuda, e regnò due anni sopra Israele.
Egli fece ciò ch'è male agli occhi del SIGNORE, e imitò la condotta di suo padre, di sua madre, e di Geroboamo, figlio di Nebat, che aveva fatto peccare Israele. Adorò Baal, si prostrò dinanzi a lui, e provocò lo sdegno del SIGNORE, Dio d'Israele, esattamente come aveva fatto suo padre
(1 Re 22:52-54)
Acazia cadde dalla ringhiera della sua camera di sopra, a Samaria, e si ammalò. Allora inviò dei messaggeri, dicendo loro: «Andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron, per sapere se guarirò da questa malattia». Ma un angelo del SIGNORE disse a Elia il Tisbita: «Àlzati, va' incontro ai messaggeri del re di Samaria, e di' loro: "È forse perché non c'è Dio in Israele che voi andate a consultare Baal-Zebub, dio di Ecron?
(2 Re 1:2-3)
L'angelo del SIGNORE disse a Elia: «Scendi con lui; non aver paura di lui». Allora Elia si alzò, scese con il capitano, andò dal re, e gli disse: «Così dice il SIGNORE: "Poiché tu hai mandato dei messaggeri a consultare Baal-Zebub, dio d'Ecron, come se in Israele non ci fosse Dio da poter consultare, perciò tu non scenderai dal letto sul quale ti sei coricato, ma certamente morrai"»
(2 Re 1: 15-16)
Nel secondo libro dei Re, dopo la scomparsa di Elia, appare a Samaria il suo discepolo, il profeta Eliseo:
Di là Eliseo si recò sul monte Carmelo da dove poi tornò a Samaria.
(2 Re 2:25)
Un altro figlio di Acab, Ieroam diventa re a Samaria:
Ieoram, figlio di Acab, cominciò a regnare su Israele a Samaria l'anno diciottesimo di Giosafat, re di Giuda, e regnò dodici anni. Egli fece ciò che è male agli occhi del SIGNORE; ma non quanto suo padre e sua madre, perché tolse via la statua di Baal, che suo padre aveva fatta. Tuttavia egli rimase attaccato ai peccati con i quali Geroboamo, figlio di Nebat, aveva fatto peccare Israele; e non se ne distolse.(2 Re 3:1-3)
Di nuovo Ben-Adad, re di Siria, assedia Samaria:
Dopo queste cose, Ben-Adad, re di Siria, radunò tutto il suo esercito, salì contro Samaria e la cinse d'assedio. Ci fu una grande carestia in Samaria, e i Siri l'assediarono in modo tale che una testa d'asino la si vendeva a ottanta sicli d'argento, e il quarto d'un cab di sterco di colombi, a cinque sicli d'argento.
(2 Re 6:24-25)
E la città è nuovamente salvata dall’intervento di Dio, come profetizza Eliseo:
Allora Eliseo disse: «Ascoltate la parola del SIGNORE! Così dice il SIGNORE: Domani, a quest'ora, alla porta di Samaria, la misura di fior di farina si avrà per un siclo, e le due misure d'orzo si avranno per un siclo».
(2Re 7:1)
Il Signore aveva fatto udire nell'accampamento dei Siri un rumore di carri, un rumore di cavalli, un rumore di grande esercito, tanto che i Siri avevano detto fra di loro: «Il re d'Israele ha assoldato contro di noi i re degli Ittiti e i re degli Egiziani, perché vengano ad assalirci». E si erano alzati, ed erano fuggiti all'imbrunire, abbandonando le loro tende, i loro cavalli, i loro asini, e l'accampamento così com'era; erano fuggiti per salvarsi la vita. (2Re 7: 6-7)
Allora il popolo uscì e saccheggiò l'accampamento dei Siri; e una misura di fior di farina si ebbe per un siclo, e due misure d'orzo per un siclo, secondo la parola del SIGNORE.(2Re 7:16)
Il capitolo 10 del secondo libro dei Re narra lo sterminio della famiglia di Acab da parte di Ieu, che uccide anche tutti gli adoratori di Baal. Alla sua morte, anche Ieu viene sepolto a Samaria:
Giunto a Samaria, Ieu colpì tutti quelli che rimanevano della casa di Acab a Samaria, finché l'ebbe distrutta, secondo la parola che il SIGNORE aveva detta per mezzo di Elia
(2Re 10:17)
Quando fu finita l'offerta dell'olocausto, Ieu disse ai soldati e ai capitani: «Entrate, uccideteli, e non ne esca neppure uno!» Essi li passarono a fil di spada; poi, soldati e capitani ne buttarono là i cadaveri, e penetrarono nell'edificio del tempio di Baal; portarono fuori le statue del tempio di Baal, e le bruciarono; mandarono in frantumi la statua di Baal; demolirono il tempio di Baal e ne fecero un immondezzaio che dura fino a oggi.
(2Re 10:25-27)
Poi Ieu si addormentò con i suoi padri, e lo seppellirono a Samaria. Ioacaz, suo figlio, regnò al suo posto. Il tempo che Ieu regnò sopra Israele a Samaria fu di ventott'anni.
(2Re 10:35-36)
Ioacaz regnò diciassette anni (2Re 13:1). Nello stesso capitolo, si legge un accenno all’idolo di Astarte:
Ma non si allontanarono dai peccati con i quali la casa di Geroboamo aveva fatto peccare Israele; e continuarono a camminare per quella via; persino l'idolo di Astarte rimase in piedi a Samaria (2Re 13:6)
Il re Ioacaz e suo figlio Ioas, re dopo di lui, vengono sepolti a Samaria (2Re 13:9-13). Anche Eliseo si ammala e muore. Un versetto narra come la sepoltura di Eliseo fosse miracolosa:
Eliseo morì, e fu sepolto. L'anno seguente delle bande di Moabiti fecero una scorreria nel paese. Mentre alcune persone stavano seppellendo un morto, scorsero una di quelle bande, e gettarono la salma nella tomba di Eliseo. Appena toccò le ossa di Eliseo, il morto risuscitò, e si alzò in piedi.(2Re 13:19-20)
I re a Samaria si susseguono e molti vengono uccisi. Geroboamo II, figlio di Ioas, regna per quarantun anni (2Re 14:23), e dopo di lui suo figlio Zaccaria, che viene ucciso dopo sei mesi di regno da Sallum.(2Re 15:8-10). Anche Sallumviene ucciso a Samaria, dopo un solo mese di regno, da Menaem, salito da Tirsa, che regna dopo di lui (2Re 15:13-14). Menaem resterà re a Samaria per dieci anni (2Re 15:17), e suo figlio Pecachia per due anni (2Re 15:23). Poi arriva Peca che uccide il re nella torre del palazzo reale:
Peca, figlio di Remalia, suo capitano, congiurò contro di lui, e lo colpì a Samaria, e con lui Argob e Arec, nella torre del palazzo reale. Aveva con sé cinquanta uomini di Galaad; uccise Pecachia, e regnò al suo posto
(2Re 15:25)
Peca è re di Samaria per vent’anni (2Re 15:27). Dopo di lui regnerà Osea, che sarà l’ultimo dei re di Samaria. Durante il suo regno la città e l’intera regione vengono invase dagli Assiri e insediate da altri popoli:
Salmaneser, re d'Assiria, marciò contro di lui; e Osea fu sottomesso a lui e gli pagò un tributo. Poi il re d'Assiria scoprì una congiura organizzata da Osea, il quale aveva inviato dei messaggeri a So, re d'Egitto, e non pagava più il consueto tributo annuale al re d'Assiria; perciò il re d'Assiria lo fece imprigionare e mettere in catene. Dopo, il re d'Assiria invase tutto il paese, marciò contro Samaria, e l'assediò per tre anni. Nel nono anno di Osea il re d'Assiria prese Samaria; deportò gli Israeliti in Assiria, e li collocò in Ala e sull'Abor, fiume di Gozan, e nelle città dei Medi.
(2 Re 17:3-6)
Il re d'Assiria fece venire gente da Babilonia, da Cuta, da Avva, da Camat e da Sefarvaim, e le stabilì nelle città della Samaria al posto dei figli d'Israele; e quelle presero possesso della Samaria, e abitarono nelle sue città
(2Re 17:24)
I popoli insediati a Samaria danno origine ad un popolo misto, composto da culture diverse, che adorano il Dio della Bibbia ma anche altri propri idoli , secondo le usanze delle regioni da dove provengono
(2Re 17:26-41).
Con la fine del regno israelita del nord, a a Samaria interviene il re di Giuda, Giosia, dopo aver distrutto l’idolatria a Gerusalemme:
Abbatté pure l'altare che stava a Betel, e l'alto luogo, costruito da Geroboamo, figlio di Nebat, il quale aveva fatto peccare Israele. Bruciò l'alto luogo e lo ridusse in polvere, e bruciò l'idolo d'Astarte. Poi Giosia, voltatosi, vide le tombe che stavano là sul monte; mandò a prelevare le ossa di quelle tombe, e le bruciò sull'altare, profanandolo, secondo la parola del SIGNORE pronunciata dall'uomo di Dio, che aveva annunciato queste cose. Poi disse: «Che monumento è quello che io vedo laggiù?» La gente della città rispose: «È la tomba dell'uomo di Dio, che venne da Giuda, e che proclamò contro l'altare di Betel queste cose che tu hai fatte». Egli disse: «Lasciatelo stare; nessuno rimuova le sue ossa!» Così le sue ossa furono conservate con le ossa del profeta ch'era venuto da Samaria. Giosia fece anche sparire tutti i templi d'alti luoghi che erano nella città di Samaria e che i re d'Israele avevano fatti per provocare lo sdegno del SIGNORE, e ne fece esattamente quel che aveva fatto a Betel. Fece uccidere sugli altari tutti i sacerdoti degli alti luoghi che vi si trovavano, e su quegli altari bruciò ossa umane. Poi tornò a Gerusalemme
(2 Re 23:15-20)
Alcuni degli eventi riportati dal 1 e 2 Libro dei Re sono anche narrati, in modo simile, nel Secondo libro delle Cronache.
Citata nei libri dei profeti per i suoi idoli (Isaia 10:10)e per i profeti insensati (Geremia 23:13), Samaria viene considerata, insieme a Sodoma, sorella di Gerusalemme nella desolazione e devastazione da Ezechiele (Ezechiele 23:33). Osea ne ricorda la malvagità (Osea 7:1), l’abominevole vitello che sarà ridotto in frantumi (Osea 8:5-6), l’annientazione del suo re (Osea 10:7) e la sua sconfitta:
Samaria sarà punita per la sua colpa, perché si è ribellata al suo Dio.
Cadranno di spada;
i loro bambini saranno schiacciati,
le loro donne incinte saranno sventrate».
(Osea 13:16)
Amos ricorda i peccati e i castighi di Israele e la corruzione dei potenti chiamando gli abitanti ad osservare i grandi disordini dai monti di Samaria (Amos 3:9; Amos 6:1). E la punizione dei suoi peccati secondo Michea sarà devastante:
«Perciò io farò di Samaria un mucchio di pietre nella campagna,
un luogo da piantarci le vigne;
ne farò rotolare le pietre giù nella valle,
ne metterò allo scoperto le fondamenta.
Tutte le sue immagini scolpite saranno infrante,
tutte le sue offerte agli idoli saranno arse con il fuoco,
io ridurrò tutti i suoi idoli in desolazione,
perché sono offerte raccolte come salario di prostituzione
e torneranno a essere salario di prostituzione».
(Michea 1:6-7)
Nei Vangeli si ricorda il passaggio di Gesù nella regione, sui confini della Samaria e della Galilea, quando guarisce dieci lebbrosi (Luca 17:11), e quando incontra la samaritana al pozzo di Giacobbe a Sicar (Giovanni 4:5), ma la città di Samaria non è mai citata.
Gli Atti degli Apostoli ricordano a Samaria la predicazione di Filippo:
Filippo, disceso nella città di Samaria, vi predicò il Cristo. E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che faceva. Infatti gli spiriti immondi uscivano da molti indemoniati, mandando alte grida; e molti paralitici e zoppi erano guariti. E vi fu grande gioia in quella città (Atti 8: 5-8)
Più avanti, sempre negli Atti degli Apostoli, si narra nella regione il passaggio degli apostoli e di Paolo e Barnaba, ma non c’è più il riferimento preciso alla città:
Allora gli apostoli, che erano a Gerusalemme, saputo che la Samaria aveva accolto la Parola di Dio, mandarono da loro Pietro e Giovanni
(Atti 8:14)
E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione. Essi dunque, accompagnati per un tratto dalla chiesa, attraversarono la Fenicia e la Samaria, raccontando la conversione degli stranieri e suscitando grande gioia in tutti i fratelli
(Atti 9:2-3)
Anche la morte e sepoltura di Giovanni Battista nei Vangeli (Mc 6:17-29, Mt 14:1-12, Lu 9:7-9; 3:19-20) non è riferita direttamente a Sebaste/Samaria. Si narra infatti solo della sua incarcerazione da parte di Erode Antipa, perché Giovanni predicava contro il suo matrimonio con Erodiade, moglie di suo fratello Filippo; del ballo di Salomè, figlia di Erodiade e della sua richiesta ad Erode di premiarla con la testa di Giovanni battista su un piatto. Ma non si accenna al luogo dell’evento, che secondo lo storico Giuseppe Flavio avvenne nella fortezza di Macheronte, ad est del Giordano. Nel testo evangelico si fa però anche riferimento alla sepoltura del corpo del santo da parte dei discepoli:
Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». E benché desiderasse farlo morire, temette la folla che lo considerava un profeta. Mentre si celebrava il compleanno di Erode, la figlia di Erodiada ballò nel convito e piacque a Erode; ed egli promise con giuramento di darle tutto quello che avrebbe richiesto. Ella, spintavi da sua madre, disse: «Dammi qui, su un piatto, la testa di Giovanni il battista». Il re ne fu rattristato ma, a motivo dei giuramenti e degli invitati, comandò che le fosse data, e mandò a decapitare Giovanni in prigione. La sua testa fu portata su un piatto e data alla fanciulla, che la portò a sua madre. E i discepoli di Giovanni andarono a prenderne il corpo e lo seppellirono; poi vennero a informare Gesù.
(Mt 14:3-12)
La guardia andò, lo decapitò nella prigione e portò la testa su un piatto; la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, udito questo, andarono a prendere il suo corpo e lo deposero in un sepolcro (Mc 6: 28-29)
La tradizione cristiana che i discepoli avessero messo in salvo il corpo del Battista a Sebaste, in un territorio fuori dal controllo di Erode Antipa (Samaria) e in una tomba resa santa dalla presenza di altri profeti (Eliseo e Abdia) prende avvio nel IV secolo. Per primo ne scrive Rufino di Aquilea, che descrive la reazione pagana contro i Cristiani del 361-2 al tempo dell’imperatore romano Giuliano, quando le reliquie di Giovanni Battista furono tolte dalla tomba di Sebaste e bruciate, spargendo le ceneri al vento.
La tradizione musulmana riserva alla figura di Giovanni Battista un posto importante nel Corano venerandolo come grande profeta (dal nome Yahia). E’ citato in numerose sure, che lo collocato insieme agli altri profeti e ricordano la sua nascita miracolosa:
“O Zaccaria, ti diamo la lieta novella di un figlio. Il suo nome sarà Giovanni. A nessuno, in passato, imponemmo lo stesso nome.”Disse: “Come potrò mai avere un figlio? Mia moglie è sterile e la vecchiaia mi ha rinsecchito”. Rispose: “È così! Il tuo Signore ha detto: "Ciò è facile per me: già una volta ti ho creato quando non esistevi"”. Disse [Zaccaria]: “Dammi un segno, mio Signore!”. Rispose: “Il tuo segno sarà che, pur essendo sano, non potrai parlare alla gente per tre notti”. Uscì dall'oratorio verso la sua gente e indicò loro di rendere gloria [al Signore] al mattino e alla sera. “O Giovanni, tienti saldamente alla Scrittura.” E gli demmo la saggezza fin da fanciullo, tenerezza da parte Nostra e purezza. Era uno dei timorati, amorevole con i suoi genitori, né violento, né disobbediente. Pace su di lui, nel giorno in cui nacque, in quello della sua morte e nel Giorno in cui sarà risuscitato a [nuova] vita.
(Sura XIX Maryam (Maria) versetti 7-15)
La tradizione musulmana lo rappresenta come un asceta. Egli si nutre di erbe e di foglie d'alberi; è soprattutto caratterizzato dal dono delle lacrime. Giovanni ha inoltre il dono della profezia e chiama gli uomini all'adorazione di Allah. È considerato un uomo che non ha mai peccato. Il racconto della sua morte è circondato da circostanze meravigliose, ma anche in questo caso non c’e’ riferimento diretto a Sebaste.
La tomba di Giovanni a Sebaste è stata inglobata nella moschea sin dai tempi di Saladino e per la popolazione locale egli è lì sepolto insieme al padre Zaccaria e la madre Elisabetta. Nella moschea degli Omayyadi a Damasco, si ritiene sia sepolta la testa.