Dall’agosto 2019 Padre Marwan è il parroco di Nazareth. Dopo aver gestito per molti anni le Scuole di Terra Santa e la Casa del Fanciullo a Betlemme, ora prosegue la sua missione in Galilea, nella città israeliana con il più alto numero di cristiani. “Nazareth è una parrocchia molto grande – ci dice abuna Marwan - i fedeli partecipano attivamente sia alle funzioni religiose sia alle attività per famiglie e per ragazzi gestite dalla chiesa”. Un coinvolgimento e partecipazione che farebbero piacere a qualsiasi parroco, ma che durante la pandemia globale possono diventare motivi di preoccupazione. Tuttavia, padre Marwan non si è perso d’animo e dall’inizio dell’emergenza ha trovato modi alternativi, grazie all’uso sapiente della tecnologia, per stare accanto ai suoi fedeli e non lasciarli soli.
Nazareth è una delle parrocchie più “moderne” in questo senso. La basilica della dell’Annunciazione, la più grande basilica di Terra Santa, “era dotata di un sistema di telecamere molto ben congeniato ma veniva usato poche volte per le dirette. Avevamo una Ferrari, ma la stavamo usando come un’utilitaria - scherza padre Marwan - Durante il primo lockdown, agli inizi di marzo, abbiamo deciso di trasmettere le celebrazioni online ogni giorno”. La parrocchia è dotata di una pagina Facebook che aggiorna i fedeli su tutti gli eventi della Chiesa e che pubblica le dirette realizzate con il contributo del Christian Media Center. “Non ci siamo mai fermati – continua l’Abuna – abbiamo fatto incontri su zoom, dirette su Facebook. È continuato il catechismo online, il bollettino parrocchiale è stato distribuito in formato digitale”. Attraverso pagina web, social e un’applicazione per la prenotazione delle messe, i fedeli hanno continuato a essere partecipi alle attività della chiesa. La parrocchia di Nazareth è composta da 8000 anime, 8000 cristiani cattolici di rito latino. Durante il fine settimana le Sante Messe sono frequentate da tanti fedeli, circa 700 persone e i numeri possono triplicare duranti feste, battesimi e matrimoni.
In questi giorni, con l’arrivo della seconda ondata epidemica in Israele, il parroco si è visto nuovamente costretto a chiudere le chiese. Per la legge non ci possono essere più di 20 persone oltre al sacerdote durante i riti. Per questa ragione padre Marwan ha nuovamente sospeso le celebrazioni durante il fine settimana e di continuare con le trasmissioni online: “E’ una scelta sofferta, ma necessaria per la salute dei miei fedeli. Le pandemie, come le guerre, sono situazioni eccezionali in cui la vita liturgica e quella spirituale e di catechesi subiscono dei cambiamenti. Ma in questa emergenza dobbiamo agire in modo intelligente, sfruttare le nostre capacità. Anche se non è possibile colmare pienamente il bisogno liturgico o ricevere l’Eucarestia ogni domenica, non deve venire meno la parte spirituale e la preghiera. Questo è ciò che portiamo alla gente con le dirette online: preghiera e speranza”.
La pagina Facebook della parrocchia serve per raccogliere le tante preghiere che vengono indirizzate alla Madonna: “Najwan è una ragazza bravissima. Lei gestisce le pagine Social Media, raccoglie tutte le richieste di preghiera che ci vengono inviate. Durante le celebrazioni preghiamo per tutti coloro che ci chiedono aiuto”, continua padre Marwan. “La devozione a Maria è molto forte a Nazareth, ma molti la cercano a Fatima, a Lourdes e a volte non si ricordano che duemila anni fa, prima di tutti gli altri luoghi in cui è apparsa, la Madonna viveva qui”, racconta il parroco che cerca di mantenere vivo questo costante legame con la Grotta dove Maria ricevette l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele.
La Sacra Grotta, che Associazione Pro Terra Sancta, ha contribuito a restaurare, rimane il mistero più grande, il motivo per cui le preghiere in questo luogo vengono tanto invocate, il motivo per cui anche dagli Stati Uniti e dal Libano, dove ci sono comunità cristiane che parlano arabo molto legate al culto di Maria, migliaia di persone si connettono per assistere al rosario e alla Santa Messa. A Maria si affida padre Marwan per questa nuova sfida.
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