Francesco Spagnolli è un assistente coordinatore di Paese presso la sede di Pro Terra Sancta a Damasco. Ci racconta la sua esperienza in Siria. È arrivato nella capitale siriana il 19 maggio per seguire i progetti dell’Associazione.
Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la realtà in cui si è immerso questo primo mese, un mese in cui, parole sue, sono successe già moltissime cose!
Francesco, parlaci del primo impatto che hai avuto appena arrivato in Siria
Quando sono arrivato a Damasco mi sono ritrovato subito in una realtà completamente diversa rispetto a quella di Aleppo, dove ero già stato. Damasco è una città enorme con sette milioni di abitanti ed è molto estesa. Io per quest’anno abiterò nel quartiere di al-Salihiyah, dove si trova il convento dei francescani. È una zona molto bella di Damasco, è la più ricca della capitale e vi risiede il Parlamento. Ma come tutto il paese è un po’ “trasandata” per via della guerra. Le strade sono polverose, le case non sono mantenute, c’è una marea di persone, di mercatini piccoli con i commercianti che vi giungono o in macchina o a cavallo. Il contesto è mediorientale. Molto interessante. Ho subito conosciuto la realtà della Chiesa latina a Damasco: qui ci sono 4 parrocchie e cinque frati. Le parrocchie si trovano a Salihiyah, Bab Touma, S. Paolo, una nella città vecchia. Ho conosciuto subito tutti i colleghi dell’ufficio di Pro Terra Sancta e la comunità internazionale.
Ti sei dunque immerso fin da subito nella realtà di Pro Terra Sancta a Damasco
Certamente. La realtà di Pro Terra Sancta e delle Chiese latine. Durante i primi staff meeting hop conosciuto tante persone che ruotano intorno ai progetti. Per esempio, qui con noi c’è un ingegnere che segue il progetto di S. Anania relativo all’acquisto delle case intorno alla chiesa. Queste case vengono acquistate e ristrutturate con lo scopo di valorizzare la zona intorno alla chiesa. Poi potrà nascere un centro educativo o un centro parrocchiale ed eventuali Guesthouse per i pellegrini interessati a conoscere la vita della comunità cattolica di Damasco. Quindi sì, le prime settimane sono state un’immersione nella quotidianità di Damasco e di Pro Terra Sancta.
Come sta gestendo la grave mancanza di elettricità?
Questa di al-Salihiyah è la zona dove risiede il governo, quindi il problema dell’elettricità si sente meno per ovvie ragioni. Ma ultimamente ci sono dei giorni in cui le ore di elettricità non sono mai più di cinque. Sto vedendo che in Siria il problema dell’elettricità è davvero urgente e aggiungo che a questo si unisce anche la mancanza di benzina. Per di più, la pandemia da Covid-19 ha causato una “discesa” costante dell’economia negli ultimi due anni a cui si aggiunge la crisi del grano causata dalla guerra in Ucraina.
Raccontaci dei progetti di Pro Terra Sancta a Damasco
Il progetto tra i più grande che abbiamo è sicuramente quello relativo all’assistenza a famiglie bisognose. Prevede la distribuzione di pacchi alimentari e voucher a 500 famiglie ogni settimana. Ci sono convenzioni con i vari supermercati e ogni famiglia ha un voucher di colore diverso in base al nucleo famigliare e al bisogno. È un sostegno fondamentale per le famiglie che fanno affidamento sui nostri aiuti per poter sopravvivere.
Accanto ai progetti emergenziali c’è anche l’assistenza sanitaria. Pro Terra Sancta finanzia l’acquisto di medicinali che qui scarseggiano e che comunque sono decisamente troppo cari per la maggior parte delle famiglie. Inoltre l’Associazione sostiene anche le spese per la cura di malattie gravi e di operazioni importanti. Qui a Damasco, infatti, aiutiamo una ventina di persone che hanno bisogno di assistenza continua e che devono essere tenute costantemente sotto controllo medico.
Hai incontrato personalmente alcune persone che aiutiamo?
Sì! Ho incontrato qualche giorno fa una famiglia composta da mamma, papà e tre figlie. Questa famiglia riceve il nostro sostegno dal 2018, anno in cui una figlia ha scoperto di avere un tumore al cervello. È una malattia brutta e difficile. Il padre fa dei lavori a tempo determinato e Pro Terra Sancta offre sostegno con i voucher per il cibo (che menzionavo prima) e attraverso il finanziamento di medicinali.
Un’altra famiglia che ho incontrato è composta dalla mamma, il papà e il figlio nato con una grave malformazione. Non è riuscito a svilupparsi e non sa esprimersi. Ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. I genitori devono stare tutto il giorno con lui per pendersi cura di lui. Anche a loro abbiamo dato un aiuto così che possano dedicare il tempo al loro bambino.
Si capisce che Pro Terra Sancta aiuta proprio il nucleo famigliare
Esatto. Pro Terra Sancta lavora per la famiglia. C’è talmente tanto bisogno e i salari sono talmente bassi che alla fine un giovane non esce di casa finchè non ha stabilità economica e poi mette a disposizione tutto quello che ha per il bene della famiglia. Quindi se aiuti un papà o una mamma sai che stai alleviando il peso di tutta la famiglia.
Per i siriani quanto è importante la vita intorno alla parrocchia?
Qui è centrale. La Chiesa è stato uno degli attori che più ha sopportato la crisi da un punto di vista morale ed economico. Ha offerto supporto alle comunità cristiane e non solo. Le parrocchie sono uno dei pochi luoghi dove i ragazzi dai 5 anni in su trovano uno spazio per potersi divertire, giocare, fare delle attività insieme negli oratori. L’alternativa è la strada. La Chiesa sicuramente fa un lavoro fondamentale. Qui a Damasco fanno tano gli oratori dei francescani e dei salesiani.
E non solo per bambini e ragazzi, ma anche genitori e nonni! Tutti in questi spazi trovano un luogo di ritrovo dove poter “staccare” un po’ dopo una giornata di lavoro impegnativa e per stare in compagnia.
In questo mese primo mese a Damasco, qual è secondo te il bisogno più grande dei siriani?
Sicuramente i beni essenziali che permettono di avere una vita normale: cibo, elettricità, benzina, gas. Molti lavorano per potersi permettere soltanto una bombola di gas. Co sì però non possono dedicarsi ad altro. Poi è importante una stabilità economica e politica che faccia pensare ai giovani a un futuro qui, in Siria. E purtroppo molti giovani non vedono né carriera né sviluppo in questo Paese. Se il pensiero fisso è solo arrivare a fine mese è difficile guardare oltre. E infatti, purtroppo, molti vanno via dalla Siria.
Pro Terra Sancta in Siria cura anche importanti progetti educativi e imprenditoriali, giusto?
Sì! Per esempio, a Maalula e nella parrocchia di S.Paolo abbiamo due asili. In quest’ultimo ci sono più di 400 bambini seguiti dalle suore. Adesso che l’estate è alle porte i vari campi estivi gestiti dalle parrocchie apriranno le loro porte a tantissimi bambini e ragazzi e ci saranno tanti giochi (come il calcio), canzoni da imparare tutti insieme, tanta musica e tanto divertimento.
Anche il lato imprenditoriale è molto importante. A Damasco Pro Terra Sancta finanzia le migliori idee provenienti dalle start-up locali. Una volta individuata la start-up vincitrice attraverso un processo di selezione, parte il supporto economico e formativo per dare il via al progetto proposto dalla start-up. Sono piccoli progetti, ma fondamentali per i siriani. Uno di questi è quello di Ghadeer, che a Damasco ha potuto lanciare la sua start-up di taglio e cucito che aiuta molte altre donne.
Personalmente come stai vivendo quest’esperienza?
Personalmente è un’esperienza bellissima. Damasco è una città meravigliosa e la cultura siriana è davvero incredibile. E nonostante le forti difficoltà dovute alla povertà e alla guerra è bellissimo vedere tantissime realtà (anche oltre a Pro Terra Sancta) che vogliono portare aiuti concreti e vera speranza qui in Siria.