A quasi tre settimane dallo scoppio del conflitto, nella striscia di Gaza il numero di vittime civili è superiore a 5000. E’ in corso una vera e propria crisi umanitaria. Su una popolazione di circa 3,2 milioni di persone, oggi più della metà sono sfollati interni.
Chi può trova rifugio presso le abitazioni di familiari, altri presso grandi strutture come le scuole delle organizzazioni umanitarie, chiese o moschee. Dal 7 ottobre, sono più di 1600 i bambini morti a causa dei bombardamenti che senza sosta stanno colpendo la Striscia. A tutta questa sofferenza si aggiunge l’impossibilità di trovare un rifugio sicuro, e i beni di prima necessità stanno terminando. Non c’è più acqua potabile, gas, elettricità e medicine. Gli ospedali ancora operativi sono al collasso e sovraffollati. Nessuno è al sicuro a Gaza.
Nella notte tra giovedì e venerdì scorso, un bombardamento avvenuto nei pressi della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio ha provocato il crollo dell’edificio parrocchiale a essa adiacente, uccidendo diciotto persone che erano rifugiate al suo interno. L’intera comunità cristiana è segnata dal dolore per questa tragica perdita e si stringe a raccolta nella preghiera comunitaria.
Da Gaza la voce di suor Maria del Pilar, impegnata nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, racconta i funerali delle vittime, avvenuti presso la chiesa di San Porfirio lo scorso 21 ottobre. La pubblichiamo così come l’abbiamo ricevuta.
“Sono sorella Maria del Pilar missionaria dell'Istituto del Verbo Incarnato nella striscia di Gaza. Ieri pomeriggio abbiamo partecipato al funerale di diciotto cristiani morti a causa di un bombardamento israeliano, che ha provocato il crollo della loro casa.
E’ stato molto triste e doloroso osservare i figli dare l’ultimo saluto ai propri genitori. Ancora più doloroso vedere i genitori salutare loro figli. Alcuni hanno dovuto salutare tutti. E’ stata un'immagine difficile da cancellare, impossibile da dimenticare. Alcuni di questi bambini partecipavano alle diverse attività parrocchiali, erano famiglie conosciute e molto vicine a noi. Qui nella parrocchia della Sacra Famiglia riceviamo alcuni dei feriti lievi perché possano essere curati. Molti di coloro che si erano rifugiati nella chiesa ortodossa sono venuti qui. Siamo circa 700 fedeli, incluso il gruppo delle suore di Madre Teresa, con la presenza di 50 bambini disabili, le sorelle di Nostra Signora del Rosario, padre Joseph Imad e noi del Verbo Incarnato. Siamo tutti uniti, anziani, malati, bambini: noi assistiamo tutti.
Attualmente siamo senza luce e senza acqua potabile. Stiamo usando l’acqua del pozzo ma non sappiamo quanto durerà. Mentre l’acqua minerale, che abbiamo dovuto comprare al triplo del prezzo originale, la usiamo per bere. Cerchiamo che tutti ricevano ciò di cui hanno bisogno e nel migliore dei modi. In questa parrocchia abbiamo la messa due volte al giorno e stiamo costantemente pregando il rosario, chiedendo alla Vergine e a Dio per quella pace che tanto desideriamo. Chiediamo che si uniscano alle nostre preghiere affinché Dio nella sua misericordia ce la conceda, poiché solo lui può compiere questo grande miracolo”.