Il bilancio sociale 2020 è stato approvato dall’Assemblea Generale la settimana scorsa ed è ora disponibile per la consultazione. Il bilancio sociale è uno strumento utilissimo per tirare letteralmente le somme e tracciare la nostra rotta per l’anno successivo. Non solo, è anche un mezzo con cui comunichiamo in totale trasparenza con i nostri benefattori spiegandogli come sono state usate le loro donazioni. Quest’anno, poi, vogliamo condividere con voi i nostri risultati e alcuni dati interessanti.
Le persone che contribuiscono con il loro lavoro al successo di Pro Terra Sancta formano uno staff giovane, preparato e in prevalenza femminile: il 75% dei nostri dipendenti e collaboratori/collaboratrici è donna, l’80% ha conseguito la laurea e il 70% ha fra i 30 e i 40 anni. Quello della nostra Associazione è un ambiente dinamico e attento alla continua formazione professionale con la parziale copertura economica di corsi di formazione e Master su marketing, impatto sociale, sviluppo e conservazione per 4 dipendenti. Crediamo fortemente nelle capacità e all'inventiva delle nostre risorse umane e allo stesso modo sosteniamo i nostri beneficiari, che tanto ci assomigliano. Come?
Quest’anno vi proponiamo un progetto dedicato alle giovani madri single o vedove di Aleppo Est, spesso abbandonate dopo anni di sevizie dai componenti delle milizie jihadiste che le avevano forzatamente prese in spose. Vogliamo vederle formate sui banchi di scuola, inserite in un ambiente lavorativo e infine sostenerle finanziariamente e con consulenze gestionali nell’avvio di una loro attività imprenditoriale. “Donne al centro del lavoro” premia l’iniziativa, l’entusiasmo e il bisogno di queste ragazze di recuperare una dignità persa attraverso il lavoro.
Nel 2021 vogliamo anche implementare i nostri sforzi nelle attività socio-imprenditoriali, che finora rappresentano il 5% dei nostri impieghi. Le possibilità di azione sono tantissime e tutte convergono verso la direzione della sostenibilità, dell’impatto sociale, dell’economia locale. In Terra Santa, in particolare nel Medio Oriente, molto è da ricostruire o inventare, mancano tanti servizi ma ci sono molte risorse, soprattutto umane. La presenza secolare dei francescani su tutto il territorio diventa allora fondamentale per garantire la risuscita a lungo termine dei nostri progetti e la soddisfazione dei benefattori che li sostengono.
Anche se nel 2020 è venuto a mancare, il turismo generato dai pellegrini rimangono una delle fonti di reddito più importanti per la Terra Santa. Le nostre guesthouse non sono semplici alloggi ma luoghi dove fare un’esperienza insieme alla comunità locale, partecipare ad attività diverse da quelle che potrebbe proporre qualsiasi tour-operator. Dar Al Majus, la Casa dei Magi di Betlemme, è un esempio lampante: non solo il delizioso ostello è stato ricavato da un edificio abbandonato restaurato, ma fa parte di un complesso molto più ampio su cui abbiamo investito molto nel 2020, la Community Home. Questo centro dove verrà offerto sostegno alle classi sociali più svantaggiate, formazione e svago, è un luogo di incontro fra le varie culture e fedi dove la storia si intreccia.
I lavori di restauro, ancora in corso, sono realizzati da imprese, tecnici e fornitori locali: vogliamo che tutti i nostri progetti nell’ambito “Conservazione e Sviluppo”, dove concentriamo il 45% dei nostri impieghi, siano occasioni per creare impiego per le comunità che curiamo. Per questo motivo abbiamo promosso progetti di restauro e manutenzione dei Luoghi Santi che coinvolgessero maestranze locali e internazionali a capo di gruppi di giovani adulti da formare e inserire al lavoro, nel pieno solco della tradizione iniziata dai francescani. Formiano guide locali, maestri mosaicisti, artigiani e coinvolgiamo insegnanti, operatori e volontari locali.
L’educazione e l’assistenza sono state e rimangono una nostra priorità: continuiamo ad essere presenti in scuole, centri di accoglienza, ospedali e case di riposo. Assieme a noi sostengono queste attività anche le ragazze del progetto “Rafedìn - made by Iraqi girls”, rifugiate irachene ad Amman in Giordania che abbiamo formato alla professione sartoriale e sostenuto con l’apertura di un laboratorio: proprio l’anno scorso hanno donato agli anziani ospitati dalla Società Antoniana a Betlemme due respiratori per affrontare l’emergenza Covid-19. Questo è un esempio di virtuosità e di generosità circolare che parla tanto quanto i numeri presenti nel nostro bilancio.
Se vogliamo però parlare di numeri, un dato importante è che ben 55.000 dei nostri 69.700 beneficiari diretti si trovano in Siria, parte della regione di San Paolo, dove nacquero le prime comunità cristiane. L’esplosione devastante del porto di Beirut e una profonda crisi economica e sanitaria dovuta ai dazi, agli embarghi e non da ultimo dal Covid-19, hanno reso Siria e Libano delle zone fragilissime. Nel 2020 abbiamo potenziato i nostri interventi nel campo della gestione delle emergenze in Medio Oriente e degli aiuti umanitari. I nostri centri di emergenza distribuiscono beni di prima necessità, voucher per l’assistenza medica, dispositivi di protezione a più di 20.000 persone. Il numero altissimo di beneficiari non ci ha stupito: in data odierna il 65% della popolazione siriana vive sotto la soglia di povertà.
Complessivamente, i due Franciscan Care Centre di Aleppo che stiamo continuando a potenziare, ospitano e sostengono 2250 bambini e 600 donne, le categorie più deboli della popolazione. Qui non si distribuiscono solo pasti e piccoli aiuti finanziari ma si offrono corsi di alfabetizzazione, di calcolo, corsi di lingua, formazione professionale, programmi di recupero dai traumi della guerra attraverso attività ludiche, artistiche e motorie.
A nome di tutto lo staff, grazie per essere stati al nostro fianco! L’aiuto dei sostenitori è – come sempre – il più importante e prezioso.