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Bashar Jararah e il restauro al Santo Sepolcro

04 Novembre 2022
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Bashar Jararah e il restauro al Santo Sepolcro
Bashar Jararah e il restauro al Santo Sepolcro

L’attore Giovanni Scifoni ha concluso il suo viaggio in Terra Santa a Gerusalemme, la Città Santa.

Sono milioni i pellegrini che negli anni hanno visitato questo luogo, cuore della cristianità che da secoli custodisce il Santo Sepolcro, uno dei luoghi più sacri per i cristiani di tutto il mondo.

Sono iniziati a marzo i lavori per la sollevazione della pavimentazione all’interno della maestosa Basilica del Santo Sepolcro. Questi restauri hanno un grande significato non solo per la grandiosità dei lavori, ma perché voluti dai responsabili delle Chiese di Gerusalemme.  Abbiamo intervistato Bashar Jararah, 37 anni, musulmano, esperto di mosaici e appassionato di disegno, che sta curando i lavori della Basilica.

Bashar Jaratah
Bashar Jararah nel cuore di Gerusalemme

Bashar, come sei arrivato a fare il tuo mestiere?

Io sono di Nablus (nord della Palestina n.d.r.), e sono un esperto di calligrafia araba, che è un’arte internazionale fin dai tempi antichi. Dal 2010 sono entrato a far parte del Mosaic Center di Gerico e da qui ho imparato l’arte del mosaico che è ben presto diventato il mio mestiere. Nel Mosaic Center ho imparato a restaurare i mosaici, ho partecipato a numerosi corsi di formazione e lavorato in vari luoghi della Terra Santa.

Gran parte dei progetti si incentravano sul restauro di siti archeologici appartenenti alla Custodia di Terra Santa, all’Associazione Pro Terra Sancta e al Mosaic Center.

Moltissimi di questi progetti riguardano le chiese e le basiliche. Amo questo lavoro. È sia hobby che una fonte di sostentamento.

Nel tempo libero sono anche paramedico: assisto le persone sull’ambulanza e aiuto nelle unità di terapia intensiva. 

Ma la mia area professionale, e quella a cui sono più legato, è quella dei mosaici in cui sono attivo da ormai più di dieci anni. Al momento sto lavorando al restauro della pavimentazione delle parti comuni del Santo Sepolcro.

Cosa significa per te lavorare all’interno della Basilica del Santo Sepolcro?

Lavorare al progetto della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme è per me un grande onore e una bellissima opportunità. La Basilica è un luogo davvero meraviglioso. È stato Osama Hamdan, direttore del Mosaic Center, a darmi la possibilità di lavorare a questo unico e importante progetto.

Sepolcro lavori
I lavori nel Santo Sepolcro

Lavoro all’interno della Basilica da maggio ma la passione per i mosaici e per l’archeologia mi ha portato a lavorare negli anni in tanti luoghi dove vi sono scavi archeologici. Per esempio, prima di arrivare qui ho realizzato progetti di restauro presso la chiesa di Lazzaro, a Betania, e presso la Rotonda della Dormizione, a Gerusalemme.

Accanto alle chiese cattoliche e cristiane in generale negli anni ho lavorato anche in sinagoghe e moschee. È bellissimo vedere che il mio lavoro è richiesto ovunque, in ogni luogo da custodire e da scoprire. Sono tutti luoghi meravigliosi che mi porto nel cuore.

La tua fede musulmana influenza il tuo lavoro nel Santo Sepolcro, “madre” delle basiliche cristiane? Se sì, in che modo?

Sì, è vero, sono musulmano e lavoro in un luogo che è considerato il principale centro della cristianità in tutto il mondo.

Su una decina di lavoratori siamo in quattro a condividere la fede musulmana. Non pochissimi! E non abbiamo mai percepito nessuna distanza con i responsabili o gli operai appartenenti a un’altra religione.

Sepolcro esterno
La Basilica del Santo Sepolcro

Amo il mio lavoro, ovunque esso sia e rispetto tutte le religioni monoteiste del mondo. Credimi, è solo un grande onore per me. Prima ancora di essere musulmano, io sono un essere umano.

Ho tutto nelle chiese, perché non faccio distinzioni tra una religione e l'altra.

Rispetto tutte le religioni, sono tollerante con ogni essere umano e amo tutte le persone: siamo tutti uniti nelle nostre fedi.

Sai, la Chiesa del Santo Sepolcro è diventata il mio mondo privato.

Amo lavorarci soprattutto con la partecipazione dei colleghi italiani a questo progetto. Sono musulmano e sono molto orgoglioso di me stesso perché lavoro nel Santo Sepolcro, un luogo eccezionale. Ognuno qui dentro è disponibile per l’altro. Questo luogo è la conferma che quando si lavora per qualcosa di bello, tutti siamo in sintonia.

Campagna Pro Terra Sancta

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