Papa Francesco ci ricorda sempre che tendere la mano ai poveri, in particolare ai bambini, significa tendere la mano verso Gesù:
“Lasciamoci interpellare dai bambini che (...) giacciono nelle squallide "mangiatoie di dignità": nel rifugio sotterraneo per scampare ai bombardamenti, sul marciapiede di una grande città, sul fondo di un barcone sovraccarico di migranti. Lasciamoci interpellare dai bambini che non vengono lasciati nascere, da quelli che piangono perché nessuno sazia la loro fame, da quelli che non tengono in mano giocattoli, ma armi”. (Omelia di Natale, 2016)
La nostra Associazione ha fatto di queste parole la propria missione. Grazie a voi riusciamo ad aiutare i bambini poveri, i bambini vittime della guerra, i bambini che hanno fame, a far rispettare i diritti dei bambini.
Come Papa Francesco, vogliamo vederli fare quello che sanno far meglio: giocare, crescere, studiare ed essere felici.
Aiutare i bambini siriani
“Un nome un futuro” è uno dei progetti più importanti che stiamo sostenendo grazie al vostro aiuto. Tanti bambini di Aleppo Est, in Siria, stanno crescendo da soli fra le macerie della città bombardata nel 2006.
Sono i figli di giovani donne violentate e costrette a sposarsi con i guerriglieri della Jihad, scappati poi al Nord abbandonandole. Per paura e vergogna, queste madri non hanno mai riconosciuto i loro figli: all’anagrafe non esistono e non hanno diritto a nulla.
Sono più di 1200 i bambini invisibili che assistiamo nei nostri 2 centri di Aleppo Est. Il nostro primo obiettivo è dar loro un’identità anagrafica e una famiglia, aiutarli a recuperare gli anni scolastici e vederli crescere forti e sani.
Grazie ai nostri sostenitori, ogni 2 mesi viene fornito alle madri o alle zie dei bimbi un pacco con cibo, vestiti e generi di prima necessità, per i più piccoli anche il latte in polvere che in Siria non si trova più.
Per tre giorni alla settimana un pediatra visita gratuitamente i bambini di “Un nome e un futuro”. In prospettiva vorremmo anche creare un centro medico con un dispensario fornito e aiutarli distribuendo gratuitamente i medicinali necessari.
Sono più di settecento i bimbi e i ragazzi che frequentano regolarmente le lezioni di recupero tenute due volte a settimana e il centro diurno nel weekend. Nour, Hussain e Fatima sono tre fratellini di 10, 7 e 8 anni. La madre è stata abbandonata 5 anni fa dal marito. Ora sono i suoi figli a insegnarle a scrivere e a leggere!
Una quarantina dei nostri studenti ogni mese abbandona il Centro. Nel migliore dei casi, sono bambini che vengono registrati all’anagrafe o vengono affidati a una famiglia dallo Stato.
Nel peggiore dei casi purtroppo, sono bambini costretti dai genitori a lavorare. Per affrontare questa emergenza vogliamo creare una “scuola su ruote” al fine di raggiungere i bambini di Aleppo Est e garantire loro formazione almeno 2 volte a settimana.
Aiutare i bambini in Libano
In Libano, schiacciato da emergenza energetica, sanitaria ed economica, sosteniamo 150 bambini con delle borse di studio. La maggior parte dei genitori, pur lavorando entrambi, non riescono a pagare le rette scolastiche a causa della forte inflazione monetaria.
Un altro modo per aiutare i bambini poveri e continuare a sostenere il loro diritto allo studio, è sostenere direttamente la scuola che frequentano. Abbiamo fatto così per le scuole elementari e medie di Adonis, un villaggio a metà strada tra Beirut e Tripoli.
Grazie alle donazioni ricevute, siamo riusciti a regalare alla scuola dei nuovi banchi, delle lavagne e dei libri per i bambini. Parte dei fondi viene usata per comprare la benzina necessaria ad accendere, per qualche ora al giorno, i generatori di corrente elettrica.
La scuola, che da anni non riceve più i contribuiti statali che le spettano, riesce a mantenere delle rette agevolate. Insegnanti e frati che la gestiscono sono diventati uno dei pochi punti di riferimento per le famiglie del villaggio, abbandonate dallo Stato libanese.
A Beirut, poi, tanti bambini sono traumatizzati dall’esplosione del porto avvenuta nell’Agosto 2020. Uno di loro è Daniel. Ha solo 13 anni ma da un anno non riesce ad alzarsi dal letto più di un’ora al giorno.
Daniel non riesce più a studiare, a leggere, a giocare. La sua infanzia gli è stata rubata. Per questi motivi, apriremo presto un nuovo Franciscan Care Centre.
In questo nuovo centro diurno saranno seguiti da un team di psicologi e insegnanti che si occuperanno della loro riabilitazione psicofisica e del reinserimento scolastico attraverso arte, musicoterapia e lezioni di sostegno.
In Terra Santa
Sono di otto nazionalità diverse i 250 bambini del nido e dell’asilo delle Suore di Saint Vincent de Paul. Vengono da Gerusalemme Est, dalla città vecchia, e tutti provengono da famiglie povere o con gravi problemi.
L’asilo si trova nell’edificio neogotico che è il convento di Mamilla, a pochi passi da Jaffa Gate e New Gate. Nello stesso edificio c’è anche la nostra guest house, che è un luogo di soggiorno per turisti, pellegrini e viaggiatori e grazie ai quali contribuiamo a sostenere le attività dell’asilo e della casa di riposo gestita dalla suore.
Pagando una retta agevolata, le famiglie con situazioni particolari, anche tante coppie di rifugiati eritrei seguite da uno degli enti con cui collaboriamo, il JACC (Jerusalem African Community Centre), possono affidare i propri piccoli, dai 3 mesi ai 4 anni, alle cure di suore e insegnanti.
Questi bimbi capiscono già arabo, ebraico e un po’ di inglese. Il microcosmo creato dalle sorelle del Mamilla è un laboratorio di multiculturalità e di condivisione che rispecchia fedelmente l’ambiente circostante.
La Terra Santa è un punto di incontro e scontro, di tensioni, di guerre e di crisi. La speranza per un futuro migliore risiede tutta nei più piccoli, nel tendere la mano ai più svantaggiati. Aiuta i bambini! Inizia a costruire la Pace insieme a noi!