“Non ho mai lasciato la mia casa”. Rosa, 73 anni, oggi vive da sola in un’antica casa della città vecchia di Gerusalemme. “Da più di cent’anni la mia famiglia è sempre vissuta qui e questi muri per me, rappresentano tutto”. Ma c’erano numerose infiltrazioni d’acqua e spesso Rosa doveva utilizzare dei secchi per raccogliere l’umidità che scendeva dai muri. “Era diventato invivibile” racconta Rosa, che a quel punto si è rivolta alla Custodia di Terra Santa. Con il progetto La nostra casa Gerusalemme e Betlemme, anche attraverso il sostegno di ATS pro Terra Sancta, i francescani aiutano le famiglie cattoliche della Città Vecchia di Gerusalemme con interventi di restauro e consolidamento delle case che sono molto antiche.
I costi dei lavori sono spesso insostenibili per famiglie, così l’Ufficio Tecnico della Custodia provvede al restauro di ambienti domestici e a crearne di nuovi per assegnarli a famiglie più bisognose. “Queste case accanto ai Luoghi Santi – spiega fra Sergey Loktionov (Direttore dell’Ufficio Tecnico) – e la comunità che ci vive, rappresentano il cuore pulsante della ormai piccola comunità cristiana cattolica di Gerusalemme, senza di loro la Gerusalemme cristiana non esisterebbe più. Per questo vanno aiutati a rimanere”.
Durante i lavori spesso emergono tesori nascosti di una storia millenaria. Sotto la casa di Rosa, per esempio “esistono ambienti oggi abbandonati, alcuni perfino di età crociata, che stiamo pensando di restaurare e sfruttare” come spiega Issa, il capo cantiere. “Una volta, in uno di questi ambienti abbiamo perfino trovato una tomba di età crociata!”.
Gerusalemme Vecchia infatti è una città che è stata distrutta e ricostruita innumerevoli volte e per questo, sotto lo strato attuale, è facile trovare interi spazi abitativi. Dato che non è più possibile costruire nuove abitazioni in Città Vecchia, alcuni di questi spazi vengono sfruttati per costruire nuove stanze per le famiglie più numerose o per accogliere nuove famiglie. La Custodia affitta le nuove abitazioni alle famiglie ad un prezzo molto basso e questo le incentiva a tornare e rimanere accanto aiLuoghi Santi.
È il caso della famiglia Abdnur. Felice dei suoi tre figli, Minoda, Farid, Josafin, Yussef si è spostato in città vecchia da Shu’ Afat (Gersualemme est, in città nuova), dove abitava in una piccola casa affittata. “L’affitto era troppo alto e anche se avevo un buon lavoro in un bell’ospedale, l’ospedale di Hadassah, ero costretto a chiedere una mano alla mia famiglia e agli amici” racconta il giovane. Grazie agli aiuti, oggi la situazione della sua famiglia è migliorata: un piccolo magazzino seminterrato è stato allargato e sono stati ricavati altri ambienti, tra cui una bellissima cucina. Yussef è davvero molto grato e ringrazia tutti i giorni per questa occasione.
Anche Joana è appena tornata ad abitare in Città Vecchia, esattamente accanto alla casa dove era nata. Da due settimane vive qui con suo marito Hassan e i suoi cinque figli, a due passi dal suq, in pieno quartiere musulmano. Lei è cattolica, ma come dimostra il cognome Sahagian, suo marito invece è cristiano armeno. “Per tanti anni – dice Joana – abbiamo vissuto in una casa piccolissima, era un’unica camera in cui vivevamo in sette persone!” Ora, Joana ha ottenuto una nuova casa spaziosa. “Grazie a voi che ci avete aiutato tanto con i lavori di ristrutturazione, mentre le decorazioni e le luci sono opera di mio marito”. La cosa più bella per lei è essere ritornata vicino a sua madre, che abita lì di fronte in un altro complesso di case della Custodia, sviluppatesi intorno a uno dei tanti Hosh (un grande cortile) tipici delle città antiche di Terra Santa.