Tutto il Medio Oriente è al gelo in questi giorni. Le temperature sono precipitate abbondantemente sotto lo zero, la neve è scesa ad imbiancare ogni cosa, il ghiaccio morde le strade, riduce il terreno fangoso ad una lastra di pietra.
Al gelo in Siria
In Siria, la situazione, già compromessa, è precipitata a causa del gelo.
Non è una buona notizia per tutte le persone che la guerra di Siria ha lasciato sprovviste di ogni cosa. È stato lanciato l’allarme da parte dell’ONU, che grida all’orrore per quello che si sta verificando nei campi di rifugiati nel Nord-Ovest del Paese. Nei pressi di Idlib e di Aleppo, dove la guerra è ancora rovente, 2,7 milioni di sfollati vivono all’interno di 1300 campi profughi, travolti dal gelo e resi inagibili dalla neve.
E la situazione è grave in tutto il Paese.
La testimonianza di Ayham
Ce ne ha parlato il nostro project manager, Ayham Khoury, che ci ha raccontato cosa sta succedendo nel Paese in questi giorni drammatici. “Non abbiamo benzina, né gasolio per scaldarci, e non possiamo far funzionare i generatori elettrici”.
Anche i servizi di base faticano a funzionare, tanto che, ci racconta Ayham, “il governo ha dovuto ufficializzare dieci giorni di ferie per cercare di fermare tutte le attività e salvaguardare le riserve di gasolio e di carburante”, essenziali per i riscaldamenti. Questo si unisce ad un quadro già piuttosto grigio: ormai da vari mesi, in Siria l’elettricità è fornita soltanto per poche ore al giorno (circa quattro, afferma Ayham), ed è così impossibile far funzionare stufe e altri mezzi di riscaldamento.
Il governo cerca di far fronte all’ondata di gelo come può, ma spesso con magri risultati. Nello sforzo di avere più fondi per l’acquisto di gasolio e di combustibile, da martedì, il governo ha sospeso la distribuzione a milioni di famiglie di beni come pane, riso, olio, zucchero… Questo, ovviamente è stato un duro colpo per le famiglie. “I bisogni familiari di un nucleo di cinque abitanti sono coperti oggi da un reddito di 600 dollari al mese; oggi, in Siria, gli stipendi si aggirano in media tra i 50 e i 100 dollari”.
“La situazione è davvero complicata”, soggiunge Ayham.
Al gelo in Libano
E lo stesso accade in Libano. Anche qui una gravissima crisi economica ha messo in ginocchio da tempo il Paese. E anche qui scarseggiano le distribuzioni di energia elettrica, che è disponibile per la popolazione soltanto per poche ore al giorno.
Fadi Bejani, il nostro project manager, ci ha raccontato che “la gente ha dovuto in questi giorni bruciare i propri vestiti e le proprie scarpe per cercare di riscaldare almeno una stanza all’interno delle proprie abitazioni”. Nel buio di un Paese ormai senza più un futuro, si è costretti a vedere consumati nelle fiamme i propri beni, pur di tenere accesa una scintilla di calore. E questo è solo uno dei tanti racconti che giungono dal cuore del gelo in Medio Oriente.
“L’unico modo che abbiamo per tenere al caldo le persone, in assenza di carburante e di elettricità, è distribuire loro delle coperte”. È quello che è successo settimana scorsa: in meno di dieci giorni, tutti di gelo intensissimo, Pro Terra Sancta è riuscita a raccogliere numerose coperte, che ha prontamente distribuito nel proprio centro d’emergenza a Beirut. Accadrà lo stesso venerdì (oggi, n.d.r.).
La distribuzione delle coperte, Fadi ci tiene a sottolinearlo, è avvenuta in tempi davvero rapidi; ma “si fa molta fatica ad organizzarsi per l’emergenza; accade tutto troppo in fretta”. Accanto alle coperte, sono state donate da Pro Terra Sancta anche delle stufe elettriche. Nelle poche ore in cui il governo ogni giorno eroga corrente, potranno tenere al caldo la gente.
“Dicono che nelle prossime due settimane le temperature torneranno a scendere”, afferma Fadi preoccupato. “Speriamo vada tutto per il meglio…”.