Pubblichiamo la breve lettera di fra Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa a Damasco con gli aggiornamenti sulla situazione della città durante la tregua di questi giorni in Siria.
Cari amici,
Il Signore vi dia la sua Pace! È passata una settimana dal mio arrivo a Damasco, e come vi ho promesso vi aggiorno sulla situazione qui.
TREGUA
Dal giorno del mio arrivo nella città la vita sembra scorrere normalmente, grazie alla tregua accordata ultimamente. Ciò nonostante è “normale” vedere i segni della guerra: i numerosi check point che aggravano il problema del traffico, il degrado generale e la povertà.
Ad ogni modo la gente resta cauta riguardo a questa apparente calma e frequenta con apprensione quelle zone ritenute pericolose.
Nel nostro convento ho visto i segni di alcuni colpi di mortai provenienti dalla zona occupata dai ribelli che l'hanno colpita in passato sei volte... Il nostro campanile è l'unico che si vede dal loro punto di lancio, ma grazie a Dio abbiamo subito solo danni materiali.
SENZA TREGUA
Ma c'è una battaglia di speranza che non conosce tregua!
Mi ha colpito la gente che continua a frequentare la parrocchia e si rende disponibile per tutti i servizi da fare. Sentono la parrocchia come la loro casa. C'è un clima familiare: un sacco di bambini (la speranza della futura Siria) e giovani ragazze e ragazzi (anche se questi ultimi continuano ad emigrare in cerca di vita migliore).
Come vedete nelle foto allegate le attività non si fermano: scout, coro, catechismo, ecc.
Perciò ho voluto intitolare questa mail “Dal Vangelo secondo Damasco”, perché sono convinto che nel cuore della sofferenza possiamo vedere anche segni di fede e speranza... Così il Vangelo si incarna nella nostra realtà.
Per ora non aggiungo altro, aspetto di conoscere la realtà ancora di più per aggiornarvi la prossima volta.
Vi ringrazio per la vostra vicinanza, restiamo uniti in Cristo attraverso la preghiera.