Associazione Pro Terra Sancta vince un progetto per le minoranze cristiane a Betlemme
Associazione Pro Terra Santa insieme a VIS e Fondazione Giovanni Paolo II vince bando dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Un progetto rivolto alle minoranze cristiane per ripartire da turismo, cultura e gastronomia quando l’incubo del Coronavirus sarà finito.Associazione pro Terra Sancta sarà partner in un progetto in consorzio con altre due organizzazioni italiane appena approvato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Insieme al Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), capofila del progetto, e alla Fondazione Giovanni Paolo II ha presentato una proposta progettuale dal titolo “Integrazione socio-economica delle minoranze cristiane in Terra Santa attraverso la tutela del patrimonio artistico, gastronomico e ambientale locale”. Il bando emesso dalla Cooperazione Italiana, a cui hanno risposto le tre organizzazioni, ha come scopo il sostegno alle minoranze cristiane in Terra Santa.
Secondo i dati demografici raccolti nel 2017 il numero degli arabi cristiani in Cisgiordania, appartenenti alle differenti confessioni, raggiungeva approssimativamente il 2,5% della popolazione (circa 59.000), meno dell'1% nella Striscia di Gaza, 1300 su 2 milioni di abitanti. La tendenza è ancora in calo, si ritiene che nel 2020 i cristiani rappresenteranno solo l’1,6% della popolazione totale. Numeri, percentuali, ma soprattutto persone. Famiglie e famiglie che negli anni hanno lasciato la loro terra alla ricerca di condizioni di vita migliori. Il bando e il progetto si rivolgono nello specifico a questa fascia di popolazione per cercare di porre un freno alla diaspora delle famiglie cristiane e di favorire la loro permanenza in Terra Santa. Infatti, da sempre questa comunità minoritaria è parte integrante della società palestinese e ha rappresentato un elemento di equilibrio e mediazione, facendosi carico di un messaggio di pace in un contesto estremamente provato e fragile.
Il progetto, dalla durata di un anno, vedrà le tre diverse organizzazioni collaborare con partner locali laici e religiosi. Tra questi tre delle istituzioni cristiane più attive in Terra Santa (francescani, salesiani e lasalliani), da sempre vicino alla comunità cristiana dei Territori Palestinesi. Le tre organizzazioni impegnate sinergicamente nel progetto hanno deciso di puntare su tre elementi importanti per lo sviluppo economico e culturale di un paese: arte, tradizioni gastronomiche e ambiente.
Ciascuna delle tre Ong agirà su un aspetto specifico, ma con l’intento comune di creare formazione professionale e di nuovi business sociali integrati e sostenibili. Il VIS si occuperà della formazione sul management e la gestione sostenibile di opere sociali – con la Bethlehem University gestita dai lasalliani – e nel recupero di spazi verdi da destinare all’integrazione comunitaria presso il parco di Cremisan gestito dai Salesiani. La fondazione GPII gestirà la formazione e l’impiego nel settore artigianale e artistico, insieme al Piccirillo Handicraft Center, in collaborazione con i francescani. Infine, Associazione Pro Terra Santa, sempre in collaborazione con i francescani, promuoverà attività di ristorazione e accoglienza gestite da donne cristiane in condizione di vulnerabilità.
Sei donne cristiane dell’area di Betlemme verranno scelte per partecipare al progetto di Co-kitchen di Associazione Pro Terra Sancta. Si tratta della creazione di spazio attrezzato per una cucina comunitaria (da qui il nome Co-kitchen) e solidale. L’idea è di offrire a donne svantaggiate, che spesso si rivolgono al Centro di emergenza sanitaria e ascolto gestito dall’assistente sociale Naila Nasser, una possibilità di riscatto. Verranno forniti corsi di formazione nel settore della ristorazione e dell’accoglienza turistica. Le beneficiarie acquisiranno una conoscenza approfondita della cultura gastronomica palestinese e internazionale, e una visione d’insieme della professione, grazie alla docenza di chef rinomati locali ed italiani e di una struttura tecnologicamente avanzata che sarà allestita presso il Dar Al-Majus Community Center. Nell’edificio che sorgerà nel centro storico di Betlemme, a pochi passi dalla Basilica della natività, prepareranno piatti non solo per turisti e pellegrini ospiti delle guest-house gestite dall’associazione, ma anche servizi di catering operativi negli altri progetti e per le famiglie locali in eventi di vario tipo.
Si riparte dalla cultura e dall’amore per le tradizioni culinarie. Un progetto che diventa prezioso, ancor più oggi, alla luce della recessione che colpirà i Territori Palestinesi in seguito all’emergenza sanitaria portata dal Coronavirus. Una speranza per ripartire per il popolo palestinese quando si potrà tornare alla normalità.
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