“Il regno dei cieli è simile a un tesoro, nascosto nel campo;
un uomo lo trova e lo nasconde;
poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo”. (Mt 13,44)
Natale, è la storia di un Dio, venuto a nascondersi, in un campo.
Nascosto, nel Suo farsi piccolo, figlio di uomo, bambino, come ogni altro bambino.
Nascosto, nel Suo nascere in silenzio, a Betlemme.
Betlemme, piccolissimo villaggio di un piccolo paese, posto ai margini estremi di un immenso impero, in una terra che allora, come oggi, non conosce la pace.
Natale è anche storia di campi e di tesori, di uomini che trovano il campo e il tesoro.
A molti, infatti, giunge la notizia che il tesoro è proprio lì, in quel campo!
Purtroppo, non tutti lo cercano, non tutti lo trovano, non tutti lasciano tutto per averlo.
Per possedere il tesoro bisogna, prima, spogliarsi di tutto.
È questa l’unica via!
Non basta trovare il tesoro, non basta sapere dov’è.
Bisogna giocarsi la vita.
Le Scritture sono la storia di questo tesoro, nascosto nel campo, che è il cuore dell’uomo.
Perché ogni campo, ogni cuore, può nascondere il tesoro.
Le Scritture, sono la storia di tanti uomini, come noi, che si sono giocati tutto davanti a questa scoperta.
Abramo, ha lasciato la propria terra, i propri dèi.
Mosè, ha perduto le sicurezze del suo piccolo esilio.
Davide, si è messo in gioco, con tutto il suo essere, compreso il suo peccato.
Giobbe, ha dovuto perdere tutto, per riuscire a conoscere Dio.
E poi i profeti, che ci conducono fino ai magi, ai pastori, alla vedova povera, a tutti i piccoli del Vangelo…
Tutta gente che non si è tirata indietro.
Gente che, di fronte a questa scoperta, a questo incontro, ha capito che l’evento era quello decisivo, senso e cuore di tutto, davanti al quale ogni altra cosa ritrova la giusta dimensione.
Il tesoro non lo trovi per caso, non lo possiedi a metà.
Il tesoro ha i colori forti di tutto ciò che è radicale, assoluto.
Devi perdere proprio tutto, per averlo.
Chi ama, perde tutto. Perché amare significa perdere tutto, donare tutto.
Il primo ad assumersi questo rischio è stato proprio Lui, Gesù, nascosto nel campo di Betlemme, nella speranza che tutti lo possano trovare.
È stato Lui a inaugurare la strada del perdere. Ha perso tutto e ha ritrovato l’uomo. Come l’uomo, che perde tutto, trova Dio.
La fede è rischiare di entrare nella strada di chi, come Lui, sa dimenticare se stesso a favore dell’altro - chiunque sia - e sa indossare gli atteggiamenti che ne derivano: perdono, accoglienza, ascolto, solidarietà …
La via del perdere, cadenzata da queste tappe, diventa la via del trovare.
Chi la percorre, trova Dio, il fratello, trova se stesso.
In questo modo la vita è trasformata.
Può darsi - e di solito è così - che al di fuori sembra non cambi nulla, che la storia e, in particolare la storia della nostra Terra Santa, continui a essere la realtà drammatica che vediamo e viviamo: odi, divisioni, paure, sospetti, pregiudizi, paralisi…
Ma dentro, cambia tutto!
Cambia lo sguardo sulla vita, cambia il modo di starci e - per grazia!- ci si ritrova contenti di questa vita, perché questa vita non è solo un campo, ma è il campo che nasconde il tesoro.
L’augurio, per questo Natale, è quello di diventare persone che si perdono, dentro la propria storia, nel cercare Dio.
E, nel desiderio di Lui si ritrovano, nella scoperta stupita che questo tesoro abita, davvero, il campo della vita, nostra e di coloro che ci stanno accanto.
Fra Pierbattista Pizzaballa
Custode di Terra Santa