Il mare che modella l’isola di Rodi, una tra le più affascinanti del Dodecanneso, lo sa. Sa quanti milioni di uomini e donne sono sbarcati sulle sue coste nei secoli, chi per fermarsi sull’isola, chi per una breve sosta prima di ripartire e chi naufrago in cerca di un rifugio. Tra queste miriadi di persone c’è anche San Paolo, Apostolo delle genti, viaggiatore instancabile e instancabile evangelizzatore. Nasce con lui la prima comunità cristiana, una delle più importanti dell’epoca; poi l’isola diviene passaggio obbligato per chi dall’Europa si reca in pellegrinaggio sui luoghi di Gesù. Per questo ancora oggi l’isola viene considerata Terra Santa e la chiesa latina è rappresentata dalla presenza dei francescani della Custodia di Terra Santa, in particolare da padre John Luke Gregory, la cui missione, oltre a quella di parroco dei cattolici latini, è essere al servizio di coloro che passano dall’isola o che ci vivono. Sono i turisti nel periodo estivo, o alcuni componenti del personale delle navi, che per lunghi mesi di viaggio non possono partecipare alla Santa Messa e chiedono al padre di celebrare quando la nave si ferma al porto. Ma sono anche “quelli che nessuno vuole conoscere”: i rifugiati e i poveri dell’isola.
Dal 2015 ad oggi la popolazione di Rodi è cresciuta di circa 15.000 persone, per un totale di 45.000. Di questi, un terzo sono rifugiati. Arrivano dalla vicina Turchia e fuggono dalla guerra; la maggior parte sono siriani, ma ci sono anche tanti iracheni, iraniani, curdi e qualche palestinese di Gaza. Da quando è iniziata l’emergenza, Fra Luke li aiuta garantendo loro cibo, beni di prima necessità e giocattoli o libri da colorare per i bambini.
“Inizialmente – ci racconta – per portare aiuto ai profughi, mi rivolgevo ai turisti di passaggio e chiedevo loro una donazione in cibo, ma oggi, grazie al contributo di ATS pro Terra Sancta, la distribuzione è più strutturata e abbiamo un accordo con un supermercato della zona che consegna regolarmente al centro dove vivono alcuni di loro, beni di prima necessità e cibo”. Il ‘centro’ di cui ci parla fra Luke è un vecchio mattatoio in cui vivono circa un centinaio di persone, in condizioni pessime.
“Molti di quelli che arrivano sull’isola – continua Luke – vengono trasferiti in centri più strutturati ad Atene, in attesa di documenti. Soprattutto i bambini, tantissimi bambini senza genitori, non si sa se morti, bloccati in Turchia o ancora nel loro Paese”. Altri invece rimangono a Rodi, ma vengono spostati in case popolari dell’isola. Fra Luke aiuta anche loro: “Ogni martedì facciamo un’altra distribuzione di cibo e beni presso il nostro monastero – ci racconta – per i poveri, i drogati e le prostitute… 300 persone in tutto! Ultimamente hanno iniziato a venire per il pacco di cibo anche molti di quei rifugiati che vivono nelle case popolari!”.
Associazione pro Terra Sancta sostiene anche questa opera caritatevole del francescano che è davvero molto grato. “Io sono un pastore – continua – e aiuto tutti senza distinzione. A loro chiedo solo ‘di che cosa hai bisogno?’ e non la provenienza, la religione, il tipo di attività che conducono perché in loro vedo Gesù. Questo è il mio compito come ci ricorda sempre il Papa. Ma senza il vostro sostegno non potrei fare molto di quello che faccio per queste persone dimenticate da tutti. Grazie!”