La testimonianza da Damasco del nostro collaboratore, Ayham Khouly
Damasco 09 dicembre: I ribelli sono entrati a Damasco, le persone sono terrorizzate, sono in continua ricerca di beni di prima necessità, prima che finiscano per l'intera città.
La testimonianza da Damasco del nostro collaboratore, Ayham Khouly
Damasco 08 dicembre: I ribelli sono entrati a Damasco nel giro di pochi giorni. Tanti gli interrogativi sul futuro della Siria.
ALEPPO 06 dicembre: Hama è caduta, le milizie si muovono verso Homs. Le code infinite degli sfollati per raggiungere un luogo sicuro.
"Sono rientrato a Damasco ieri mattina", ci scrive Jean Francois Thiry, coordinatore delle attività di Pro Terra Sancta in Siria. "Per adesso è impossibile raggiungere Aleppo e gli amici che sono rimasti là: attraversare la linea di fuoco è troppo pericoloso in questo momento. La situazione del paese cambia ogni ora".
"Giovedì scorso il gruppo jihadista 'Liberazione di Damasco' ha preso Aleppo, quasi senza sparare e stanno prendendo tutte le città scendendo verso Damasco, tutto ciò con il sostegno della Turchia. Ieri sera Hama è caduta, oggi si stanno dirigendo verso Homs. Se Homs cade, la prossima città sarà Damasco."
"È in atto una catastrofe umanitaria", continua Jean Francois: "la popolazione cerca di fuggire la linea di fronte, spostandosi verso sud o verso la costa (Tartus e Latakia). Penso che la sfida che ci troviamo davanti sia quella di capire in che cosa riponiamo la nostra speranza: In un preciso potere? Nella stabilità politica?"
Aleppo 05 dicembre: paura ad Hama.
Aggiornamento dal nostro collega Anton Bardouk: "La situazione è molto difficile nel paese di Hama, un'altra volta. Ora sono all'interno di Skelvia, che è un grande villaggio cristiano a nord-est di Hama. Ora sono all'interno e combattono con i combattenti locali.
Allo stesso tempo sono intorno a un altro villaggio cristiano, chiamato Mahardeh. La situazione sta diventando più e più pericolosa: qui, nella valle cristiana, stiamo accogliendo tante famiglie che vengono da quei due grandi villaggi".
ALEPPO 04 dicembre: torna il carburante a prezzi inaccessibili, gli impiegati restano ancora senza stipendio.
La disponibilità di beni continua a diminuire, e i prezzi delle risorse salgono alle stelle, insieme al numero di persone bisognose di supporto alimentare. La distribuzione inizia ad avere difficoltà a soccorrere tutti coloro che fanno richiesta; le priorità sono i bambini e gli anziani.
Oggi è tornata a disposizione un po’ di benzina, ma solo per i più abbienti: il prezzo di un litro di carburante oggi equivale a circa un decimo di un salario medio, e sono pochi quelli che possono permettersela, anche perché gli impiegati non hanno ricevuto lo stipendio di novembre. Il poco che ha, la gente lo usa per cercare di reperire del cibo, e il pericolo della fame diventa sempre più reale.
Per far fronte alla situazione le forze dell’opposizione cercano di normalizzare la vita nella città, di offrire una nuova immagine di se stessi al mondo che li osserva: hanno cominciato a pulire le strade dall’immondizia che si era accumulata, portano rifornimenti di vario genere, si mostrano disponibili e desiderosi di costruire un clima di tolleranza e convivenza. Questo però non tranquillizza la gente: "E se dovessero esserci bombardamenti sui civili? E se la tolleranza mostrata oggi dovesse tramutarsi domani in leggi discriminatorie?" "Conviene partire o restare?"
L'incertezza del presente rimane salda nella città di Aleppo e nella Siria intera, mentre le milizie antigovernative si fanno strada verso Hama.
Per aiutare la popolazione di Aleppo, sia le famiglie rimaste in città sia quelle sfollate, abbiamo aperto una campagna di aiuti dedicata: la trovi qui!
ALEPPO 03 dicembre: una nuova carenza di acqua all'orizzonte, le comunicazioni telefoniche sono interrotte.
Oggi, ad Aleppo, la frequenza di bombardamenti e spari sembra essersi leggermente allentata; non per questo, però, la situazione è tranquilla. Alcuni generi alimentari cominciano a scarseggiare, e la gente inizia ad affrettarsi a raccogliere tutto ciò che possa sfamarla, a cominciare dal pane: molti dei punti di distribuzione attivi nella città si svuotano velocemente, la paura per la mancanza di rifornimenti in arrivo è tanta.
Pare che l’acqua mancherà di nuovo, non si sa fino a quando: sembra che la disponibilità dipenda dalle trattative in corso con le forze curde. Anche le comunicazioni telefoniche sono ora interrotte, e resta solo la linea internet a mantenere la Siria in contatto con il mondo esterno.
Le nostre attività di natura non emergenziale sono per il momento sospese, in attesa di capire cosa succederà; nel frattempo continua la distribuzione del pane e di cibo alle famiglie che ne hanno bisogno, attingendo alle nostre scorte ancora disponibili in loco.
Per aiutare la popolazione di Aleppo, sia le famiglie rimaste in città sia quelle sfollate, abbiamo aperto una campagna di aiuti dedicata: la trovi qui!
ALEPPO 02 dicembre: colpito il Collegio francescano, fughe infinite da Aleppo verso zone più sicure.
Un attacco aereo ha colpito il Terra Santa College, situato nella zona nord-occidentale della città. "Il missile ha colpito il magazzino del monastero," racconta il nostro collega in loco Jacob, "ma per fortuna non ci sono vittime".
Il problema alimentare è uno dei punti più dolenti dei possibili sviluppi della situazione, soprattutto dopo il blocco delle strade. "Al momento," continua Jacob, "stiamo affrontando interruzioni dell’elettricità e mancanza di acqua; nonostante questo la produzione di pane nel forno continua. Ho visitato proprio stamattina il forno: abbiamo ancora scorte di 2.000 kg di farina, nella speranza che bastino».
Le strade per uscire dalla città continuano ad essere bloccate dall'immenso esodo di sfollati: "Ho impiegato più di 18 ore per uscire da Aleppo e raggiungere la campagna occidentale di Homs," spiega il nostro collega Anton. "C’erano macchine di ogni tipo, mezzi della polizia, camion dei pompieri e molti soldati: sembrava che il governo avesse evacuato completamente la città. Oggi c’è stato un attacco alla stazione di Haftat Baghdad, vicino al centro di Aleppo, e si sentono da tutto il giorno aeroplani volare sopra la città".
"Ora c’è bisogno di cibo," continua Anton: "Non c’è quasi più pane, le quantità disponibili sono molto limitate. Lo stesso vale per il carburante. Non c’è acqua da tre giorni. La popolazione sta soffrendo molto a causa di questa situazione".
Per aiutare la popolazione di Aleppo, sia le famiglie rimaste in città sia quelle sfollate, abbiamo aperto una campagna di aiuti dedicata: la trovi qui!
ALEPPO 01 dicembre: la città è occupata da forze di jihadisti di Tahrir al Sham e curde.
Migliaia le persone in fuga. Sono necessari aiuti per:
- Supporto alle famiglie sfollate di Aleppo e Hama, in arrivo verso le cittá di Lattakia e Damasco, con aiuto per sistemazione nei conventi, centri di accoglienza e case affittate.
- Aiuto a queste famiglie sfollate con cibo caldo e coperte per il prossimo mese, e medicine per i casi più sensibili.
- Cucina e aiuto per cibo e medicine per le famiglie rimaste ad Aleppo. Si teme un aumento dei prezzi (anche se elettricitá rimane effettivamente stabile).
- Produzione e distribuzione pane ad Aleppo per le famiglie rimaste, sia a ovest che a est.
Aleppo - Aggiornamento 30 novembre
Da Aleppo ci arrivano questi aggiornamenti: "Attualmente i militari dell'opposizione hanno occupato la città di Aleppo. Molte famiglie hanno scelto di abbandonare la città anche se non si vedono ragioni per creare il panico. Ovviamente non sappiamo come la situazione evolverà ma per ora posso dire che non ho notato o sentito episodi di violenza contro i civili.
Le strade al mattino sembravano vuote ma poi il movimento pian piano ha ripreso il corso quasi normale. Adesso si sentono i rumori di alcuni colpi o bombardamenti aerei ma non saprei dire esattamente che cosa siano. La gente è in apprensione… di più non saprei dire nulla… aspettiamo con la preghiera e la speranza che la pace torni".
ALEPPO - Aggiornamento 29 novembre
Secondo alcune fonti gruppi di combattenti di Tahrir al-Sham hanno già preso il controllo di diversi villaggi nella zona nord ovest alle porte di Aleppo. Il nostro ufficio di Aleppo ci racconta in tempo reale gli aggiornamenti e le paure che dilagano nel Paese all’avvicinarsi degli scontri.
«Ho chiuso l’ufficio e sono andato a casa, non sappiamo se scappare o rimanere, alcuni dei nostri colleghi hanno già lasciato la città per paura dei combattimenti»: il nostro collega Anton, coordinatore dei progetti dell’ufficio di Pro Terra Sancta ad Aleppo, ci aggiorna in diretta sulla situazione. «Tutti stanno chiudendo,» continua. «Sentiamo i suoni degli attacchi, sembra che vengano sempre più vicini. Sembra abbiano già occupato le periferie di Aleppo Ovest e stiano tentando di entrare anche da nord».
«La gente è in panico», spiega padre Bahjat, il parroco della città. «Ci sono combattimenti e sembra che i gruppi armati siano penetrati già all'ingresso di Aleppo. Osserviamo come evolve la situazione».
«Durante tutta la giornata abbiamo visto un ingente spostamento di truppe e carri armati nella città -ci spiega un altro collega- ad esempio su una delle arterie principali c'è una grandissima concentrazione di soldati al momento ma non ci sono combattimenti, c'è molta confusione anche perché non ci sono stati combattimenti violenti a parte alcuni episodi di lancio di razzi e scambio di artiglieria» .
QUI il video dei carri armati governativi sotto l'ufficio di Pro Terra Sancta.
Seguiamo con preoccupazione l'evolversi della situazione, in attesa di maggiori aggiornamenti.