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Il « Padre Nostro » in aramaico da Maaloula

Il « Padre Nostro » in aramaico da Maaloula

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Il « Padre Nostro » in aramaico da Maaloula

Il “Padre Nostro” in aramaico da Maaloula, Siria

La recita del Padre Nostro in aramaico dalla città di Maaloula in Siria in un video commovente. Nel corso del conflitto che dura ormai da 10 anni in Siria, Maaloula è stata una delle città che ha sofferto di più. Qui risiede una delle più antiche comunità cristiane che ancora parla la lingua usata da Gesù, l'aramaico.

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Che lingua si parlava ai tempi di Gesù?

Ai tempi di Gesù, l'ebraico, era già affiancato da un altro dialetto, una lingua babilonese parlata dagli ebrei in patria sin dal ritorno dalla cattività in Babilonia nel IV sec. a.C.: l'aramaico. L'Antico Testamento era stato scritto in lingua ebraica, che non era più parlata ai tempi di Gesù. L'ebraico antico, veniva utilizzato solo nelle liturgie in sinagoga al sabato, ma pochi ne conoscevano il significato. Era una lingua letteraria, un pò come il latino classico e il volgare. Allo stesso modo vi era una variante di ebraico più colloquiale parlata dal ceto medio.

Nei villaggi della Palestina, in particolare a nord, però il popolo parlava proprio l'aramaico. Gesù veniva da Nazaret e la sua prima predicazione si svolse a Cafarnao entrambe situate in Galilea ovvero a nord della Palestina dove questo idioma era più comune.

Per questo sappiamo che la prima preghiera del Padre Nostro fu pronunciata proprio in aramaico.

Come anticipato, il dialetto è di origine babilonese, quindi diffusa in tutta l'area di influenza e commercio di quel popolo. Di quest'area fa parte anche l'attuale Siria e proprio qui in alcune parti è ancora in uso, soprattutto a Maaloula dove risiede una delle più antiche comunità cristiane.

Testo del Padre Nostro in aramaico

Abùn d’bàh’shmàyah (Padre Nostro che sei nei Cieli)

Nech’ tha’dhà sh’smàh (Sia santificato il Tuo Nome)
Titèl’ malkhutàh (Venga il Tuo Regno)
Nèhweh zebianàh (Sia fatta la Tua Volontà)

Aikana d’bàh’shmàya af’ ba’hara (Come in Cielo, così in Terra)

Hab’lan llahkhmah desunkana nihà’umana (Dacci oggi il nostro pane quotidiano)
Wash’buch’lan auh’bain’ (e rimetti a noi i nostri debiti)
Aikana dhaf’ kh’nanh sbach’n’ le’haih’bain’ (così come noi li rimettiamo ai nostri debitori)
Ula’ talàn ‘llen’siuna (e non ci abbandonare alla tentazione)
Elah ‘pazzàn’ ‘men bisha (ma liberaci dal Male)

Amèn (Amen)

In questo momento di emergenza generale siamo insieme ai francescani in Siria per continuare a sostenere le comunità cristiane antiche di questo Paese, lacerato da interminabili conflitti.

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